Strage di Bologna, ergastolo a Bellini nel processo ai mandanti
A 42 anni dall'attentato alla stazione ferroviaria che uccise 85 persone, l'ex Avanguardia Nazionale viene condannato dalla Corte d'assise. Con lui anche Piergiorgio Segatel e Domenico Catracchia, che dovranno scontare rispettivamente una pena di 6 e 4 anni.
La Corte di Assise di Bologna ha condannato Paolo Bellini, ex Avanguardia Nazionale, all’ergastolo per la strage del 2 agosto 1980. 42 anni dopo l’esplosione della bomba che causò 85 morti alla stazione, Bellini riceve una condanna nell’inchiesta sui mandanti. La Corte, all’ergastolo per concorso nella strage, ha aggiunto un anno di isolamento diurno. L’uomo, 68enne, non era presente in aula al momento della lettura della sentenza. La Corte ha giudicato responsabili anche gli altri due imputati nel processo sulla strage: Piergiorgio Segatel, accusato di depistaggio e condannato a sei anni, e Domenico Catracchia, accusato di false informazioni al pm al fine di sviare le indagini, condannato a quattro.

Strage di Bologna: la sentenza di oggi
Bellini, Segatel e Cataracchia sono stati quindi condannati dalla Corte d’Assise di Bologna. Per l’attentato in via definitiva hanno ricevuto una condanna gli ex Nar Giusva Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini. Condannato in primo grado anche Gilberto Cavallini, il cui processo di secondo grado è stato rinviato al 2023. L’imputazione di Bellini è arrivata dopo la richiesta della Procura generale di aprire un’inchiesta sui mandanti. Accusati da morti, quindi non processabili, anche Licio Gelli, capo della P2, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi. Tutti loro sono ritenuti mandanti, organizzatori o finanziatori dell’attentato.
Dietro la bomba la loggia P2
Le indagini sui mandanti sono state chiuse dagli inquirenti nel gennaio 2021. Proprio con questa nuova indagine è stato rintracciato il legame tra la loggia P2 e gli estremisti di destra, con in mezzo intelligence e faccendieri che avrebbero depistato le indagini. Licio Gelli, a capo della loggia massonica, così come Ortolani, D’Amato e Tedeschi, sono morti da tempo e per questo non hanno potuto rispondere davanti alla Corte. Non è stato così per Bellini, la cui condanna all’ergastolo ha generato una moderata esultanza da parte dei familiari presenti alla lettura della sentenza.

Il comitato familiari delle vittime: «Inizio del percorso verso la verità»
Non una chiusura della storia, ma un nuovo inizio. O almeno è questo che ha dichiarato il presidente del comitato familiari delle vittime della strage di Bologna, Paolo Bolognesi. Intervistato da Adnkronos, ha prima espresso la propria soddisfazione e poi pensato al prossimo futuro: «Confido nel fatto che la mole di documenti uscita da questi processo potrà essere utile anche per altri processi riguardanti le stragi e non solo. È l’inizio del percorso verso la verità, mancano le responsabilità politiche».
Strage di Bologna: cos’è successo il 2 agosto 1980
Sabato 2 agosto 1980, alla stazione ferroviaria di Bologna Centrale, un attentato attraverso l’esplosione di una bomba ha ucciso 85 persone, ferendone più di 200. L’ordigno, composto da oltre 23 chilogrammi di esplosivo, è deflagrato alle 10.25, non lasciando scampo ai passeggeri in prossimità. Oltre 30 metri di banchina vennero spazzati via dalla bomba.