TikTok, c’è un posto per me?

Camilla Curcio
27/07/2021

Negli Usa il social offre la possibilità di cercare lavoro presentandosi con un video. L'alternativa a LinkedIn per le nuove generazioni.

TikTok, c’è un posto per me?

TikTok diventa un’agenzia di collocamento e si prepara a dare filo da torcere a LinkedIn. Nelle ultime settimane, il social delle challenge e dei trend virali si è riempito di clip in cui gli utenti presentano se stessi e il proprio curriculum, nel tentativo di raggiungere le aziende e ottenere un colloquio. Ma non solo: anche agenzie di comunicazione e imprese ricorrono sempre più spesso al social della Generazione Z per fare scouting di nuovi talenti.

TikTok Resumes, da una clip a un posto in azienda

Con una pagina web creata ad hoc (tiktokresumes.com) e un hashtag personalizzato (#tiktokresumes), questo nuovo spazio della piattaforma (per il momento disponibile soltanto negli Stati Uniti) strizza l’occhio soprattutto ai giovani alle prese con la ricerca del primo, vero impiego dopo gli studi. Buona parte degli annunci riguardano i settori del marketing, dei social media e della creazione di contenuti ma non sono meno frequenti le richieste di parrucchieri, ingegneri o data scientist.

Un modo per incrementare i contenuti

Ovviamente, l’obiettivo del social non è soltanto quello di aiutare i propri utenti a mettersi in contatto con i recruiter.  TikTok Resumes, infatti, incrementa la quantità di contenuti in circolo e, soprattutto, il numero di utenti in grado di produrre engagement di un certo livello. Ed ecco che, accanto ai filmati in cui neolaureati illustrano il proprio percorso e le proprie ambizioni, iniziano a fare la loro comparsa contenuti collaterali come tutorial ricchi di consigli e trucchi per affrontare un colloquio o per intercettare le proposte più interessanti. «TikTok sta cercando alternative che gli permettano di espandersi al di là dei confini del puro e semplice intrattenimento», ha spiegato Loreto Gómez, esperta di marketing online e social network, in un’intervista a El País. «Ecco perché ha approfittato del suo pubblico giovane e alle prese coi primi passi nel mondo del lavoro per sviluppare una strategia che, già dai primi dati, sembra rivelarsi assolutamente vincente. Per quanto lontanissima dal suo ambito di interesse e di specializzazione».

L’alternativa giovane a LinkedIn

Il successo di TikTok Resumes sta anche nell’aver dato alle nuove generazioni un’alternativa a LinkedIn molto più informale (ma non per questo meno seria e autorevole) e, soprattutto, più affine ai loro linguaggi. Per un 20enne, infatti, la filosofia del network professionale – curriculum, condivisione di porgetti e rete di contatti – è molto meno entusiasmante della possibilità di girare un video di presentazione, montandolo e arricchendolo con effetti che possano renderlo accattivante e originale. «Per i ragazzi, LinkedIn ha tutta l’aria di una noiosa operazione di compilazione per ottenere un profilo che potrebbe non rappresentarli al meglio», ha sottolineato María Bretón, Ceo dell’agenzia Nickname. «Da nativi digitali, si riconoscono maggiormente nella grammatica dell’immagine. Ecco perché trovano molto più efficace il registro del video».

Reclutamento 4.0

Il sodalizio tra mercato del lavoro e social media non nasce con TikTok. Già nel 2015, infatti, Taco Bell si affidò a Snapchat per cercare apprendisti. Qualche anno più tardi, McDonald fece lo stesso e, contemporaneamente, Facebook diede alle aziende la possibilità di pubblicare annunci e mettersi in contatto coi candidati attraverso Messenger. Anche l’utilizzo, sempre più ricorrente, di algoritmi e intelligenza artificiale dimostra come la tecnologia sia ormai diventata una componente fondamentale dei processi di selezione del personale e un valore aggiunto di cui non si può più fare a meno: «Il recruiting diventerà sempre più automatizzato e veloce, dimezzando i tempi tra la ricerca e l’effettiva assunzione», ha aggiunto Javier Blasco, direttore dell’Adecco Group Institute. «Per il momento non c’è ancora stata questa grande rivoluzione ma se canali come Instagram o Tiktok si ingegneranno a trovare soluzioni innovative e uniche nel loro genere, le logiche del reclutamento potrebbero cambiare radicalmente».