Tetto al prezzo del gas e riforma europea: come può cambiare il mercato dell’energia

Redazione
30/08/2022

Non solo il "price cap": per frenare la crisi dei prezzi si pensa al disaccoppiamento del costo del gas da quello dell'energia sui mercati all'ingrosso. Tutti i Paesi Ue si stanno compattando. Le misure in campo per frenare l'aumento dei profitti miliardari a spese dei consumatori.

Tetto al prezzo del gas e riforma europea: come può cambiare il mercato dell’energia

Siamo alla canna del gas: occorre fare qualcosa, e farlo presto. La crisi dei prezzi nel mercato dell’energia ha convinto l’Unione europea a intervenire, visto che la Commissione Ue ha annunciato misure d’emergenza che vedranno la luce «entro le prossime settimane». Ma si fa sempre più strada l’idea che sia necessario una riforma più strutturale e non solo temporanea: in questo caso i tempi sono destinati però a slittare, fino all’inizio del 2023. Ursula von der Leyen si sta muovendo: oggi in Danimarca si è svolto l’incontro internazionale sull’indipendenza energetica della Russia, mentre il 9 settembre è stato fissato il Consiglio dei ministri dell’Energia. Capitolo buone notizie: il prezzo del gas ha iniziato a scendere sotto i 260 euro, dopo le fiammate delle settimane scorse, tornando ai livelli di metà agosto, e la Germania ha aperto all’istituzione di un tetto europeo, il famoso price cap. L’obiettivo di lungo termine è più ambizioso: arrivare definitivamente al disaccoppiamento (decoupling) del prezzo del gas da quello dell’energia sui mercati all’ingrosso.

Tetto al prezzo del gas e riforma europea: come può cambiare il mercato dell'energia
L’Ue pensa a una riforma del mercato dell’energia. (Getty)

Serve una revisione del sistema dei mercati energetici, per far scendere i prezzi rapidamente

Del resto ormai tutti i Paesi dell’Ue si stanno allineando sulla stessa posizione: serve una revisione del sistema dei mercati energetici, per far scendere i prezzi rapidamente. Come riportato da Politico, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha detto che «c’è una grande disponibilità a cambiare qualcosa, e questo mi sembra molto reciproco tra i capi di stato e di governo in Europa. Chiaramente ciò che viene attualmente chiesto come prezzo di mercato non riflette il normale andamento di domanda e offerta». Spagna e Portogallo sono sulla stessa lunghezza d’onda e hanno già ottenuto da Bruxelles il permesso di limitare i prezzi del gas naturale. Anche il primo ministro belga Alexander De Croo ha discusso di un tetto massimo di prezzo con la von der Leyen. «Il mercato sta completamente fallendo. Dobbiamo prendere in considerazione misure che prima erano impensabili, come una revisione completa del mercato dell’energia», ha affermato un portavoce del ministero dell’Energia belga. La Francia ha già un tetto massimo nazionale per i prezzi dell’energia e si è impegnata a contenere i prezzi l’anno prossimo, mentre l’Austria, inizialmente scettica sull’intervento, ora è apertamente favorevole, con il cancelliere Karl Nehammer che ha detto: «Dobbiamo finalmente fermare la follia che si sta verificando nei mercati dell’energia. Questo mercato non si regolerà da solo. Invito tutta l’Ue a 27 a unirsi per fermare immediatamente questa esplosione dei prezzi».

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Gasdotto in Germania. (Getty)

Il mercato all’ingrosso dell’elettricità non sta funzionando come dovrebbe

Il mercato all’ingrosso dell’elettricità dell’Ue è stato progettato per mantenere bassi i prezzi, ma ora sta ottenendo l’effetto opposto. Ma cos’è che non sta funzionando? Una parte del problema è che il prezzo dell’elettricità è ancorato al prezzo del carburante più costoso necessario per soddisfare la domanda giornaliera, chiamato ordine di merito, che recentemente è stato il gas naturale. E con Gazprom che ha bloccato o limitato i flussi, insieme ad altre difficoltà della catena di approvvigionamento globale, il prezzo del gas è salito a livelli esorbitanti, facendo salire alle stelle anche i prezzi dell’energia. Lunedì 29 agosto i prezzi dell’elettricità nella maggior parte dell’Europa occidentale sono schizzati sopra i 600 euro per megawattora durante le contrattazioni giornaliere, un aumento di oltre otto volte rispetto allo scorso anno, mentre i future sul gas naturale hanno raggiunto un nuovo record di  340 euro  per MWh su venerdì: questi sono i livelli che stanno costringendo i governi a spendere miliardi per proteggere i consumatori e le imprese e che potrebbero far precipitare il Continente in una pericolosa recessione.

Siamo di fronte a un aumento dei profitti miliardari a spese dei consumatori

Glenn Rickson, responsabile dell’analisi energetica europea a Standard & Poor’s Global, ha spiegato che «le impennate dei prezzi sono molto preoccupanti per i governi e gli utenti finali, che in alcuni casi stanno subendo aumenti tariffari del 350 per cento o più». Sia i prezzi del gas che quelli dell’elettricità sono successivamente diminuiti di circa il 20 per cento, in parte a causa dei rapporti secondo cui l’Ue sta rapidamente costruendo il suo deposito di gas, fornendo una certa protezione nel caso in cui il Cremlino interrompesse completamente le consegne di gas. Ma queste oscillazioni selvagge stanno convincendo sempre più Paesi che serva un ripensamento dell’approccio orientato al mercato nei confronti dell’energia. Il sistema attuale ormai ha sempre meno estimatori. Dieter Janecek, portavoce dell’economia dei Verdi tedeschi, vuole un tetto massimo del prezzo del gas in tutta l’Europa compreso tra i 100 e i 300 euro per MWh. Secondo il ministro delle finanze tedesco Christian Lindner, l’attuale meccanismo garantisce solo «un aumento dei profitti miliardari a spese dei consumatori». Secondo Rickson di S&P, qualsiasi revisione delle regole dovrebbe soddisfare tre criteri: non minare gli investimenti futuri; non distorcere il mercato paneuropeo; evitare di scoraggiare il risparmio energetico. Riuscirà l’Ue a partorire una riforma adeguata?