Uccellino depresso

Maurizio Zoja
05/06/2021

Un videogioco per richiamare l’attenzione sul problema della salute mentale. Si chiama Depressed Twitter ed è stato creato da Thomas Webb. L'obiettivo? Emanciparsi dalla dittatura del like. La sua storia.

Uccellino depresso

«Il mondo web è controllato da algoritmi che premiano le facce sorridenti e i corpi da prova costume. Io ho voluto creare uno spazio entrando nel quale si può empatizzare con la sofferenza degli altri». Così Thomas Webb, 29enne artista digitale britannico, descrive il videogioco on line che ha appena lanciato per richiamare l’attenzione sul problema della salute mentale. Si chiama Depressed Twitter e per crearlo ha dapprima hackerato l’interfaccia di programmazione del social dell’uccellino in modo da poterne estrarre in tempo reale tutti i tweet che riguardano la salute mentale. Sempre in tempo reale, questi tweet vengono inseriti in uno strumento di “sentiment analysis” dell’Ibm normalmente utilizzato per analizzare l’opinione dei consumatori riguardo a un determinato prodotto, per poi finire all’interno del gioco, ovviamente rispettando la privacy degli autori.

 

thomas webb, inventore di Depressed Twitter
Una schermata di Depressed Twitter.

Thomas Webb, l’hacker creativo che sognava di fare il mago

Entrando nel suo videogioco, spiega Webb, chi non si sente al top si trova con altri che hanno lo stesso umore. L’obiettivo è quello di sottrarre gli utenti del videogioco alla dittatura dei like e dei commenti propria dei social, dove solitamente chi esprime la propria tristezza o la propria sfiducia nei confronti della vita rischia di venire ulteriormente emarginato. Hackerare l’interfaccia di programmazione di Twitter non è proprio una passeggiata. Del resto Webb viene definito da Wikipedia «contemporary artist, hacker, video game developer, TEDx speaker and magician», con la stessa completezza che porta l’enciclopedia on line a definire Bob Dylan «pittore, scultore e conduttore radiofonico». Nel suo curriculum c’è anche la partecipazione in qualità di mago ad America’s Got Talent. Un obiettivo quasi realizzato visto che da adolescente sognava di esibirsi a Las Vegas come un moderno Jean-Eugène Robert-Houdin, mago francese dell’Ottocento da non confondere con il quasi omonimo Houdini. Cresciuto ad Ashford, nel Kent, figlio di un programmatore di videogiochi, Thomas Webb ha iniziato a infiltrarsi nella rete di computer della sua scuola quando aveva solo 13 anni. Oggi si definisce “hacker creativo”: a parte il caso di Depressed Twitter, in passato è riuscito addirittura a programmare un codice in grado di estrarre dati in tempo reale dai database della Nasa per utilizzarli per le sue opere.

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La tecnologia deve connettere le persone al presente non condizionarle

«Viviamo in tempi di incertezza cronica e instabilità permanente», si legge in una sorta di manifesto presente sul suo sito ufficiale, «in cui la tecnologia viene usata sia per fare del bene sia per fare del male, in modi che facciamo fatica a comprendere. Dobbiamo usarla senza paura, per non averne paura. La tecnologia ci ha permesso di essere maggiormente connessi e più aperti, ma ci ha anche resi più alienati, più insicuri e più ansiosi». Queste riflessioni lo hanno portato a creare opere digitali basate su un principio molto semplice: la tecnologia deve connettere le persone al loro presente, non condizionarle attraverso pollici alti, cuoricini e commenti positivi. Webb è stato anche definito “hacker etico”, poiché la sua attività di pirata informatico non mira a gonfiare il suo conto in banca. Per mantenersi può contare su ricchi contratti di collaborazione con brand come Mercedes e Valentino. Per quest’ultimo, tra le altre cose, due anni fa ha prodotto un’installazione esposta ad Art Basel, una delle fiere d’arte più importanti del mondo. Per la casa d’auto tedesca, invece, ha ideato un’opera utilizzata per il lancio della prima auto elettrica del marchio Mercedes-Benz EQ. Ma fra i suoi clienti non ci sono solo i brand del lusso.

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Tra le sue collaborazioni, infatti, c’è anche quella con Dua Lipa, cantante da miliardi di visualizzazioni YouTube per la quale ha creato filtri Instagram in realtà aumentata, che permettono l’arricchimento della percezione sensoriale umana mediante informazioni normalmente non percepibili con i cinque sensi.
Detto così sembra complicato, ma basta pensare a quelle stories con volti deformati, scritte e animazioni. Ecco, quelli di Dua Lipa li ha creati Thomas Webb. Una contraddizione, data la sua avversità agli algoritmi dei social? Probabilmente sì, ma chissà che in qualche modo non sia riuscito ad hackerare anche Instagram per tentare di sovvertire dall’interno la dittatura dei like.