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Tamponi rapidi, le intercettazioni di Zaia su Crisanti: «Lo portiamo allo schianto»

Le dichiarazioni sono contenute negli atti dell’inchiesta di Padova sull’utilizzo dei tamponi rapidi in Veneto.

2 Gennaio 2023 13:07 Debora Faravelli
Spuntano nuove intercettazioni nell'ambito della querelle sui tamponi rapidi tra Luca Zaia e Andrea Crisanti.

A quasi tre anni dallo scoppio della pandemia, dai primi focolai nel Nord Italia e dall’istituzione del lockdown, spuntano alcune intercettazioni in cui il governatore del Veneto Luca Zaia si scaglia contro Andrea Crisanti – consigliere nella prima fase dell’emergenza e poi acerrimo nemico. Al centro della telefonata la querelle sull’utilizzo dei tamponi rapidi che la Regione ha sempre difeso anche quando il virologo ha espresso i suoi dubbi e le sue critiche.

L’inchiesta della Procura di Padova sui test antigenici

Il caso sarà al centro della puntata di Report in onda stasera alle 21:15. Tutto è partito da un’inchiesta a Padova nata da un esposto di Crisanti in merito ai test antigenici rapidi che, secondo lui, sono efficaci al 70 per cento (e non al 90 come attesta il produttore Abbott Panbio) e andrebebero per questo utilizzati per la diagnosi ma non per lo screening. Considerazioni che sono giunte proprio mentre la Regione aveva deciso di comprarli e utilizzarli in modo estensivo – anche negli ospedali e nelle rsa – e che hanno fatto dunque nascere i primi attriti tra le due parti.

Spuntano nuove intercettazioni nell'ambito della querelle sui tamponi rapidi tra Luca Zaia e Andrea Crisanti.
Tampone rapido (Getty Images)

Le indagini della magistratura hanno fatto emergere che Roberto Rigoli, direttore della microbiologia di Treviso definito da Zaia «l’Elon Musk del Veneto», non aveva svolto correttamente il compito di certificare l’idoneità dei test. L’uomo ha sostenuto di aver provato il kit Abbott «su alcuni soggetti il cui risultato era già noto in biologia molecolare» e che la corrispondenza «è sovrapponibile nella totalità dei campioni esaminati», dunque ha dato l’ok ad una fornitura. Si tratta di due affidamenti diretti da 2 milioni di euro, parte della maxi commessa da 148 milioni al centro dell’inchiesta. La procura di Padova, tuttavia, non gli ha creduto e ha chiesto il rinvio a giudizio sia per lui che per Patrizia Simionato, direttrice generale pro tempore della centrare regionale per gli acquisti Azienda Zero. Il gip si è preso tempo e deve ancora decidere se mandarli a processo.

Spuntano nuove intercettazioni nell'ambito della querelle sui tamponi rapidi tra Luca Zaia e Andrea Crisanti.
Luca Zaia (Getty Images)

Le intercettazioni di Zaia su Crisanti

Come predetto, agli atti sono finite anche alcune intercettazioni del governatore leghista che riteneva di avere qualcosa per confutare lo studio di Crisanti sull’efficacia dei test rapidi. «Ho in mano una relazione autorevolissima, che lo ha preso e l’ha aperto come un carciofo», ha confidato a Roberto Toniolo di Azienda Zero. Ma una mossa di quest’ultimo manda all’aria la strategia causando l’ira di Zaia: «Sono qua a rompermi i coglioni da sedici mesi, stiamo per portarlo allo schianto e voi andate a concordare la lettera per togliere le castagne dal fuoco al Senato accademico, per sistemare Crisanti».

 

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