Per Antonio Tajani le gatte da pelare sono sempre tante. Costretto a seguire con attenzione le mosse di Silvio Berlusconi, è anche oberato dal lavoro alla Farnesina, come titolare del ministero degli Affari Esteri. Ma è un uomo fortunato, come sanno i colleghi di una volta, i giornalisti che lo conoscono da oltre quattro decenni. Chi lavora, al Foro Italico, è il preziosissimo segretario generale, l’ambasciatore Ettore Francesco Sequi. Nel primo giorno della settimana, per esempio, Sequi ha ricevuto Karen Donfried, Assistant Secretary of State statunitense per l’Europa. Con l’occasione è stato sottolineato «l’eccellente stato delle relazioni bilaterali tra Italia e Stati Uniti, confermato dagli ultimi incontri del Presidente del Consiglio Meloni con il Presidente Biden a margine del vertice G20 di Bali e del Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri Tajani con il Segretario di Stato Blinken a margine del G7 di Muenster, oltre che dalla recente missione a Roma della Vice Segretaria di Stato Sherman». E i due hanno anche portato avanti il disegno di «intensificare l’azione diplomatica, anche in ambito Quint, per la stabilizzazione dei Balcani Occidentali e per il rilancio del suo percorso di integrazione euro-atlantica». Che poi sarà il prossimo fronte di battaglia, dicono alla Farnesina.

Paolo Glisenti senza sosta dopo l’addio all’Expo di Osaka
Giornate impegnative per Paolo Glisenti. Prendiamo una data a caso, quella di lunedì 31 gennaio. Polverone mattutino per una sua lettera, scritta per lasciare al suo destino l’Expo di Osaka 2025. Già commissario per l’Italia dell’Expo di Dubai, ha inviato una missiva al presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni e al ministro degli Esteri Antonio Tajani per annunciare le sue dimissioni dall’incarico organizzativo per allestire in Giappone la parte tricolore della manifestazione. Per lui sono troppi i motivi per abbandonare, a cominciare dai «ridotti tempi utili alla realizzazione del progetto, attività che richiedeva di procedere celermente alla strutturazione del Commissariato», oltre alla «selezione del personale necessario, così come previsto dal Dpcm di nomina. Attività che risulta invece bloccata, ormai dal novembre scorso, a fronte di una sospensione cautelativa, per altro immotivata e senza indicazione dei tempi di scadenza, richiesta dal ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale per le procedure di reclutamento». E questa era la mattina: ma il pomeriggio che si fa? Ecco Glisenti all’Abi, l’Associazione bancaria italiana, nella parte che si affaccia su via di Santo Stefano del Cacco, per parlare di un libro dedicato alla Montedison, e non solo. In serata? In agenda c’era pure la presentazione, l’ennesima, del volume Il Padreterno è liberale di Nicola Porro, al Circolo degli Scacchi.

I due comunicati n.27 di Sangiuliano
Si sa, contare è un mestiere difficile: anche in matematica, non solo nella vita di tutti i giorni. Prendiamo il caso del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano: con la sua nuova gestione, nel 2023 è stato deciso di “numerare” i comunicati stampa. Bene: il numero 26 era dedicato a “Cultura, da oggi via alla VII edizione di 18app”, per il bonus cultura da 500 euro. Nella stessa giornata, quella del 31 gennaio, ecco due altre notizie ministeriali. Prima, una su “Basilicata, Sangiuliano a Bardi: ‘Presto nuovo personale per evitare chiusura Museo Muro Lucano’”, quindi la seconda su “Il sindaco Brugnaro con il ministro della Cultura Sangiuliano in visita al Teatro La Fenice, Palazzo Ducale e Gallerie dell’Accademia”. Ottimo. Peccato però che tutti e due siano stati numerati come “comunicato n.27”. E poi dicono che quelli dell’ufficio stampa e comunicazione del Mic contano tanto…
