Grazie ai buoni risultati della campagna vaccinale e all’allentamento delle restrizioni, i mercati enogastronomici europei ritornano a popolarsi di curiosi e gourmand. Dal Markthalle Neun di Berlino al Borough Market di Londra, passando per il Kauppatori di Helsinki, El País ne ha individuati 11 che, per originalità e varietà dell’offerta, sono diventati veri e propri simboli delle città che li ospitano.
Gli 11 mercati enogastronomici europei da non perdere
1. Il Markthalle Neun di Berlino, tra prodotti organici e delizie dal mondo
Collocato nel celebre quartiere di Kreuzberg, dove risiede una numerosa comunità turca, il Markthalle Neun è uno dei quattro suq sopravvissuti alla lenta e graduale sparizione che ha coinvolto i mercati tradizionali nati nel corso del XIX secolo nella capitale tedesca. Acquistato da un gruppo di imprenditori per evitarne la conversione in un supermercato o in un qualsiasi altro progetto che ne avrebbe spazzato via la storia, oggi continua a mantenere la fisionomia e le caratteristiche architettoniche di un tempo e l’offerta commerciale spazia da prodotti locali a leccornie regionali. L’organizzazione segue un calendario definito: martedì, venerdì e sabato spazio a bancarelle di verdure, formaggi e vino. Tutti prodotti organici e a chilometro zero. Il giovedì, invece, è la giornata dedicata ai turisti: contadini e allevatori vengono sostituiti da venditori di street food che, perfettamente in linea con lo spirito multiculturale della città, offrono specialità internazionali. Da accompagnare, rigorosamente, con la birra artigianale di Heidenpeters. Nel corso dell’anno, sono numerosi gli eventi che scelgono come location il Markthalle Neun per la sua atmosfera cool, rilassata e alternativa.
2. Il Naschmarkt di Vienna, quando l’Oriente incontra l’Europa
Il mercato più famoso di Vienna, negli anni, si è trasformato anche nel posto perfetto per spizzicare qualcosa nel tempo libero o concedersi un pranzo o una cena con gli amici. Nato come corner esclusivamente commerciale nel XVIII secolo, oggi vanta numerosi banchetti di cibo, sparsi lungo il viale Linke Wienzeile. Aperto alle contaminazioni tra Europa e Oriente, accanto alla leggendaria Schnitzel (la cotoletta viennese), si può trovare un ottimo shakshouka, piatto maghrebino a base di uova in camicia cotte in salsa di pomodoro, peperoncini e cipolla. Ma non è tutto. Spettacolare anche la selezione di carni, frutta, verdura, spezie, vino, formaggi e olive e il menù proposto dalle piccole botteghe di specialità indiane, kebab e falafel e dai piccoli ristoranti che, oltre al take away, offrono la possibilità di consumare il proprio ordine al tavolo. Il Naschmarkt, tuttavia, non è solo cibo: nella parte più a est, infatti, il mercato assume le sembianze di un bazar con un padiglione zeppo di tessuti, gioielli e bigiotteria. La domenica è giorno di riposo ma, niente paura, perché al suo posto, è possibile trovare un ottimo surrogato: il Flohmarkt, il paradiso dei collezionisti e degli appassionati del vintage.
3. Il Borough Market di Londra, tra le cartoline più belle della città
La fiera gastronomica più famosa della City occupa una serie di cortili al di sotto di una ferrovia sopraelevata, nel distretto di Southwark. Noto ai più come ‘la dispensa di Londra’, dal XVIII secolo ha cambiato più volte aspetto ma il restyling più rivoluzionario è stato, sicuramente, quello degli ultimi 15 anni. Non c’è un giorno in cui il Borough Market non sia pieno di amanti del buon cibo, vacanzieri curiosi e londinesi alla ricerca dell’ispirazione. Al pari di un museo o di una chiesa, è diventato a tutti gli effetti una tappa imprescindibile nell’itinerario di chi, per la prima volta a Londra, vuole scoprirne l’anima più creativa e vitale. Per quanto i prezzi non siano così accessibili, il repertorio è davvero variegato: si passa da prodotti freschi di altissima qualità a pietanze preparate da chef stellati, fino ad arrivare ai dolci, forse l’attrattiva principale del Borough Market.
4. Il Mayfair e il Mercato Metropolitano, a Londra il cibo parla tutte le lingue del mondo
Londra si conferma la capitale degli amanti dello street food. Due le mete d’obbligo: il Mayfair e il Mercato Metropolitano. Sorto agli inizi del XIX secolo in una chiesa sconsacrata, l’antica St.Mark’s Church, il Mayfair si è imposto come un’alternativa nuova ed economica alle catene dei lussuosi ristoranti del West End. Sotto la volta della cattedrale ci sono un piccolo caffè e un bar, mentre sulla superficie dei quattro piani si fanno largo locali e una terrazza dove, d’estate, è piacevole sorseggiare un cocktail all’ombra del campanile. Anche la parte sotterranea è stata sfruttata: spesso, vi vengono organizzati workshop, eventi e corsi di cucina. Dietro al progetto del Mayfair, c’è lo stesso team che, nel 2016, ebbe l’idea di creare il Mercato Metropolitano nel quartiere di Elephant and Castle. Che, tra un’area interna e una esterna, mette a disposizione del cliente la possibilità di fare un tuffo tra sapori francesi, italiani, argentini, messicani, turchi, libanesi e greci.
