La Supercoppa Italiana resta in Arabia Saudita, almeno per quattro delle prossime sei edizioni. Ma lo fa con una formula tutta nuova, che prevede la partecipazione di quattro squadre e non più solo due come accaduto finora. Insomma, da finale a Final Four, sul modello spagnolo. A contendersi la prossima Supercoppa Italiana saranno le prime due classificate della Serie A e le due finaliste della Coppa Italia. Il format però è libero e potrebbe cambiare nelle successive tre edizioni, in base agli impegni dei club.

L’accordo potrebbe fruttare 92 milioni di euro
La Lega Serie A ha accettato l’offerta dell’Arabia Saudita, che nei prossimi sei anni ospiterà almeno quattro edizioni della Supercoppa Italiana: sicuramente nel 2024, 2025, 2028 e 2029. Ancora da decidere la sede per le edizioni 2026 e 2027. Con la formula a quattro (non è definitiva, dovrà essere valutato l’impatto sui calendari calcistici) la Lega Serie A incasserà 23 milioni di euro a stagione. Se invece si dovesse tornare alla finale a due, ovvero alla partita secca, l’introito si ridurrebbe a 12 milioni di euro. Insomma, se tutto andrà come previsto, l’accordo garantirà 92 milioni. Nella peggiore delle ipotesi saranno invece 59.
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Amnesty International contro la Lega Serie A
«Si svolgeranno in Arabia Saudita le prossime due edizioni, poi ci sarà uno stop di due anni in cui si potrà giocare anche altrove e poi si ritornerà in Arabia per altri due anni». Così l’amministratore delegato della Lega Serie A Luigi De Siervo, parlando della nuova formula. «La prossima edizione avrà il format a quattro squadre e ci sarà anche una amichevole». L’accordo è già stato aspramente criticato da Amnesty International Italia. Secondo il portavoce Riccardo Noury, infatti, «la Lega Serie A è complice di un sistema che tende a negare e a nascondere le violazioni dei diritti umani tramite manifestazioni sportive». È il cosiddetto “sportwashing”, già ampiamente praticato dall’Arabia Saudita, che sogna un giorno di ospitare il Mondiale di calcio: «Più si continua a dare credito alle autorità saudite perché hanno soldi per ospitare eventi sportivi, più la situazione terribile dei diritti umani in questo Paese continuerà a essere ignorata».
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