Gangster d’autore
In occasione dell'uscita di The Many Saints of Newark, prequel de I Soprano, il Guardian ha stilato una classifica dei migliori film di mafia. Dalla Top 10 sono esclusi titoli eccellenti. Ma c'è Gomorra.
Cappello, cappotto, all’occorrenza un folto baffo nero, l’accento inconfondibilmente italiano. Il cinema ha ritratto i mafiosi così, stereotipandoli ma imprimendoli per sempre nell’immaginario collettivo. E lo stesso hanno fatto le serie tivù. Proprio in occasione dell’uscita di The Many Saints of Newark, film prequel della fortunata serie tv I Soprano, il Guardian ha stilato una classifica dei 30 migliori film di mafia nella storia. Avviso: è una graduatoria basata su pareri soggettivi, quindi in molti potrebbero non essere d’accordo. Anche perché dalla Top 10 mancano film considerati monumenti della storia del cinema, come Scarface (24°), The Irishman (20°) e Donnie Brasco (11°). Altri, forse meno noti, compaiono invece nella shortlist della testata inglese e potrebbero far storcere il naso a qualcuno. In ogni caso, non ci sono solo pellicole di Hollywood, ma anche produzioni asiatiche, europee e italiane come Gomorra. Tranquilli: c’è comunque tanto Al Pacino.
10. The Mission (1999)
«Una perfetta introduzione ai film di Johnnie To, il padrino del cinema d’azione di Hong Kong, e una tappa obbligata per i fan di Melville e Woo», secondo il Guardian. Il boss della Triade Lung assume cinque guardie del corpo (interpretate da abituè del cinema di To tra cui Anthony Wong, Simon Yam e Suet Lam) dopo essere scampato a un attentato. Quando uno di questi inizia una relazione con la moglie di Lung, il capo ordina agli altri quattro di ucciderlo. «Colonna sonora orecchiabile, sparatorie particolari e solidarietà maschile in abbondanza».
9. King of New York (1990)
Christopher Walken è il protagonista di questo crime «epico» incentrato sulla figura di Frank White, un criminale da poco uscito di prigione e intenzionato a riprendere in mano i suoi affari. Decide di puntare tutto su un grande ospedale da costruire nel Bronx, il suo quartiere, ma nel frattempo alloggia all’hotel Plaza e gira per la città su limousine. Per raggiungere il suo obiettivo avrà più di un nemico da eliminare.
8. Tokyo Drifter (1966)
Quando il boss va in pensione, il suo sicario più fedele si ritrova preso di mira da bande rivali. Il film è un vortice in salsa yakuza di «angolazioni folli, combinazioni di colori da sogni febbrili e più chiacchiere sul settore immobiliare di quanto ci si possa aspettare». Dopo questo e Branded to Kill, lo studio Nikkatsu ha licenziato il regista, Seijun Suzuki, per aver realizzato film «incomprensibili».
7. Grisbì (1954)
Chi ha detto che i film di mafia debbano essere ambientati solo in Stati Uniti, Italia o Asia. L’attore Jean Gabin ha dato una svolta alla sua carriera in declino grazie al film di Jacques Becker, su un gangster parigino di mezza età amante dei paté fatti a regola arte, solito indossare comodi pigiamini a letto se non è impegnato a rubare lingotti d’oro. Il film segna l’esordio al cinema di Lino Ventura nei panni dell’antagonista. Martin Scorsese lo ha citato come uno dei film che hanno influenzato The Irishman.
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6. Gomorra (2008)
È il film italiano più in alto in classifica (gli altri sono Suburra, 30°, e Il Traditore, 16°).«L’adattamento di Matteo Garrone del bestseller di Robert Saviano toglie tutto il glamour dal genere gangster». La sua è una meticolosa rappresentazione del funzionamento della camorra, «un quadro desolante ma avvincente di come la criminalità organizzata permea ogni livello della società». La fotocamera portatile e l’illuminazione naturale gli conferiscono un’atmosfera da docudrama volante. «Immenso e straziante».
5. Infernal Affairs (2002)
Dimenticate The Departed, il remake di Martin Scorsese con Leonardo Di Caprio vincitore di quattro premi Oscar. L’originale è di Andrew Lau e Alan Mak, con Tony Leung nei panni di un poliziotto sotto copertura in una triade, e Andy Lau come un criminale infiltrato nel quartier generale della polizia. L’incarico di entrambi è quello di stanare l’altra talpa, portando a una generale escalation di tensione e crisi di identità.
4. C’era una volta in America (1984)
L’ultimo capolavoro di Sergio Leone è «un’epopea di gangster ebraica, che abbraccia 50 anni, con un approccio proustiano al tempo e alla memoria». Robert De Niro interpreta un delinquente pieno di sensi di colpa che cerca la verità su una rapina fallita in cui sono morti i suoi amici. Un’infanzia del Lower East Side viene rapidamente sostituita dalla violenza dell’era del proibizionismo e dalla corruzione, il tutto accompagnato a una delle colonne sonore più belle scritte da Ennio Morricone.
3. Il Padrino (1972)
«Il primo capitolo della magistrale trilogia mafiosa di Francis Ford Coppola è ricco di dialoghi e scenografie, da allora scolpite nel linguaggio dei film di gangster». Ma a lasciare il segno sono anche le piccole cose: Michael che nota la sua mano ferma quando accende una sigaretta, o lo sguardo obliquo della guardia del corpo mentre l’adorabile sposa siciliana di Michael si prepara ad avviare l’auto. Scene che non invecchiano mai.
2. Quei bravi ragazzi (1990)
Ray Liotta è la voce fuori campo come l’estraneo inserito in un’organizzazione criminale italo-americana, in una storia “comune” di estorsioni, rapine e omicidi da parte di ragazzi non così intelligenti come pensano di essere. Joe Pesci ha il ruolo appariscente di mina vagante, ma è De Niro a essere davvero «spaventoso» mentre si siede al bar, tramando silenziosamente per uccidere i suoi amici.
1. Il Padrino Parte II (1974)
La seconda parte dell’impareggiabile saga di gangster di Coppola supera il precedente, perché porta la famiglia Corleone in due direzioni: indietro nel passato per tracciare l’ascesa di Don Corleone, da immigrato orfano siciliano a signore del crimine di Little Italy. Avanti negli anni ’50 con suo figlio, che consolida il suo potere ma, in una tragedia di proporzioni shakespeariane, contribuisce a distruggere la sua famiglia.
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