5. L’Albert Cuyp Markt di Amsterdam, l’Eden dei formaggi
Detentore del primato come mercato più esteso d’Europa e di Amsterdam, l’Albert Cuyp Market è aperto tutti i giorni, tranne la domenica, ed è il posto perfetto per chiunque voglia conoscere il lato più caotico della città. Tra negozi e piccoli locali, strizza l’occhio alle nuove generazioni e agli artisti ma rimane l’agorà perfetta per gli ambulanti che, tra un assaggio e l’altro, si dedicano alla vendita di panini con aringhe crude, patate fritte, frittelle e wafer allo sciroppo. Qualsiasi cosa si cerchi, qui si può trovare: pesce freschissimo, crostacei, abbigliamento, souvenir, ortaggi. Il suo punto di forza, però, rimangono i formaggi, fiore all’occhiello della cucina olandese, esposti quasi come se fossero gioielli.
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6. Reffen e Torvehallerne, la doppia anima di Copenaghen
Anche in Danimarca, i mercati enogastronomici sono frequentatissimi. A Copenaghen sono due quelli che, su tutti, si distinguono. Il primo è il Reffen, conosciuto ai più come Copenhangen Street Food. I suoi 30 stand offrono prelibatezze locali e straniere: dalla cucina nepalese a quella afroamericana. Il secondo, invece, sicuramente più centrale e più turistico, è il Torvehallerne, realizzato dalle ceneri di un bazar attivo dal 1889 al 1958. Dal 2011 in poi si è dedicato quasi esclusivamente alla promozione del meglio della cucina scandinava. Per quanto caro, l’atmosfera magica e la chance di assaggiare il meglio dei sapori nordici lo rendono un luogo decisamente da visitare.
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7. Kauppatori, assaggiando Helsinki
Se siete fan di uva spina, fragole e frutti di bosco, Kauppatori è il posto giusto per voi. Al centro della Piazza del Mercato, simbolo di Helsinki, vicino al molo da cui partono traghetti e navi da crociera, ospita ristoranti economici e caffetterie moderne. I commercianti di chincaglierie sono spariti ma c’è ancora qualcuno che attira i turisti con coloratissimi souvenir locali.
8. Dal Marché des Enfants Rouges al Marché d’Aligre, tutta la vitalità di Parigi
Costruito nel 1615, Le Marché des Enfants Rouges è il mercato più antico di Parigi. Un vero e proprio labirinto di specialità multietniche, di prodotti artigianali e fiori, nell’elegante quartiere di Marais, costellato di strade acciottolate, cortili nascosti e finestre dipinte. Il suo nome affonda le radici nella storia: anticamente, infatti, in questa zona sorgeva un orfanotrofio che ospitava bambini vestiti di rosso. Ovviamente, non è l’unico mercato di Parigi. In un viaggio nella capitale francese, non può mancare una tappa al Mercato della Bastiglia, famoso per la quasi costante disponibilità di primizie di stagione, al Marché Raspail, l’ideale per chi cerca e consuma prodotti ecologici e al Marché d’Aligre, scintillante vetrina dei must della gastronomia francese.
9. Mercado da Ribeira, lo specchio dell’evoluzione di Lisbona
Per vivere l’autentica esperienza portoghese, è impossibile non immergersi nel Mercado da Ribeira a Lisbona. Dall’originale progetto del XIX secolo, che limitava la sua offerta al settore ortofrutticolo, ittico e, soprattutto, floreale, oggi ha focalizzato il suo interesse quasi esclusivamente sulla cucina, con 30 ristoranti, alcuni dei quali gestiti dai migliori chef stellati del Paese, cocktail bar e un’area per concerti ed eventi musicali. Da non dimenticare anche l’accademia culinaria, la gelateria Santini e franchising che hanno fatto la storia come Pap’Açôrda. Tutto nel centro di una Capitale in continuo movimento.
10. Il Mercato di San Miguel, Madrid segue il ritmo dell’innovazione
Dopo lo stop imposto dalla pandemia, il Mercato di San Miguel di Madrid ha riaperto le sue porte con la stessa energia di sempre. A metà tra Plaza Mayor e Plaza de la Villa, è una meta irrinunciabile per chi desidera assaporare l’aperitivo tradizionale spagnolo, sorseggiare vini Doc o degustare specialità rinomate e firmate da stelle del panorama culinario spagnolo, come la paella di Rodrigo de la Calle. Anche le tapas, qui, hanno tutto un altro gusto: tra churros, crocchette e empanadas, c’è da farsi venire l’acquolina in bocca. Sulla falsariga di quello di San Miguel, sono tanti i mercati iberici che hanno seguito più o meno lo stesso percorso di riconversione. Basti pensare a quello di Vallehermoso, al Mercado de La Paz, nel quartiere di Salamanca, al Mercado Maravillas, amato soprattutto dai giovani e al Mercado de los Mostenses, perfetto per chi va alla ricerca di sapori latinoamericani.
11. Nagycsarnok, la convivialità di Budapest
Il Nagycsarnok di Budapest è, a tutti gli effetti, una straordinaria celebrazione dell’Ungheria. L’edificio neogotico della fine del XIX secolo, sopravvissuto alla Seconda Guerra mondiale, è stato restaurato nel 1996 e, da allora, qualsiasi viaggiatore se n’è perdutamente innamorato. Accanto alle botteghe dove trovare qualsiasi tipo di delizia ungherese, ci sono anche banchetti e piccole locande dove provare il gulash. Non sono ammessi tavoli singoli. Si banchetta tutti insieme e si approfitta dell’occasione per fare nuove conoscenze.