Detenuti in isolamento per oltre 20 anni, spesso in condizioni igienico-sanitarie e mentali precarie. Il braccio della morte in Texas è sotto accusa per aver inflitto a 185 uomini «punizioni crudeli e insolite». È stata infatti avviata un’azione legale collettiva, grazie anche alle testimonianze di quattro detenuti, che stanno scontando una condanna per omicidio. Per via del trattamento subito in cella, dato che passano anni in spazi angusti senza alcuno svago, soffrono ora di attacchi di panico, allucinazioni e paranoia.
Texas, nel braccio della morte condizioni brutali simili a torture
Stando a quanto riporta il Guardian, le autorità carcerarie del braccio della morte stanno violando l’ottavo emendamento della Costituzione degli Usa, che vieta di imporre cauzioni esorbitanti e ammende eccessive, e di fare ricorso a pene crudeli e inusitate. Secondo le accuse invece 185 prigionieri sono sottoposti a «condizioni devastanti», costretti a rimanere in isolamento anche per 20 anni. A oggi, l’80 per cento dei detenuti nel braccio della morte sarebbe in solitudine da almeno 10 anni. «Vi sono alcune fra le più brutali condizioni di un braccio della morte in tutto il Paese», ha detto l’avvocato Pieter Van Tol che ha intentato una causa per conto dei prigionieri in un tribunale di Houston, in Texas. «Si cerca un sollievo da condizioni molto simili a torture».

Decine di prigionieri hanno avviato da settimane uno sciopero della fame per protestare contro l’abuso di isolamento motivato, secondo l’autorità carceraria dall’appartenenza a bande interne alla struttura. I principali querelanti sono quattro prigionieri dell’Allan B Polunsky di Houston, condannati per omicidio. Si tratta di Tony Ergbuna Ford, 49enne in isolamento da 22 anni, Mark Robertson, 54enne in isolamento da 21 anni, il 55enne George Curry, da sette anni, e Rickey Cummings, 33 anni, è in isolamento da nove. «I prigionieri dormono, mangiano e vivono quasi sempre da soli», ha dichiarato l’avvocato. Per questo ora soffrono di ansia, attacchi di panico, paranoia, insonnia e persino allucinazioni.
Pena di morte e condizioni medie dei detenuti
L’isolamento come strumento di detenzione nel braccio della morte in Texas è da tempo molto discusso. È infatti lo Stato americano con il numero più alto di prigionieri (circa 500 su 3 mila) che vivono senza contatti con altri detenuti da oltre 10 anni. Durante la loro detenzione, i condannati a morte trascorrono le giornate in celle di due metri per tre in attesa dell’esecuzione. Non hanno nulla per passare il tempo o impegnare la mente. Problemi anche per l’accesso alle cure sanitarie. Già da tempo le Nazioni Unite hanno classificato l’isolamento come forma di tortura, tanto che appena 15 giorni possono cagionare irreparabili danni psicologici e fisici.
