Tavolo di Putin, è scontro tra un’azienda italiana e una spagnola
Due aziende, una di Cantù e l'altra di Valencia, si contendono la paternità del mobile del Cremlino finito su tutti i giornali dopo l'incontro tra Putin e Macron.
Mentre la diplomazia mondiale lavora per sedare le tensioni in Ucraina fra il fronte russo e la Nato, lo scontro si accende sul piano aziendale. Due società, una italiana e l’altra spagnola, hanno rivendicato la paternità dell’ormai celebre tavolo, ai cui estremi si sono seduti il presidente della Russia Vladimir Putin e quello francese Emmanuel Macron, nell’incontro del 7 febbraio scorso. A segnalarlo è Alberto Nardelli, corrispondente per l’Europa di Bloomberg che su Twitter ha fatto notare l’uscita di due articoli molto simili. Entrambi riportano il creatore del mobile, ma presentando due nomi e due aziende differenti.
Italy and Spain both appear to be laying claims over Putin’s table https://t.co/Pj4mh92hl0 https://t.co/HFAneVE9Y8 pic.twitter.com/72RjQwTlRm
— Alberto Nardelli (@AlbertoNardelli) February 15, 2022
Tavolo di Putin, la Oak di Cantù ne rivendica la paternità
Il 12 febbraio scorso, il Corriere della Sera ha intervistato Renato Pologna, vertice di Oak, azienda di Cantù, che ha confermato di essere l’autore del tavolo. «L’ho riconosciuto appena l’ho visto, ne vado fiero e mi emoziona vedere i risultati del mio lavoro», ha detto l’uomo nell’intervista. «Spero aiuti a sedare i venti di guerra». Pologna ha dichiarato di aver costruito il mobile circa 25 anni fa. Si tratta di una commissione per l’edificio alle spalle del Mausoleo di Lenin ricevuta fra il 1995 e il 1997. A conferma delle sue parole, nella sezione “Progetti” del sito ufficiale dell’azienda è presente anche il tavolo in questione.

Lo spagnolo Vicente Zaragozá non ci sta: «È opera mia»
Diversa l’opinione dell’artigiano Vicente Zaragozá, ex proprietario a Valencia di un’azienda – chiusa a luglio 2020 – che portava il suo nome. «Ho un occhio attento ai minimi dettagli», ha detto a una radio locale. La notizia è stata poi riportata anche dal quotidiano El Espanol:«Quel tavolo è opera mia», ha detto Zaragozá aggiungendo di aver eseguito il lavoro nel 2005, utilizzando legno di faggio alpino intarsiato con foglie d’oro. Il Guardian riporta che l’azienda ha ricevuto commissioni dal Cremlino e dalle ex repubbliche sovietiche per la realizzazione di diversi progetti, tra i quali la cucina e la sala da pranzo del presidente uzbeko.
LEGGI ANCHE: La crisi in Ucraina vista dagli utenti di TikTok
Chi ha realizzato allora il tavolo del Cremlino? Per rispondere al mistero, il Guardian ha deciso di contattare Pologna, chiedendogli spiegazioni. «Abbiamo tutti i certificati che provano ciò che affermo», ha dichiarato l’uomo che, riferendosi all’affermazione del collega spagnolo, si è detto sconcertato. «Non so cosa dire, le foto del mio lavoro sono disponibili su diversi libri risalenti al 2000. Forse il collega spagnolo ne ha realizzata una copia che è poi finita altrove».