Tag Tales

Tax the Rich!. Sveva lo aveva visto sull'abito di una deputata Usa. E questo le basta per prendere una bomboletta e scriverlo su una fiancata di una Porsche. Il racconto breve della settimana.

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Inizia con Sveva, Tax the rich! la rubrica Tag Tales. Un racconto breve su un fatto, una notizia, un personaggio della settimana. 

 

Sveva ha 19 anni, i capelli castani e due occhi terribilmente espressivi. Studia moda all’Istituto Marangoni di Londra e abita in un lussuoso appartamento che si affaccia su Hyde Park. Finito il liceo classico, a Milano, ha scelto di andare a vivere lontano dalla sua famiglia, perché tocca troppo da vicino le sue emozioni. Sono quasi le dieci e Sveva si è appena svegliata. Apre le persiane di camera sua e dalla finestra entra una luce gentile e fresca, che profuma di primavera. Una lametta e una cannuccia trasparente sono appoggiate di fianco a una bottiglia di acqua Evian sul comodino. Oggi i 20 uomini più potenti della terra si riuniscono dalla regina a Buckingham Palace e pare che per le strade della city ci sarà un po’ di fermento. Sveva prepara una riga lunga e sottile, l’unico vero e proprio sollievo che le darà il buongiorno, poi la tira su col naso e soddisfatta si guarda allo specchio, sgranando gli splendidi occhi verde smeraldo. Poi inizia a prepararsi.

Si mette dei Levi’s neri, una felpa con il cappuccio nera, un paio di Converse nere, un una giacca di pelle nera, ed esce di casa.
Pochi minuti ed è già in mezzo al corteo. Si è sparsa la voce che un manifestante sia stato trovato morto in un vicolo, nei pressi della Banca d’Inghilterra, durante gli scontri con le forze dell’ordine. Sveva è mossa da uno spirito di ribellione che le parte da dentro, dall’illusione di un altro mondo possibile, dalla voglia di spaccare tutto e di cambiare le cose. Mentre pensa a tutto questo, di colpo, per le strade si scatena una battaglia, un bombardamento di ortaggi, uova, pietre, bottiglie e proiettili di vernice che fa ondeggiare i cordoni della polizia. Un drappello di giovani anarchici vestiti di nero, come lei, riesce a penetrare su Threadneedle Street e una scarica di mattoni sfonda una vetrata all’ingresso della Royal Bank of Scotland, la banca con 20 miliardi di sterline di debiti.
Sveva si infila nella crepa con un gruppo di ragazzi, comincia a spaccare tutto, mentre altri scrivono “LADRI” sui muri con lo spray.
Alle loro spalle è un inferno, il finimondo: manganellate, cavalli della polizia, dimostranti con il volto insanguinato, il frastuono degli elicotteri che volano bassi, le urla dei manifestanti che segano l’aria, scene di una violenza inaudita, il gas dei lacrimogeni.

E Sveva pensa ai racconti di suo cugino Ludovico: alle cariche che subiva, pressappoco alla sua età, dai questurini allo stadio, nelle trasferte violente di Bergamo, di Napoli o di Verona, e crede di essere molto vicino alle sensazioni che provava lui in quei momenti, all’ardore dei fumogeni che cadevano dalle gradinate mentre la sciarpa si alzava a camuffare il volto, tra le urla degli skinhead capicurva e le sassaiole, stretto in giacche a vento costose segnate dalle manganellate. Ed è come se dallo stomaco le salisse un desiderio montante di annullare qualcuno. Sveva probabilmente non sa che in questo momento in Italia sta per partire un mandato di cattura internazionale a carico di suo padre, accusato dalla Procura della Repubblica di: bancarotta fraudolenta, frode in borsa e riciclaggio di denaro sporco. Sveva sa solamente che, questa mattina dallo schermo dell’iPhone, ha visto su Twitter che una deputata americana, all’annuale Met Gala newyorkese, indossava un vestito da sera bianco con dietro scritto TAX THE RICH. E questo le basta per prendere una bomboletta e scriverlo su una fiancata di una Porsche parcheggiata sul ciglio della strada. Tax the rich!