La Svizzera si arma e sceglie gli Stati Uniti. Nell’ambito del programma nazionale Air2030, per proteggere i suoi cieli lo stato elvetico ha infatti deciso di acquistare 36 caccia americani F-35 Lightning II, realizzati da Lockheed Martin come jet da combattimento di ultima generazione. L’accordo, stimato intorno ai 5,5 miliardi di dollari, inserisce la Svizzera nel cerchio ristretto delle 15 nazioni che hanno deciso di aderire al più grande progetto di armi del mondo. Si tratta, come riporta la Cnn, di «una famiglia di jet a motore singolo interconnessi che verranno utilizzati dagli Stati Uniti e dagli alleati». Non solo aerei. La Svizzera, grazie a una transazione di 2,1 miliardi di dollari, ha acquistato dagli Usa anche il sistema missilistico terra-aria Patriot dal gruppo Raytheon, il quale ha vinto la battaglia con i concorrenti europei.
La rabbia di opposizione e pacifisti
Fonti governative sostengono il progetto affermando di aver riscontrato «il più alto beneficio al minor prezzo». Immediate però le critiche da parte dei partiti di opposizione, i quali hanno già minacciato di indire un referendum. Secondo i critici, infatti, la Svizzera non ha bisogno di aerei da guerra all’avanguardia capaci di attraversare l’intero territorio nazionale in soli 10 minuti. «È una decisione incomprensibile», ha affermato Priska Seiler Graf, deputato dei socialdemocratici di sinistra (SP), che ha espresso preoccupazione per i costi. «Non si tratta solo di acquistarli, ma anche di sobbarcarsi le spese di manutenzione e di esercizio (stimate, come riporta l’elvetica Rsi, in 15,5 miliardi di franchi, ndr.). Non vogliamo essere dipendenti dagli Stati Uniti, dovremmo cercare una soluzione europea».
The Swiss government has announced its selection of the F-35, making it the 15th country to join the program as the best-value solution for securing the skies now and decades into the future.
— F-35 Lightning II (@thef35) June 30, 2021
Dello stesso avviso gli attivisti anti-armamenti, i quali sostengono l’inutilità, per uno Stato neutrale come la Svizzera, di mezzi bellici all’avanguardia. Per contro, i sostenitori hanno affermato che la nazione deve essere pronta a ogni eventualità, cautelandosi in anticipo in modo da non essere dipendente da terzi.
Scartato il progetto Leonardo
Il governo ha scartato i progetti europei sia per quanto riguarda l’aeronautica sia per il sistema missilistico. Nel primo caso infatti gli F-35 americani hanno battuto la concorrenza dell’F/A-18 Super Hornet prodotto da Boeing, del Rafale della francese Dassault e dell’Eurofighter costruito da Airbus e sostenuto da Germania, Spagna, dall’italiana Leonardo e dalla britannica BAE System.
Nel secondo, invece, oltre al sistema Patriot era stato anche preso in considerazione l’italo-francese Eurosam, ma gli elvetici hanno optato per gli americani, sostenendo che la scelta è stata frutto di una valutazione fatta da esperti di Zurigo e calcolata soprattutto sul rapporto qualità-prezzo. «Non avremmo comprato una Ferrari se fosse andata bene una Volkswagen, e la Ferrari sarebbe stata tre volte più costosa», ha detto la ministra della Difesa Viola Amherd in conferenza stampa.
Palla al Parlamento
Il Parlamento svizzero deve ora approvare il finanziamento per l’acquisto, con il dibattito previsto per l’inizio del prossimo anno. Sul banco solo una discussione su costi e termini, ma non sui modelli. Il rischio è quello di inimicarsi quasi la metà degli elettori, i quali già lo scorso anno si erano dimostrati contrari allo stanziamento di ingenti somme di denaro per l’acquisto degli F-35.