Due pezzi da novanta della discografia mondiale mettono insieme le forze: Megan Thee Stallion e Dua Lipa escono con un singolo congiunto dal titolo Sweetiest Pie. Nessuna notizia di rilievo, quindi, da anni e anni il pop internazionale, specie quello che si muove nei territori dell’urban, ci ha abituato, forse dovremmo dire educato, a collaborazioni continue, costanti. Raro che un’artista, Megan Thee Stallion nello specifico – è lei la titolare del brano, lei che ha sbancato gli ultimi Grammy Awards, lei che recentemente ha collaborato con ShenSeea, Ariana Grande, Cardi B, Nicki Minaj – decida di andare sul mercato da sola, specie se c’è un album da presentare, anticipare. L’idea di unire le forze sicuramente è alla base di tante collaborazioni, anche se non solo di questo si tratta.
La rivoluzione di Sweetiest Pie
La collaborazione tra Megan Thee Stallion, rapper texana che viene indicata come erede delle due madrine Nicki Minaj e Cardi B, e Dua Lipa, indubbiamente la popostar meglio in salute al momento – il suo Futuro Nostaliga ha sbancato e il suo tour mondiale sta registrando numeri pazzeschi – andrebbe sì segnalata visto che si tratta di due giganti che si accompagnano per un breve tratto della loro carriera, ma niente di più. Domani ci sarà un altro duetto, un’altra hit, un altro incontro di grandi nomi. Non fosse che in questo caso, come in precedenza in effetti era già accaduto quando a incontrarsi erano nomi di ambito urban al femminile, la tematica affrontata nel brano è di quelle che fanno venire sudori freddi ai bigotti appassionati di politicamente corretto: quello che fa godere una donna. Non una donna qualsiasi, viene da pensare. Il tema è un po’ personale e pretendere di essere universali sarebbe fuorviante, certo, ma è pur vero che argomenti come questo, da sempre, sono messi al bando da un sistema musica che pensato e gestito da uomini tende a volere costantemente le donne come attrici non protagoniste.

Perché una donna non può riaffermare il sacrosanto diritto di godere?
«Mai avuto problemi a trovare un cazzo» è una delle rime che la rapper infila nel suo flow nel bel mezzo del singolo destinato, sappiatelo, a fare numeri clamorosi, a passare in radio come a finire nelle playlist di maggior successo delle piattaforme di streaming. E il resto del brano gioca quasi sempre sul medesimo concetto. Una donna ha il sacrosanto diritto di godere e il parlarne è un modo non tanto per educare, quanto piuttosto per riaffermare questo diritto. Idea non così strampalata, visto il clamore che anche stavolta ha accompagnato l’uscita del brano. Era successo in precedenza ad Anaconda di Nicki Minaj, tanto per dire, a WAP di Cardi B proprio in compagnia di Megan Thee Stallion, a Lick di ShenSeea con la solita rapper texana. Canzoni rivolte dei benpensanti, seguite da proteste di politici azzimati e dalle voci stentate, pruderie nel presentare i brani, ammiccamenti sottesi a dare giudizi tranchant, ma troppo spesso lì a tradire uno sguardo più morboso che di questura. Megan Thee Stallion ama essere provocatoria, oltre che provocante, è un fatto. Come è un fatto che le sue provocazioni abbiano gioco anche troppo facile nel terreno puritano di noi occidentali, sconvolti se a parlare di sesso è una donna, per di più una donna che non ci gira intorno e che nel farlo si mostra assai poco vestita, scandalo, ma non altrettanto scandalizzati se a farlo è un uomo, lì a trattare le donne come oggetti di piacere, non lesinando dettagli e particolari.

La presenza di Dua Lipa, star pop e instagrammabile, è spiazzante
A complicare la faccenda, stavolta, e qui è il colpo di genio di chi ha organizzato l’uscita di questo brano, Megan Thee Stallion, appunto, mettere a fianco a un nome tanto spiazzante quello di Dua Lipa, vero e proprio blockbuster del pop d’oggi. L’artista britannica di origine kosovara, infatti, pur giocando giustamente e spesso sul suo aspetto assai sexy, è pur sempre una cantante pop, inclusa cioè dentro un mondo che evidentemente non ambisce a forzare la mano al pensiero unico. Tik Tok è grandissima fonte di circolazione delle sue canzoni, e il pubblico di Tik Tok è anche un pubblico di bambini. Sorte in parte condivisa da Ariana Grande, di cui in qualche modo Dua Lipa è andata a prendere il posto, almeno nei numeri e un po’ anche nell’immaginario, uscita dal mondo Disney e poi assurta al ruolo di diva musicale tout court.

Le nuove frontiere dell’emancipazione passano anche dalle pop star spudorate
Discorso a parte meriterebbe Miley Cyrus, la cui opera è stata a suo modo quasi eversiva, lei starlette per bambini con la sua Hannah Montana a mostrare il suo passaggio da infanzia/adolescenza a maturità, anche maturità sessuale, sotto lo sguardo microscopico delle telecamere, quello sì scandalo del millennio, anche perché a farlo era una bianchissima artista figlia di quel coacervo di reazionarismo che è il mondo del country. Vedere Dua Lipa, sexy ma a suo modo parte dell’estabilishment, cioè preposta a essere sexy e accettata genericamente come sexy, a fianco a Megan Thee Stallion è qualcosa che toglie certezze. Perché un conto è vedere nomi come quello della rapper autrice delle hit Body o B.IT.C.H., i titoli già indicavano qualcosa, duettare con sue pari come Cardi B, ex stripper, o Nicki Minaj, che ha fatto del suo culone esibitissimo il suo marchio di fabbrica, e un conto è vederla con Dua Lipa: è qualcosa che sconcerta, spiazza, lascia basiti. Perché Dua Lipa non è Madonna, popstar di primo livello che ha sempre giocato sulla sessualità e sulla sessualità esibita, e non è neanche la sua erede naturale, Lady Gaga, che ha preso quelle istanze e le ha se possibile portate ancora più in alto, spostando sull’inclusività il suo messaggio musicale.
Dua Lipa è in apparenza una popostar bidimensionale, il suo ricorrere alle sonorità Anni 80, la retromania di Future Nostalgia è qualcosa che va a compendio di quanto fatto anche da The Weeknd, certo, ma pur sempre un giocare con il già noto. Una popstar bidimensionale decide di rendersi spudorata, assai più di quando quotidianamente esibisce il suo corpo assolutamente nei canoni su Instagram, dotandolo di una profondità e di una dirompenza che non le avremmo probabilmente mai riconosciuto. Fatto, questo, che concede a Sweetiest Pie una ulteriore carica eversiva, un po’ come quando, ai tempi, abbiamo visto Miley Cyrus twerkare al fianco di Robin Thicke o tirare fuori la lingua cavalcando nuda una palla da demolizione nel video diretto da Terry Richardson di Wreckin Ball. Checché ne pensino le femministe, quelle cresciute a letture di Germaine Greer o Erica Jong, le nuove frontiere dell’emancipazione, oggi, passano decisamente da qui.