Trasformare i resti delle chewing gum sull’asfalto in piccoli capolavori. Dal 2004, l’artista londinese Ben Wilson converte uno dei rifiuti più antiestetici in arte. Un omaggio insolito ai cittadini della capitale inglese, con disegni ispirati alla loro quotidianità e alle loro storie.
Quando le gomme da masticare diventano arte
A oggi Wilson ha collezionato oltre un migliaio di opere, di cui tiene traccia in un archivio fotografico. Alcune sono andate perdute coi lavori di rifacimento del manto stradale o di pulizia dei marciapiedi. Altre, invece, resistono a distanza di anni e, talvolta, vengono sottoposte a un veloce restauro. Lo street artist non improvvisa nulla. Il suo metodo di lavoro risponde anzi a una strategia studiata nei minimi dettagli che parte dalla scelta della zona. Tende a prediligere Muswell Hill e Crouch End, poco lontane dalla sua abitazione, passando per i suoi angoli preferiti, tra Shoreditch e Hackney, fino ad arrivare al Millennium Bridge, dove ha ritoccato un centinaio di gomme da masticare diventate, negli anni, una vera e propria attrazione turistica. Una volta scelta la gomma, comincia a trattarla: prima con una fiamma ossidrica, poi un po’ di lacca quindi tre strati di smalto acrilico. Partendo da questa base e attingendo dalle idee dei passanti o dei suoi fan più affezionati, traccia il disegno e, una volta terminato, lo asciuga con un accendino e lo fissa con uno spray.
Le storie e i ricordi di una città rivivono sull’asfalto
«Le chewing gum non hanno alcun apporto alimentare, si degradano a fatica e rimuoverle è davvero difficoltoso», ha spiegato al Guardian l’artista 58enne. «Ecco perché le ho scelte. Per trasformare qualcosa che viene letteralmente sputato via in un oggetto di valore». Wilson con le sue opere riesce a fissare i ricordi dei passanti. Come nel caso di un uomo che poco prima di morire gli aveva chiesto di stilizzare su una gomma uno stormo di uccelli sul molo di Brighton. O di un artista siriano che, dopo lunghe battaglie legali, è riuscito a portare la famiglia a Londra e a ricostruirsi una vita e gli ha proposto di catturare la sua storia in una delle sue creazioni.
Tra le difficoltà economiche e la voglia di continuare a creare
Non sempre però tutto fila liscio. A volte, infatti, chi passeggia e lo vede disteso crede sia svenuto o in coma etilico e così chiama i soccorsi. È stato spesso definito un artista-attivista o un pittore ambientalista ma Wilson ha sempre rifiutato le etichette. Sin da quando, all’età di due anni, sulle orme del papà ceramista e della mamma illustratrice, ha iniziato a mettere le mani nell’argilla ha dedicato anima e corpo a un mestiere che lo ha portato a impreziosire luoghi lontani, come il Canada e la Nuova Zelanda. Fino a ritornare nella sua città e a prendersi cura delle gomme. Non si è mai fatto pagare per farlo ma ora, tra la pandemia e la necessità di mantenere tre figli, sta pensando di chiedere piccole donazioni. «Non è semplice tirare avanti ma provo ad arrangiarmi», ha aggiunto. «Ho venduto lavori a diverse gallerie, mi è stato chiesto di creare scie di chewing gum in altre capitali, ho tenuto dei workshop nelle scuole. Io andrò avanti fino a quando resisterò e avrò gli strumenti per sopravvivere e pagarmi l’affitto».