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Tokyo 2020

Tragedia greca

Theodoros Iakovidis, sollevatore di pesi ellenico, dopo l’eliminazione a Tokyo in lacrime ha raccontato il suo dramma in diretta tv: «Noi atleti costretti a vivere con un sussidio di 200 euro al mese. Ero infortunato e non potevo pagarmi le cure»

5 Agosto 2021 15:385 Agosto 2021 16:00 Matteo Innocenti
Theodoros Iakovidis, storia del sollevatore di pesi che a Tokyo 2020 ha raccontato la condizione di povertà in cui vivono gli atleti greci

Da una parte le imprese di Míltos Tentoglou nel lungo e di Stefanos Ntouskos nel canottaggio, dall’altra le lacrime del sollevatore di pesi Theodoros Iakovidis, che dopo aver fallito la qualificazione alla finale nella categoria -96kg ha annunciato il ritiro dall’attività agonistica in diretta tv, denunciando le vergognose condizioni in cui sono costretti ad allenarsi i sollevatori greci, pagati dalla federazione ellenica appena 200 euro al mese.

Atleta olimpico in stato di indigenza

Iakovidis a Tokyo ha totalizzato 156 kg nello strappo, 182 nello slancio, 338 in totale. Numeri molto lontani da quelli dei primi classificati, per una distanza in parte frutto anche delle enormi difficoltà negli allenamenti. Il sollevatore ha rivelato di vivere in stato di indigenza, al punto da essere spesso costretto ad andare in palestra a piedi, in quanto senza soldi per fare benzina. «Sfortunatamente, senza avere la testa abbastanza calma per allenarmi, non posso gareggiare al 100 per cento delle mie possibilità e onorare la nostra bandiera», ha detto tra le lacrime Iacovidis, arrivato in Giappone dopo un fastidioso infortunio patito a fine aprile, curato da un fisioterapista da cui si vergognava ad andare perché non accetta denaro da lui, conoscendone le condizioni. Che, in realtà, non sono una novità. Sempre Iacovidis, nel 2018, aveva infatti denunciato la miseria degli atleti greci, costretti a pranzare alla mensa per i poveri di una chiesa di Kallithea, periferia di Atene. D’altra parte, nemmeno il nuovo re del lungo se la passa tanto meglio: come ha spiegato l’allenatore di Tentoglou, il campione si allena in impianti privi di illuminazione ed è ridotto a mangiare nella taverne di Kalamata che gli concedono pasti gratuiti. Le star dello sport, almeno di quelli lontani dalle copertine, non si sottraggono dunque a una situazione drammatica, che in Grecia vede il 35 per cento della popolazione vivere al di sotto della soglia di povertà. Nell’area di Atene, le mense sfamano circa 40 mila senzatetto.

Le reazioni dello sport ellenico

Le reazioni dello sport greco non si sono fatte attendere. «La storia di Iakovidis è, in un certo senso, la storia di tutte le difficoltà che abbiamo attraversato negli ultimi dieci anni. Ho fatto molti errori, ma chi prova a fare qualcosa commette errori. Le mie responsabilità sono grandi. Ora sono ancora più grandi», ha scritto su Instagram Pyrros Dimas, ex sollevatore vincitore di tre medaglie d’oro olimpiche consecutive e oggi alla guida della federpesistica ellenica: «Perdonami Theodoris. Dobbiamo impegnarci di più. Per Iakovidis e ogni altro Iakovidis». Parole di supporto sono arrivate anche dal Signore degli Anelli Leuterīs Petrounias. «Vai avanti con la forza del tuo spirito, senza aspettarti nulla da nessuno», ha scritto sui social. Anche Giannis Antetokounmpo, fresco di titolo NBA con i Milwaukee Bucks, si è dimostrato solidale: «So quanto sia difficile passare ciò che sta vivendo lui. Non conosco personalmente Theodoros Iakovidis, ma abbiamo parlato un po’ su Instagram. Sono con lui», ha detto The Greek Freak. Nel frattempo la tifoseria del Panathinaikos, polisportiva per cui è tesserato Iakovidis, ha aperto un conto corrente di solidarietà per sostenerlo. E la rete si è mobilitata, con un deciso aumento dei follower per il sollevatore, che così potrebbe attirare più facilmente sponsor.

 

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Iakovidis e i pesi, un amore nato da bambino

Nato il 12 febbraio 1991, Theodoros Iakovidis ha iniziato a interessarsi al sollevamento pesi dopo aver assistito in tv ai Campionati del Mondo di Lahti 1998. Come ha raccontato lo stesso atleta, da bambino i suoi amici giocavano a calcio o basket, mentre lui amava solo i pesi: quando ha detto ai genitori di voler sollevare in palestra, non ha ricevuto la loro approvazione, e così ha iniziato ad andarci di nascosto. Una volta scoperto che per il figlio si trattava di una vera passione e non di un amore passeggero, per così dire, mamma e papà lo hanno poi sostenuto con ogni mezzo. «La voglia di allenarsi è la caratteristica più importante per un atleta che vuole andare avanti. E io ne ho avuta tanta», ha spiegato: «Non sono stato un sollevatore di pesi di grande talento, né particolarmente forte, ma ho sopperito alle mie mancanze con un allenamento duro e intelligente». Fatto spesso, come spiegato, in condizioni difficili. Laureato in Scienze Motorie all’Università di Salonicco, Theodoros Iakovidis ha chiuso a Tokyo una carriera di tutto rispetto, durante la quale ha ottenuto l’oro ai Giochi del Mediterraneo nel 2018 e l’argento nella Coppa del Mondo nel 2020, oltre a due partecipazioni ai Giochi Olimpici.

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