Tavolo di Putin, è scontro tra un’azienda italiana e una spagnola

Redazione
17/02/2022

Due aziende, una di Cantù e l'altra di Valencia, si contendono la paternità del mobile del Cremlino finito su tutti i giornali dopo l'incontro tra Putin e Macron.

Tavolo di Putin, è scontro tra un’azienda italiana e una spagnola

Mentre la diplomazia mondiale lavora per sedare le tensioni in Ucraina fra il fronte russo e la Nato, lo scontro si accende sul piano aziendale. Due società, una italiana e l’altra spagnola, hanno rivendicato la paternità dell’ormai celebre tavolo, ai cui estremi si sono seduti il presidente della Russia Vladimir Putin e quello francese Emmanuel Macron, nell’incontro del 7 febbraio scorso. A segnalarlo è Alberto Nardelli, corrispondente per l’Europa di Bloomberg che su Twitter ha fatto notare l’uscita di due articoli molto simili. Entrambi riportano il creatore del mobile, ma presentando due nomi e due aziende differenti.

Tavolo di Putin, la Oak di Cantù ne rivendica la paternità

Il 12 febbraio scorso, il Corriere della Sera ha intervistato Renato Pologna, vertice di Oak, azienda di Cantù, che ha confermato di essere l’autore del tavolo. «L’ho riconosciuto appena l’ho visto, ne vado fiero e mi emoziona vedere i risultati del mio lavoro», ha detto l’uomo nell’intervista. «Spero aiuti a sedare i venti di guerra». Pologna ha dichiarato di aver costruito il mobile circa 25 anni fa. Si tratta di una commissione per l’edificio alle spalle del Mausoleo di Lenin ricevuta fra il 1995 e il 1997. A conferma delle sue parole, nella sezione “Progetti” del sito ufficiale dell’azienda è presente anche il tavolo in questione.

Due aziende, una italiana e l'altra spagnola, rivendicano la paternità del tavolo che ha ospitato l'incontro fra Putin e Macron. La storia
Vladimir Putin con il collega iraniano Ebrahim Raisi (dx) attorno allo stesso tavolo (Getty)

 

Lo spagnolo Vicente Zaragozá non ci sta: «È opera mia»

Diversa l’opinione dell’artigiano Vicente Zaragozá, ex proprietario a Valencia di un’azienda – chiusa a luglio 2020 – che portava il suo nome. «Ho un occhio attento ai minimi dettagli», ha detto a una radio locale. La notizia è stata poi riportata anche dal quotidiano El Espanol:«Quel tavolo è opera mia», ha detto Zaragozá aggiungendo di aver eseguito il lavoro nel 2005, utilizzando legno di faggio alpino intarsiato con foglie d’oro. Il Guardian riporta che l’azienda ha ricevuto commissioni dal Cremlino e dalle ex repubbliche sovietiche per la realizzazione di diversi progetti, tra i quali la cucina e la sala da pranzo del presidente uzbeko.

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Chi ha realizzato allora il tavolo del Cremlino? Per rispondere al mistero, il Guardian ha deciso di contattare Pologna, chiedendogli spiegazioni. «Abbiamo tutti i certificati che provano ciò che affermo», ha dichiarato l’uomo che, riferendosi all’affermazione del collega spagnolo, si è detto sconcertato. «Non so cosa dire, le foto del mio lavoro sono disponibili su diversi libri risalenti al 2000. Forse il collega spagnolo ne ha realizzata una copia che è poi finita altrove».