I partigiani? Portali via

Redazione
13/12/2021

Polemiche per la decisione del consiglio comunale di Termini Imerese di spostare dal cimitero una lapide porta i nomi di tredici morti per la Resistenza perché «potrebbero turbare la sensibilità religiosa». Ira dell'Anpi.

I partigiani? Portali via

La Resistenza al nazifascismo può turbare la sensibilità religiosa. Questa la discutibile tesi che sta facendo discutere Termini Imerese, città della provincia di Palermo. Il Consiglio comunale, infatti, ha deciso che nel cimitero della città è necessario spostare una lapide partigiana proprio perché troppo vicina alla statua della Madonna, sollevando le proteste dell’Anpi e un vespaio di polemiche.

La mozione del leghista Sciascia per spostare la lapide partigiana

Tutto nasce da una battaglia personale del consigliere leghista Fabio Sciascia, che da tempo ha avviato una crociata per allontanare i due simboli presenti nel campo santo – ritenuti incompatibili tra di loro – e culminata con l’approvazione della sua mozione passata con 5 voti a favore, 4 contrari e tre astenuti. La lapide porta i nomi di tredici tra partigiani e militari italiani internati morti in battaglia oppure sopravissuti ai campi nazisti come Girolamo Li Causi, leader del Pci siciliano nel dopoguerra e vice presidente della Commissione antimafia, e come la moglie Giuseppina Vittone, pure lei partigiana.

La polemica già dallo scorso gennaio

Già lo scorso gennaio Sciascia aveva presentato un’interrogazione suscitando le reazioni dei familiari dei partigiani e dei militari italiani di Termini Imerese internati nei lager. Nonostante le polemiche, il leghista è tornato all’attacco non è arretrando di un centimetro e continuando a sostenere che lo spostamento era necessario perché un cimitero «non è consono a ospitare una lapide civica». Il leghista ha trovato un accordo con alcuni consiglieri che hanno dato il loro assenso mentre altri due consiglieri familiari di internati sono usciti dall’aula perché si sono sentiti direttamente coinvolti nel caso.

Le dure proteste dell’Anpi: «Scelta politica, non religiosa»

Le reazioni più dure sono venute intanto dall’Anpi, che ha chiesto al sindaco, che non si è ancora pronunciato a riguardo, di lasciare la lapide al suo posto perché «sotto il manto della Madonna devono stare tutti i suoi figli» e sottolineando come Sciascia abbia presentato una mozione non religiosa, ma «chiaramente politica, e mira a offendere e mortificare la memoria di chi ha combattuto per i principi di libertà, uguaglianza e giustizia sociale».