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Strage di Portella della Ginestra: cosa accadde il primo maggio 1947

Il bandito Salvatore Giuliano e i suoi uomini spararono contro una folla di contadini riuniti per celebrare la festa dei lavoratori, provocando undici morti.

1 Maggio 2023 11:03 Redazione
La strage di Portella della Ginestra e la banda del bandito Giuliano: cosa accadde il primo maggio 1947 in Sicilia.

Il primo maggio 2023 la segretaria del Pd Elly Schlein chiude la sua due giorni siciliana con una visita a Portella della Ginestra, dove esattamente 76 anni fa il bandito Salvatore Giuliano e i suoi complici spararono sui lavoratori siciliani riuniti per celebrare la Festa del Lavoro, uccidendo 11 persone e ferendone altre 27, in quella che è riconosciuta come la prima strage politico-mafiosa dell’Italia unita.

La strage di Portella della Ginestra e la banda del bandito Giuliano: cosa accadde il primo maggio 1947 in Sicilia.
Il bandito Salvatore Giuliano.

Le rivendicazioni dei contadini nella Sicilia del dopoguerra

La strage di Portella della Ginestra si consumò il primo maggio 1947, nell’omonima località situata nella vallata circoscritta dai monti Kumeta e Maja e Pelavet, nel comune di Piana degli Albanesi (provincia di Palermo). Qui oltre duemila lavoratori della zona, molti dei quali agricoltori, si erano riuniti per manifestare contro il latifondismo a favore dell’occupazione delle terre incolte e per celebrare la recente vittoria dell’alleanza socialista-comunista Blocco del Popolo alle recenti elezioni dell’assemblea regionale. La località fu scelta perché alcuni decenni prima vi aveva tenuto alcuni discorsi Nicola Barbato, tra le figure simbolo del socialismo siciliano.

La strage di Portella della Ginestra e la banda del bandito Giuliano: cosa accadde il primo maggio 1947 in Sicilia.
Portella della Ginestra, il monumento in ricordo dei caduti.

Gli intrecci tra mafia e politica: una strage senza mandante

Quel giorno Salvatore Giuliano e i suoi uomini, si recarono sul promontorio che domina la vallata: verso le dieci del mattino, appena iniziato il comizio, dal monte Pelavet partirono sulla folla in festa numerose raffiche di mitra, che si protrassero per circa un quarto d’ora: lasciando a terra 11 morti (otto adulti e tre bambini) e 27 feriti, di cui alcuni (tre) morirono in seguito. Nel mese successivo alla strage Giuliano assaltò numerose sedi dei partiti di sinistra e delle Camere del lavoro nel Palermitano: i motivi di eccidio e attacchi successivi non si esauriscono però nella dichiarata avversione del brigante nei confronti dei comunisti. Anche se tutte le colpe furono addossate al bandito Giuliano, il rapporto dei Carabinieri indicò fin da subito come possibili mandanti «elementi reazionari in combutta con i mafiosi locali». Per quanto la ricerca dei mandanti non sia mai approdata a conclusioni certe (Giuliano, ucciso nel 1950, non sarà mai processato) risultarono inoltre evidenti le responsabilità degli ambienti politici siciliani interessati a intimidire le masse contadine: oggi la strage di Portella della Ginestra viene considerata la prima strage politico-mafiosa dell’Italia unita.

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