Una dottoressa di Tertenia, è stata condannata all’ergastolo. Perché? Stando alla sentenza di primo grado, il medico adottando questo metodo con gli ultrasuoni avrebbe ridotto l’aspettativa di vita dei suoi pazienti malati provocando danni irreparabili. Il pm Giovanna Moro aveva chiesto per l’imputata 24 anni di condanna.

La dottoressa di Tertenia che curava tumori con l’ultrasuoni
Alba Veronica Puddu, dottoressa di Tertenia, frazione di Nuoro, in Sardegna è stata accusata per aver curato pazienti affetti da tumore con terapie alternative, per lei giuste, usando ultrasuoni e radiofrequenze, è stata condannata all’ergastolo con isolamento diurno dalla Corte d’assise di Cagliari. Questi trattamenti avrebbero addirittura ridotto l’aspettativa di vita dei malati facendo progredire più velocemente la malattia, così da accelerare la loro morte.
Al termine della sua requisitoria, il pm Giovanna Moro aveva chiesto per l’imputata 24 anni di carcere. Inoltre la sentenza di primo grado ha trovato, che la dottoressa 52enne, è colpevole di omicidio volontario aggravato, circonvenzione di incapace e truffa.

Le parole in sua difesa
La 52enne dottoressa Alba Veronica Puddu esprime alcune parole in sua difesa nel corso del processo in Corte d’Assise a Cagliari: «Non ho mai proibito o scoraggiato i miei pazienti a seguire le cure tradizionali come chemioterapia e radioterapia. Tutto ciò che hanno fatto è stata una libera scelta di ciascuno». Continua dicendo: «Ho sempre spiegato ai miei pazienti che le mie non erano terapie oncologiche e che i miei trattamenti potevano funzionare come terapie del dolore. Ho sottolineato inoltre i pro e i contro delle terapie. Tutti e tre i pazienti deceduti, (ovvero Davide Spanu, Franco Garau e Fiorenzo Fiorini ndr), erano in una fase terminale della malattia».
Infine per difendersi la dottoressa di Tertenia ha voluto scaricare tutta la colpa sul paziente per la quale è stata accusata di omicidio volontario: «Per quanto riguarda Fiorini aveva scelto lui di non sottoporsi agli esami diagnostici e alle cure».