A distanza di 16 anni dalla strage di Erba, Olindo Romano, condannato all’ergastolo insieme alla moglie Rosa Bazzi, rivendica la sua verità e ribadisce che le accuse contro di loro non hanno fondamento. Dal carcere di Opera, dove è detenuto – lontano dalla coniuge che si trova a Bollate -, ha riflettuto molto su quanto accaduto l’11 dicembre 2006 e sostenuto che lui e Rosa sono stati abbindolati.
Olindo Romano torna a parlare della strage di Erba
Intervistato dall’Adnkronos, ha raccontato che «in cella la vita è sempre quella, nulla di nuovo». Per passare il tempo, ha spiegato, «continuo a lavorare in cucina e per il resto sto senza far niente tutto il giorno, spesso in compagnia di qualche altro detenuto costretto come me in questo carcere». Quanto alla richiesta di revisione del processo, a cui sta lavorando il suo avvocato Fabio Schembri alla luce della presenza di «nuove prove e un testimone», ha affermato: «É sempre stato convinto della mia innocenza e di quella di Rosa e non è più l’unico, grazie a Dio, a credere che io e mia moglie non abbiamo commesso la strage di Erba. Non so perché non sia stata approfondita la pista dello spaccio di droga, continuo a pensare che sia stato più semplice incastrare due persone come noi non sveglissime e inconsapevoli di quello che ci stava piombando addosso».

Per Olindo, le accuse contro lui e Rosa non hanno fondamento: «Mi capita di ripensare a quei giorni e a come ci hanno abbindolato e preso in giro. Solo quando ci hanno portato al Bassone (la casa circondariale di Como, ndr) ci siamo accorti che i sospettati eravamo noi. Da allora tutto è assurdo e continua a essere irreale. Io le liti dalla casa di Raffaella e Azouz Markouk le ricordo bene, litigavano spesso, ma non per questo abbiamo pensato di fare una strage. E, in effetti, non c’entriamo nulla. Chi è stato? Non lo so, diversamente lo avrei già detto ai miei avvocati, ma di certo una strage simile può farla solo chi è abituato a fare quelle cose, non penso sia facile improvvisare un fatto del genere così efferato».

«Ho visto Rosa per Natale»
Per ciò che riguarda il rapporto con la moglie, ha infine dichiarato: «É dura, ma in qualche modo la vita in carcere va avanti e vedo Rosa appena è possibile. Due giorni prima di Natale sono andato a colloquio da lei a Bollate e sono contento. Mi tiene a galla il pensiero che prima o poi, spero prima che poi, si possa accertare che non abbiamo commesso noi la strage di Erba».