Suicidio apparente – Il caso Mario Biondo su Nove: la ricostruzione della vicenda narrata nel docufilm

Redazione
16/10/2021

Al centro dello speciale, Suicidio apparente - Il caso Mario Biondo, stasera 16 ottobre 2021, la morte del cameraman palermitano, trovato impiccato nell'appartamento di Madrid.

Suicidio apparente – Il caso Mario Biondo su Nove: la ricostruzione della vicenda narrata nel docufilm

Dopo gli speciali dedicati all’omicidio di Gloria Rosboch e al delitto di Perugia, la prima serata di Nove propone Suicidio apparente – Il caso Mario Biondo, in onda stasera, sabato 16 ottobre 2021 alle 21.25. Al centro del docufilm, la storia del cameraman palermitano Mario Biondo, trovato morto nella casa di Madrid che condivideva con la moglie Raquel Sanchez Silva, uno dei volti più noti della tivù spagnola. Una tragedia avvenuta nel 2013, a un anno esatto dalle nozze che, a oggi, rimane ancora avvolta dal mistero.

Suicidio apparente – Il caso Mario Biondo: la storia del misterioso caso al centro del docufilm in onda stasera su Nove alle 21.25

Suicidio apparente – Il caso Mario Biondo: una morte poco chiara

Era il 30 maggio 2013 quando il 30enne siciliano Mario Biondo venne trovato impiccato con una pashmina alla libreria del salotto dell’appartamento di Madrid che condivideva con la moglie, la presentatrice iberica Raquel Sanchez Silva. Tutto sembrava portare all’ipotesi del suicidio ma i familiari del ragazzo, allertati dalla nuora in lacrime, scartarono subito l’ipotesi. Nei mesi precedenti, infatti, non c’erano state avvisaglie che potessero avvalorare la possibilità che Biondo, in quel preciso momento della sua vita, meditasse di porre fine a tutto: faceva il lavoro che amava, viveva in una città piena di stimoli e, soprattutto, condivideva le sue giornate con Sanchez Silva, di cui più volte si era dichiarato perdutamente innamorato. Dopo poche settimane e nessun risultato consistente, la giustizia spagnola decise di archiviare il caso come suicidio ma il quadro generale della situazione era molto meno chiaro di quanto lo si volesse fare apparire. «Non c’è mai stata alcuna inchiesta, quello non era il luogo del delitto», ha più volte sostenuto Carmelita Morreale, legale dei genitori del ragazzo. Che continuano a chiedere accertamenti perché convinti che il figlio sia stato ucciso. Non ha fatto lo stesso, invece, la vedova di Biondo che, nelle interviste successive alla tragedia, ha sempre portato avanti la tesi data per buona dal tribunale. Seppur giustificandolo, di volta in volta, con motivazioni sempre differenti.

Suicidio apparente – Il caso Mario Biondo: la riapertura del caso

Quando, nel 2018, la Procura di Palermo decise di riaprire il caso, iniziarono ad emergere diversi elementi incompatibili col suicidio. Un’emorragia cerebrale, la posizione del corpo (talloni appoggiati al pavimento, braccia e gambe in avanti), uno strano solco dietro al collo, la posizione del cappio e una libreria apparsa leggera per sostenere il peso di un uomo e troppo in ordine per aver retto le convulsioni che si presentano, in genere, dopo un’asfissia. Si fece, dunque, strada il dubbio che il cadavere fosse stato posizionato lì subito dopo la morte. La pista dell’omicidio non sembrò più così lontana. E i sospetti ricaddero sulla persona più vicina alla vittima, la moglie. Che, tuttavia, sembrava avere un alibi: la donna, infatti, aveva dichiarato di essere partita il giorno prima per accompagnare uno zio in ospedale in vista di un intervento. Parole parzialmente smentite dal diretto interessato, che ha rivelato di aver visto la nipote soltanto il giorno dopo, il 30 e chiarendo di essersi sottoposto solo a una visita, non a un’operazione. A far scricchiolare tutto, anche l’avvistamento di Sanchez Silva nella capitale, pubblicato su un forum spagnolo, assieme all’amico Kike Sarasola, finora sottrattosi a qualsiasi richiesta di interrogatorio. Dettagli che si aggiungevano all’atteggiamento delle autorità spagnole, a esami della scena del crimine poco accurati e richieste di materiale mai arrivato agli inquirenti italiani. Tutti tasselli di un puzzle che, col passare degli anni, si è fatto sempre più intricato.

Suicidio apparente – Il caso Mario Biondo: le ultime novità sulla vicenda

Negli ultimi mesi, agli atti del fascicolo dell’indagine, passata alla procura generale e al magistrato Roberto Scarpinato dopo la richiesta di archiviazione dei pm, si è aggiunta anche la consulenza di Emme Team, un gruppo di legali e paraleagali americani incaricato dalla famiglia Biondo di svolgere indagini difensive. Dal lavoro della squadra, sarebbe emerso che Biondo non sarebbe stato solo in casa quella sera e che qualcuno avrebbe utilizzato la sua carta di credito in un night club poco distante dall’abitazione, subito dopo il decesso. Ma non è tutto. Dal monitoraggio dei social e grazie a sistemi di identificazione degli indirizzi Ip e delle attività internet, i tecnici avrebbero rintracciato l’accesso di due smartphone alle pagine Facebook e Twitter della vittima, rilevato tra il 29 e i 30 maggio 2013. Nello specifico, uno si sarebbe connesso dal wifi della casa, l’altro sarebbe stato utilizzato nei dintorni. Entrambi, però, sarebbero stati adoperati anche nel tardo pomeriggio del 30, quando le forze dell’ordine, allertate dalla donna delle pulizie, avevano trovato il cadavere. Tutto questo ha messo nel mirino degli investigatori un 50enne spagnolo, che si trovava davanti al palazzo dove abitava la coppia, proprio quella sera. Ma le indagini sono ancora in corso