Il Terzo polo sembra essere molto vicino alla sua fine. Dopo i duri colpi ricevuti alle elezioni regionali in Lazio, Lombardia e Friuli Venezia Giulia, la costituzione di un partito unico ritarda. E alla base ci sarebbe una relazione mai sbocciata del tutto, quella tra i leader di Azione e Italia Viva, Carlo Calenda e Matteo Renzi. E se quest’ultimo ha recentemente accettato la direzione de Il Riformista, il primo gli imputa quelli che in tanti chiamano «tatticismi», ritenuti «inaccettabili» dall’ex ministro. E così, in pieno congresso, sembra più vicino l’addio di una fusione.
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Azione contro Renzi: «Non vuole sciogliere Italia Viva»
Il fulcro dell’intera vicenda sarebbe lo scioglimento di Italia Viva. Un impegno preso, ma mai ufficialmente, dal fondatore Matteo Renzi. Ed è proprio questo il tatticismo di cui parlano i massimi dirigenti di Azione, partito di Carlo Calenda: «Renzi non vuole prendere l’impegno a sciogliere Italia Viva e a finanziare il nuovo soggetto e le campagne elettorali». Dall’altra parte, Iv si difende con le parole di Alessia Cappello e Ciro Buonajuto, i portavoce nazionali: «Ci sono le date già fissate, ci sono le regole decise da Calenda comprese quelle sul tesseramento, ci sono i gruppi di lavoro con i nomi già decisi, c’è il comitato politico. Noi siamo pronti al congresso che Calenda ha chiesto di fare. E ci mettiamo nome e cognome. C’è qualcuno che cambia idea una volta al giorno, ma quel qualcuno non siamo noi».

I botta e risposta: Nobili e Faraone difendono Renzi
A difendere l’ex premier Matteo Renzi ci pensano anche il consigliere regionale Luciano Nobili e il deputato Davide Faraone. Il primo spiega che per lui «il problema non è se si scioglie Italia Viva, l’impressione è che si stia sciogliendo Azione per le proprie divisioni interne. Meno male che arriva il 10 giugno parte il congresso». Il secondo infuoca il diverbio: «Stiamo aspettando che Calenda convochi il tavolo di lavoro delle regole, stiamo aspettando che Calenda convochi il comitato politico, stiamo aspettando che Calenda spieghi come candidarsi al congresso. I tatticismi sono tutti di Calenda, non di Renzi».

Renzi e Calenda: le ultime mosse
Nel pieno dello scontro, sono proprio i due leader a tentare di calmare tutti. Repubblica riporta alcune fonti interne a Italia Viva secondo cui «Renzi ha convocato per stasera una riunione di parlamentari e consiglieri regionali, al Senato. Dopo l’ennesimo attacco di Calenda e Richetti, Renzi ha chiesto ai suoi di non fare polemica». Renzi avrebbe dichiarato di aver «accettato tutte le richieste di Azione. Tesseramento, tempi del congresso, mio passo indietro, nome di Calenda sul simbolo, soldi. Adesso andiamo avanti e si faccia il partito unico e il congresso. Se Calenda ha cambiato idea, lo dica. Secondo me è un errore politico ma chi vuol far saltare il partito unico si assumerà la responsabilità». Dall’altra parte, invece, il tweet di Calenda: «La prospettiva di un partito dei liberal-democratici aperto e inclusivo resta l’unica utile al paese. Va perseguita seriamente e rapidamente con i soggetti realmente interessati. Polemiche da cortile non ci interessano e non vi prenderemo parte».
Per quanto concerne @Azione_it la prospettiva di un partito dei liberal-democratici aperto e inclusivo resta l’unica utile al paese. Va perseguita seriamente e rapidamente con i soggetti realmente interessati. Polemiche da cortile non ci interessano e non vi prenderemo parte.
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) April 11, 2023