Nei suoi colloqui al Cairo, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha dichiarato di aver affrontato le questioni, «molto sensibili in Italia», relative a Giulio Regeni e Patrick Zaki. «Sia il presidente che il ministro degli Esteri mi hanno assicurato la volontà dell’Egitto di rimuovere gli ostacoli che possono creare problemi. Non c’è stata nessuna reticenza da parte egiziana. Anzi, il problema è stato sollevato dal presidente, che ha detto che è intenzione dell’Egitto di risolvere il problema e togliere tutti gli ostacoli a una sempre più proficua collaborazione fra i nostri Paesi», ha detto Tajani.
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Libia e immigrazione
«Dobbiamo lavorare insieme per affrontare le grandi emergenza del momento, soprattutto nell’area del Mediterraneo, a cominciare dal fenomeno dell’immigrazione. Dobbiamo avere una soluzione della crisi libica», ha detto Tajani in conferenza stampa. «Sappiamo dell’azione che svolge l’Egitto che blocca partenze di migranti illegali. Ho ribadito che per noi è importante fare accordi: siamo disponibili ad avere più migranti legali anche provenienti dall’Egitto».
Istruzione ed economia
«Ci siamo soffermati anche sul tema dell’educazione e della formazione. Pensiamo di poter fare iniziative comuni anche a livello universitario», ha aggiunto Tajani, ricordando che l’Italia ha varato progetti pilota per formazione giovani extra europei che possono venire a studiare in Italia con borse di studio delle diverse università. Sul fronte della collaborazione nei settori energetico, industriale, agricolo, il ministro ha detto: «Siamo pronti anche a organizzare business forum dove le imprese italiane possono portare il loro know-how e magari lavorare con imprese egiziane per trovare forme di collaborazione operativa».
Guerra in Ucraina e crisi del grano
Tajani e i suoi interlocutori egiziani, ossia il presidente Abdel Fattah al-Sisi e il ministro degli Esteri Sameh Shoukry, hanno anche discusso della guerra in Ucraina e in particolare della questione della sicurezza alimentare. «Se il grano non arriva in molti Paesi c’è il rischio di tensioni sociali e di flussi migratori difficilmente contenibili. C’è quindi la necessità di continuare a lavorare per la sicurezza alimentari e di avere tutte garanzie perché il frumento e gli altri cereali in partenza dai porti ucraini possano arrivare a destinazione».