Ha riposato per 80 anni in uno scantinato di San Francisco, ma finalmente ha avuto la possibilità di andare in scena. Il teatro di Magdeburgo, in Germania, ha presentato in anteprima Grete Minde, opera lirica di Eugen Engel, commerciante ebreo che la scrisse negli anni Venti del Novecento. L’uomo la inviò a sua figlia negli Stati Uniti ma non riuscì a sfuggire all’Olocausto nazista. Mentre attendeva il permesso di andare oltreoceano, fu catturato e deportato nel campo di sterminio di Sobibor, dove fu ucciso il 26 marzo 1943. Oggi i suoi nipoti, grazie al contributo del Museo ebraico di Berlino, hanno realizzato il suo sogno.
Grete Minde, la trama dell’opera riprende una novella ottocentesca
Grete Minde è un’opera tardo-romantica in tre atti che oscilla fra la commedia e la tragedia. Le sue musiche si ispirano molto alle melodie jazz degli anni Venti del Novecento e ai grandi suoni orchestrali di cui l’autore era appassionato. «Abbiamo conservato gli spartiti e il libretto in un baule per anni», ha detto al Guardian Jan Agee, nipote di Engel. «Per mia madre era troppo doloroso tirarli fuori, quindi non ci siamo avvicinati». L’opera si ispira alla novella omonima di Theodor Fontane di fine Ottocento e segue la storia di Grete, una giovane donna che un giorno viene privata della sua legittima eredità dal fratellastro, in combutta con le autorità. Per questo giura vendetta al mondo intero, dando alle fiamme la sua città natale. La stessa donna, alla fine dell’opera, è vittima del fuoco, morendo carbonizzata nel campanile di una chiesa.

L’adattamento di Engel è andato in scena al Theatre Magdeburg il 13 febbraio grazie al lavoro di 150 musicisti, che per due anni si sono dedicati alla trascrizione e all’esecuzione delle musiche. Come riporta il Guardian, la produzione ha richiesto una spesa di oltre 100 mila euro per ottenere il prodotto finale. L’anteprima ha emozionato l’intera platea, ricevendo lodi sia dalla critica sia dal pubblico. «Wagner, Strauss e Korngold trovano spazio in un’opera incredibilmente ambiziosa», ha detto Anna Skryleva, direttrice musicale del teatro, che ha “guidato” dal podio un ensemble che ha visto la presenza di organi, arpe, archi e ottoni oltre a un coro femminile. «Engel è per noi il simbolo di tutti i grandi compositori che non abbiamo mai conosciuto».
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Eugen Engel lavorò all’opera durante le pause dal lavoro per 20 anni
Per quanto riguarda la vita di Eugen Engel non si hanno molti dettagli, ancor meno per quanto riguarda il suo avvicinamento alla musica. La composizione fu però solo un “lavoro” secondario, dato che era impiegato a Berlino come commerciante di tessuti per cappotti femminili. Grazie ad alcune lettere rinvenute assieme all’opera si sa che fu amico di importanti musicisti della capitale tedesca, tra i quali il compositore Engelbert Humperdinck e i direttori Bruno Walter e Leo Blech.
Wonderful news! Eugen Engel's opera 'Grete Minden' will be premiered after more than 80 years in Magdeburg #suppressedcomposershttps://t.co/OUZsTyUrl0
— Carine Alders (@CarineAlders) February 15, 2022
«Crediamo che abbia trascorso quasi 20 anni a comporre l’opera, lavorandoci nel tempo libero», ha detto Ulrike Schröder, consigliera drammatica del teatro di Magdeburgo. «Probabilmente iniziò proprio con la stesura del libretto, cui si dedicò verosimilmente nel 1914». Engel terminò la composizione nel 1933, quando ormai la Germania era sotto il giogo nazista. L’ultima sua testimonianza risale al 20 marzo 1943, quando in una lettera indirizzata alla figlia in America rassicurava circa le sue condizioni di salute. I nazisti lo catturarono tre giorni dopo e lo portarono assieme a gran parte della sua famiglia nel campo di sterminio di Sobibor, dove morì il 26 marzo.
Gli elogi della critica e le repliche in giro per il mondo
«È incredibile vedere finalmente sul palco le parole e le note di Eugen» ha dichiarato la pronipote dell’autore, Megan Agee. «È come se il seme che ha piantato decenni fa fosse finalmente germogliato dando vita a una magia». L’opera andrà nuovamente in scena nella città tedesca per tutto il mese di febbraio, proseguendo con alcune repliche anche a marzo. Il Guardian riporta che sbarcherà anche in altri Paesi, con diverse sale da concerto che hanno fornito disponibilità ad ospitare lo spettacolo. «Vedere l’opera in scena era il suo più grande desiderio», ha concluso Jan. «Il mio più grande rammarico è che oggi né lui né la mamma siano qui per vederlo».