Il 12 dicembre 1969, una bomba esplose nella sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura a Milano, uccidendo 17 persone e ferendone 88. La strage di Piazza Fontana, rimasta nell’immaginario collettivo, scosse profondamente il Paese. La memoria di quell’attacco terroristico, il primo di tanti che si sarebbero succeduti nel corso degli Anni di piombo, è ancora vivo. Ed è bene che sia così, come ha sottolineato Sergio Mattarella nel giorno del 52esimo anniversario della strage. «È necessario fare memoria. La democrazia è un bene prezioso che va continuamente difeso e ravvivato. E l’unità che il nostro popolo ha saputo manifestare, quando l’aggressione ha riguardato i diritti fondamentali della persona e le basi stesse della convivenza, costituisce un patrimonio tuttora prezioso. Passare il testimone alle generazioni più giovani vuol dire trasmettere quella civiltà che è frutto di storia, di cultura, di sacrificio e intelligenza collettiva».

Il presidente della Repubblica si è poi soffermato sulle lunghe vicende processuali che «hanno lasciato vuoti e verità non pienamente svelate», sottolineando come, nonostante manipolazioni e depistaggi, sia emersa «nettamente dal lavoro di indagine e dalle sentenze definitive la matrice eversiva neofascista». Ecco alcune opere che evocano o raccontano la strage di Piazza Fontana, così come gli eventi successivi.
Piazza Fontana, al cinema con Romanzo di una strage
Romanzo di una strage, diretto da Marco Tullio Giordana e liberamente tratto dal libro Il segreto di piazza Fontana di Paolo Cucchiarelli, ricostruisce l’attentato avvenuto a il 12 dicembre 1969 e i tragici fatti che ne conseguirono: dalla morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli, avvenuta in circostanze misteriose durante un interrogatorio, all’omicidio del commissario Luigi Calabresi, che conduceva le indagini. A interpretare Pinelli è Pierfrancesco Favino, mentre a dare il volto a Calabresi è Valerio Mastandrea. Nel cast ci sono anche Luigi Lo Cascio, Laura Chiatti, Luca Zingaretti e Michela Cescon, che per il ruolo di Licia Pinelli si aggiudica il David di Donatello (premiato anche Favino).
Piazza Fontana, in musica con Jannacci, De Gregori e Gaber
Nell’album Jannacci Enzo, pubblicato ovviamente da Jannacci nel 1972, è presente la canzone Una tristezza che si chiamasse Maddalena, parla di una ragazza che non sa di andare incontro alla morte in piazza Fontana: «Una tristezza che si chiamasse Maddalena/l’hai lasciata morire con gli altri/una sera di un 12 Dicembre/senza il coraggio di alzare una mano/o signore la faccia». Sette anni dopo, l’attentato di Milano viene citato, brevemente, nel brano di Francesco De Gregori Viva l’Italia, inserito nell’omonimo album: «Viva l’Italia, l’Italia del 12 dicembre». La strage nella sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura è poi presente in Qualcuno era comunista di Giorgio Gaber, pubblicata nel 1992 nell’album dal vivo Il teatro canzone: «Qualcuno era comunista perché piazza Fontana, Brescia, la stazione di Bologna, l’Italicus, Ustica eccetera, eccetera, eccetera».
Piazza Fontana, a teatro con Fo e Morte accidentale di un anarchico
Il 5 dicembre 1970, a pochi giorni dal primo anniversario della strage, Dario Fo mise in scena con il suo gruppo teatrale La ComuneMorte accidentale di un anarchico, spettacolo dedicato alla fine del ferroviere Pinelli, morto nella notte tra il 15 e il 16 dicembre 1969, dopo essere precipitato da una finestra della questura di Milano, dove era stato trattenuto per accertamenti in seguito all’attentato. Per la rappresentazione di questo spettacolo, dalla prima di Varese Fo subì più di quaranta processi in giro per l’Italia: per evitare ulteriori problemi spostò poi l’azione dall’Italia nella New York, dove era accaduto un fatto di cronaca simile, con sfortunato protagonista Andrea Salsedo, amico Sacco e Vanzetti, che nel 1920 precipitò dal 14esimo piano del Park Row Building, sede dell’FBI.