Una mina su Tim

Occhio di Lince
12/07/2021

Sconcerto per l'improvvisa rimozione del direttore commerciale Luca Rigoni. La mossa di Gubitosi ha messo in allerta i soci del colosso telefonico e suscitato interrogativi sui risultati attesi.

Una mina su Tim

Perché subito dopo l’annuncio dell’accordo con Dazn per trasmettere il campionato di calcio e proprio mentre era in partenza sul mercato il lancio di Timvision, Luigi Gubitosi, ad del colosso telefonico, ha sentito il bisogno di licenziare il direttore commerciale Federico Rigoni, uomo della sua stretta cerchia, sostituendolo con il capo della rete Stefano Siragusa, che certo non è considerabile un Gubitosi boys? A chiederselo – pur nel silenzio dei media – sono gli azionisti della società ex monopolista, e in particolare i francesi di Vivendi (per i quali segue il dossier Andrea Pezzi, da tempo loro consulente italiano) e i nuovi vertici di Cdp, nella persona del nuovo numero uno, Dario Scannapieco.

Dubbi sulla politica commerciale di Tim
Stefano Siragusa (dal sito Tim).

Prima di mettere Siragusa, contattati Corti e Lanzetta

Ma come – si sono detti i soci di Tim – c’è da vincere la battaglia commerciale con Sky piazzando il pacchetto “tutta la Serie A TIM” (10 partite su 10 per ogni turno di cui 7 in esclusiva) – cui si aggiungono l’Europa League e i migliori match della Conference League, la Champions League di Infinity, le Olimpiadi di Tokyo 2020 con Eurosport Player, oltre a tutto l’intrattenimento, il lifestyle e il crime con il catalogo completo di Discovery – e Gubitosi cambia in corsa? E, si sono chiesti ancora i soci, se la soluzione ai problemi commerciali di Tim era piazzare in quella posizione così delicata il suo miglior manager interno (Siragusa), quello che gli ha risolto il problema delle gravi carenze che aveva la rete, perché prima è andato in giro cercando altre figure, da Gianluca Corti, cco di WindTre, a Nicola Lanzetta, responsabile Mercato Italia di Enel? E perché costoro hanno respinto al mittente le sue profferte? Sul mercato si dice che la spiegazione stia nel fatto che la politica commerciale fin qui tenuta da Tim avrebbe dato risultati largamente al di sotto delle aspettative. Tanto che negli ambienti finanziari e bancari si sostiene che il terzo e quarto trimestre si preannunciano molto pesanti. Ma d’altra parte, se non fosse così, perché mandare via Rigoni su due piedi?

Il faro dell’Antitrust sulle clausole dell’accordo con Dazn

Il timore è che la partita del calcio Tim la possa perdere. Un po’ perché c’è grande sconcerto tra i consumatori, che non hanno ancora ben capito come comportarsi. E poi per via del faro acceso dall’Antitrust su alcune clausole dell’accordo Tim-Dazn, che produrrebbero significative distorsioni della concorrenza, con riferimento sia a ciò che limita commercialmente Dazn nell’offerta di servizi televisivi a pagamento, sia alla possibile adozione da parte di Tim di soluzioni tecniche non disponibili per gli operatori di telecomunicazione concorrenti. Inoltre, Gubitosi è alle prese con la questione fibra. Con il precedente governo e con il vecchio management di Cdp, la sua linea favorevole alla “rete unica” sembrava avere udienza, se non prevalere. Ma da quando si insediato il governo Draghi le cose sono cambiate. Il ministro per la transizione digitale Vittorio Colao non ha fatto mistero di essere totalmente contrario, e in un recente incontro a due, il confronto ha assunto toni a dir poco aspri. E ora Scannapieco è pronto a fare da sponda al governo. E, come azionista di Tim, a chiedere spiegazioni a Gubitosi. Cosa che, in questo quadro, è probabile che facciano anche i francesi.