Taiwan risponde ai droni cinesi sparando colpi di avvertimento

Redazione
30/08/2022

Tensione sempre più alta tra Taipei e la Cina, dopo le quattro violazioni dello spazio aereo registrate oggi e la risposta dell'esercito dell'isola.

Taiwan risponde ai droni cinesi sparando colpi di avvertimento

Il rischio escalation nei rapporti tra Taiwan e Cina è sempre più concreto. Dopo una nuova violazione del proprio spazio aereo, l’esercito di Taipei ha deciso di rispondere aprendo il fuoco contro alcuni velivoli cinesi. Si tratta di «droni civili di Pechino trovati nell’area di Kinmen», arcipelago che dista qualche chilometro dalla costa continentale del Fujian. La tensione rischia ora di trasformarsi in conflitto, dopo settimane al limite e con i rapporti sempre più incrinati tra i due Stati, con in mezzo gli Usa.

Taiwan apre il fuoco contro droni cinesi

La vicenda è stata spiegata dal ministero della Difesa di Taipei. In una nota si riferisce che il Kinmen Defence Command ha rilevato diverse incursioni di velivoli cinesi, che hanno violato lo spazio aereo dell’isola. Tre le aree coinvolte: il Dadan, l’Erdan e lo Shiyu. Intorno alle 11.59 italiane, 17.59 ora locale, è stata poi registrata una nuova violazione che ha portato alla risposta con colpi veri. Questo scaturisce dal nuovo programma di contenimento in quattro mosse predisposto dal governo di Taiwan, che prevede prima l’avvertimento, poi la segnalazione dell’incursione e infine l’espulsione del drone e il suo abbattimento.

Tsai Ing-wen: «Dobbiamo essere calmi»

La presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, ha commentato i fatti di oggi spiegando che le autorità dell’isola, l’esercito e il governo, devono mantenere «moderazione e calma», pur adottando le relative «contromisure». Tsai ha spiegato: «Più il nemico è provocatorio e più dobbiamo essere calmi, senza permettere che l’altra parte abbia scuse improprie per provocare conflitti». Le parole della presidente arrivano durante la visita alla base aeronautica alle isole Penghu. La spesa militare di Taiwan, intanto, potrebbe aumentare del 14 per cento. Da settimane ormai si parla della presunta manovra statunitense che porterebbe alla vendita di armi a Taipei per 1,1 miliardi di dollari. E questo, insieme al caso della visita di Nancy Pelosi sull’isola, ha inasprito definitivamente gli animi con la Cina.