Cosa ci dice il primo posto dei Tears for Fears nella Billboard Top Album Sales
Tornano e con i loro capelli bianchi mandano a casa trapper e poppettari salendo in vetta con The Tipping Point alla Top Album Sales, la classifica Billboard sulle vendite. Perché i Tears for Fears fanno vera musica e vendono veri album. Alla faccia dello streaming.
Partiamo dai meri fatti di cronaca: esce il nuovo album dei redivivi Tears for Fears, campioni del pop colto Anni 80, hitmaker di lungo corso, e arriva al primo posto della Billboard Top Album Sales. Apriti cielo. Due tizi in odore di Carta Argento, quella con la quale si può viaggiare in treno e entrare al cinema con notevoli sconti causa sopravanzare della terza età, che finiscono in vetta alle classifiche di vendita in piena era Spotify. Loro, Curt Smith e Roland Orzabal, soprattutto quest’ultimo, decisamente invecchiati nella foto che li ripresenta al pubblico, i capelli e la barba bianca, sorta di Babbo Natale in salsa new wave, a mandare a casa trapper e poppettari di questi tempi.
The Tipping Point, il ritorno della vera musica
I Tears for Fears escono dopo 18 anni con un nuovo lavoro, The Tipping Point. Qualcosa di storico, perché parliamo di artisti che hanno letteralmente scritto la storia della musica dell’ultimo scorcio del Novecento, credo non serva dover citare brani quali Shout o Sowing the Seeds of Love, o Everybody Wants to Rule the World. Tornano in scena ora che la musica è letteralmente e letterariamente cambiata, tutto è fatto per essere ascoltato velocemente, distrattamente e male, con lo smartphone. Esiste praticamente solo lo streaming, questo ci dicono da tutte le parti. Il fisico è spacciato, irrilevante, marginale. Un ritorno per malati di quella che Simon Reynolds, il più grande critico musicale vivente, ha codificato come Retromania, è evidente. Ma ecco che arriva la sorpresa, spiattellata urbi et orbi dalla stampa specializzata inglese, di lì sono i Tears for Fears, e americana, la conquista della vetta della Top Album Sales.
Il primo posto dei Tears for Fears è un colpo di coda dei boomer?
Si apre subito un dibattito polarizzato, come usa oggi, tra chi livoroso dice che è la fine di quella sciatteria dello streaming, e chi invece dice che è un caso, un colpo di coda dei boomer, che come era successo un anno fa con gli AC/DC ha voluto dimostrarsi ancora vivo. La realtà è ahinoi un’altra. E dico ahinoi per due motivi più che validi. La Top Album Sales di Billboard non è la assai più ambita Top 200, è la classifica, badate bene, che proprio ai dischi, uso questa parola così vintage, venduti fisicamente fa riferimento. Come dire, sei arrivato primo vendendo cd e vinili lì dove si certifica chi ha venduto più cd e vinili, lo streaming continua a occupare militarmente l’85 per cento del mercato, circa. Certo, nell’altra classifica, quella vera, diciamo così, i Tears for Fears sono comunque entrati, con uno strabiliante ottavo posto, a riprova che il fisico, quando è un fisico di valore, regge ancora, eccome, ma nessuna vetta rilevante, da quelle parti. Il che potrebbe anche lasciare spazio a un ulteriore ragionamento, del tipo che forse sarebbe il caso che band come questa, o tante altre, sfanculassero lo streaming, chiedendo quindi ai propri supporter, evidentemente tanti, di fare lo sforzo di acquistare la loro musica, perché in quel caso forse sarebbe arrivato anche qualcosa in più dell’ottavo posto, magari non il primo, ma qualcosa in più.

I vari Drake e The Weeknd possono dormire sonni tranquilli
Altro motivo per quell’ahinoi, è che The Tipping Point è poi primo in altre chart di Billboard, cioè in tutte quelle di settore, dalla Top Rock Album alla Top Current Album, a riprova che continuare a parlare oggi di classifiche come se fosse davvero possibile includere nello stesso calderone chi compra qualcosa è semplicemente ingenuo, se non maliziosamente folle. Certo, la favoletta dei due anziani artisti che arrivano e si riprendono quello che per anni è stato loro è bella, e averci creduto giusto il tempo di aver controllato di che si trattava è stato quantomeno piacevole. Ma i vari Drake e The Weeknd possono stare tranquilli, nessun pericolo per loro: i Tears for Fears restano solo dei grandissimi artisti, vecchi.