Durante il suo intervento al Mobile World Congress di Barcellona, l’Amministratore Delegato di TIM Pietro Labriola si è espresso sul rilancio del comparto delle telecomunicazioni e del suo modello di business e sugli attuali trend di mercato europei del settore.
L’intervento di Pietro Labriola (TIM) al Mobile World Congress
«Oltre alle sfide per un nuovo modello industriale, per rilanciare il comparto telco serve un cambio del contesto regolatorio. È necessario consentire il consolidamento del settore, incentivare il salto verso le nuove tecnologie e introdurre meccanismi per una redistribuzione più equa dei costi legati alla crescita del traffico attraverso il cosiddetto fair share», ha dichiarato Labriola durante il suo key note speech spiegando che il rinnovo della cornice politica e regolatoria per le tlc è un pezzo fondamentale del puzzle da comporre per arrivare ad un ecosistema digitale più bilanciato.

Ha quindi evidenziato che il modello di business delle telco integrato verticalmente è ormai superato perché non risponde più ad esigenze di mercati come quello italiano, dove la strada per la creazione di valore passa attraverso la separazione di infrastruttura e servizi. «Serve separare l’infrastruttura (la rete) dai servizi, come è già stato fatto per le torri di trasmissione», ha infatti sottolineato parlando di una separazione necessaria perché «ormai servizi e gestione della rete sono business diversi che, come tali, vanno gestiti differentemente». Una gestione separata permetterebbe, secondo il manager, una maggior concentrazione sui rispettivi punti di forza e sulla crescita potenziale, consentendo anche una miglior allocazione del capitale.
La situazione in Europa
Labriola si è poi concentrato sull’attuale situazione del settore telco in Europa che, a suo dire, «sta affrontando trend di mercato insostenibili» a causa della discesa dei prezzi al dettaglio, dell’aumento dei costi energetici, della risalita dei tassi di interesse e del crescente consumo dei dati – combinati con la necessità di aumentare gli investimenti per sostenere costi di modernizzazione delle reti. Una «tempesta perfetta», così l’ha definita, che rende sempre più urgente un intervento per far sì che i colossi del Big Tech contribuiscano al potenziamento dell’infrastruttura di rete.