Tennis, non solo Berrettini e Sinner: chi sono i baby talenti azzurri

Stefano Iannaccone
06/08/2022

Berrettini, Sinner, Musetti sono solo i più noti. Ma il tennis azzurro può sognare grazie a tanti baby talenti. Da Cobolli e Zeppieri a Passaro fino ad Arnaldi e Gigante. Chi sono i campioncini su cui puntare.

Tennis, non solo Berrettini e Sinner: chi sono i baby talenti azzurri

La classe 2003 del tennis ha già sfornato due baby fenomeni, capaci di imporsi al grande pubblico: lo spagnolo Carlos Alcaraz, destinato a dominare la scena per il prossimo decennio, e il danese Holger Rune, che ha già all’attivo la vittoria di un torneo a Monaco. Due campioncini affermati, di appena 19 anni, su cui c’è poco da aggiungere, se non godersene la piena maturazione. Ma alle loro spalle c’è un coetaneo, il terzo nel ranking di quell’anno di nascita: è il pesarese Luca Nardi. Ancora lontano da quei livelli, intanto occupa, in maniera stabile, una posizione tra i primi 200. Non è cosa da poco. Alla sua età, per dire, Matteo Berrettini gravitava tra la 500esima e la 600esima posizione nella classifica Atp. Oggi è il simbolo dell’Italia, regalandosi e regalandoci il sogno di una finale a Wimbledon.

Tennis, non solo Berrettini e Sinner: le giovani promesse azzurre
Matteo Berrettini (Getty Images).

Cobolli e Zeppieri: le stelle della scuola romana

Berrettini rappresenta, insieme a Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, il presente e il futuro del tennis italiano. Lo sguardo all’orizzonte diventa ancora più incoraggiante, perché si scorge un altro pezzo della meglio gioventù, al momento meno mediatico, che mai come in questi anni sta esprimendo atleti di grande classe. Nardi è solo il più giovane. Tanti altri più “vecchi”, appena di qualche mese, stanno facendo vedere qualità niente male.

Tennis, non solo Berrettini e Sinner: le giovani promesse azzurre
Lorenzo Musetti (Getty Images).

La scuola romana sta producendo due atleti, pronti a seguire le orme di Matteo. Flavio Cobolli e Giulio Zeppieri, nati rispettivamente nel 2002 e del 2001, si stanno avvicinando pian piano all’ingresso nella top 100. Cobolli, quest’anno, ha conquistato il primo titolo Challenger, la categoria di tornei leggermente inferiori agli Atp, a Zara. Nelle ultime settimane ha subito qualche battuta d’arresto, ma un evento più che prevedibile nell’ambito di un processo di crescita. È comunque prossimo al numero 130 al mondo. Al contrario, invece, Zeppieri sta vivendo una fase di rilancio, dopo un 2021 non all’altezza delle aspettative, nonostante la vittoria nel Challenger di Barletta proprio contro Cobolli. Alcuni problemi fisici e qualche eccesso caratteriale hanno rallentato la scalata, che tuttavia nelle ultime settimane è ripresa poderosamente, visto che è entrato tra i top 140. Sulla terra rossa di Umago, in Croazia, ha giocato alla pari, in semifinale, contro Alcaraz, già top 5. La dimostrazione di una solidità che può condurre il mancino Zeppieri in alto, magari «al livello di Musetti», come ha dichiarato lui stesso, ricordando le sfide contro il talento toscano nelle categorie juniores.

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Flavio Cobolli (Getty Images).

Il 21enne Passaro sorpresa della stagione

Scorrendo il ranking, la vera sorpresa della stagione è il perugino Francesco Passaro, 21 anni, che può ambire addirittura a partecipare alle Finals Next Gen, riservate agli otto migliori under 21 dell’anno. Di recente Passaro ha conquistato il titolo del Challenger di Trieste, attestandosi tra i top 150 del tennis mondiale, e decimo tra i next gen. A stupire è la crescita vissuta negli ultimi 12 mesi: ad agosto 2021 era addirittura fuori dai primi 700 del ranking. Un’ascesa perentoria grazie anche ai buoni risultati ottenuti nell’ultima primavera, che gli hanno consentito di volare agli Us Open per giocare le qualificazioni. Si attende il passo finale per incrociare le racchette con i big. L’elenco dei baby terribili azzurri è comunque lungo: l’italo-argentino (ma vive in Italia da quando era bambino) Luciano Darderi, 20 anni, è sul 173esimo gradino. Come per Passaro, anche lui tra l’inverno del 2021 e l’inizio del 2022 ha ottenuto risultati che lo hanno proiettato in alto.

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Francesco Passaro (Getty Images).

I baby talenti Maestrelli, Arnaldi, Bellucci e Gigante

E non è certo da meno Francesco Maestrelli, 20 anni a dicembre e fresco vincitore del torneo di Verona. Il giovane pisano è appena fuori dai 200, pronto a metterci piede entro la fine della stagione per completare una scalata che fa venire le vertigini solo a ripercorrerla. Lo scorso anno era addirittura fuori dai primi 1.000 del ranking. Oggi è tra i giovani più in forma del circuito. Meno dirompente, ma altrettanto consistente, è la maturazione del sanremese Matteo Arnaldi, pronto a entrare tra i primi 200 e cercare un ulteriore balzo in avanti nell’ultima fase dell’annata tennistica. Un altro 21enne, Mattia Bellucci, sta disputando match ad alti livelli in questa estate, dimostrando di poter far bene già nei Challenger, come quello recente di Cordenons. Così può ritagliarsi uno spazio nel panorama del tennis italiano, senza avere i riflettori puntati addosso, grazie alla presenza di altri talenti. I fari degli esperti sono poi accesi su Matteo Gigante, 20 anni, che ha fatto ingresso tra i primi 275.

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Matteo Arnaldi (Getty Images).

La rivincita di Agamenone

Ma, al di là della brillante gioventù, c’è una storia forse ancora più bella, che riguarda un ragazzo di 28 anni. È Franco Agamenone, argentino naturalizzato italiano nel 2020. Nel 2019, dopo una carriera tutt’altro che stratosferica, era stato squalificato per 10 mesi per doping, a causa dell’assunzione di un diuretico vietato. Qualcun altro si sarebbe arreso e appeso la racchetta al chiodo, cercando di fare altro nella vita. Agamenone, dopo la brutta parentesi, si è trasferito a Lecce, lavorando duramente per migliorare il suo gioco. Adesso vede da vicino la possibilità di diventare un top 100. Una prospettiva che, appena tre anni fa, appariva impossibile. Ancora di più per chi non aveva mai calcato i palcoscenici del grande tennis. A testimonianza che la maturazione può completarsi con calma. Un monito valido per la meglio gioventù del tennis italiano, pronta ad affiancare il trio dei sogni Berrettini, Sinner, Musetti. Magari per portare a casa la “vecchia” Coppa Davis.