Oggi 23 maggio 2023 ricorre il 31esimo anniversario della strage di Capaci, nella quale morirono il magistrato Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Sulle pagine di Repubblica è andato in scena un duro scontro tra Alfredo Morvillo e Maria Falcone, cognato e sorella del giudice antimafia.

Il botta e risposta sulle pagine di giornale
«In questa città aver fatto accordi con la mafia viene ritenuto da tutti un fatto disdicevole?», ha scritto Morvillo, ex procuratore di Trapani, sulle pagine dell’edizione palermitana di Repubblica Palermo. «Troppo spesso i cittadini ricevono dall’alto segnali che invitano a convivere con ambienti notoriamente in odore di mafia». Il riferimento è alla giunta di centrodestra del sindaco Roberto Lagalla, sostenuta dagli impresentabili Marcello Dell’Utri e Salvatore Cuffaro, entrambi condannati per fatti di mafia. Ma si tratta anche di un attacco a Maria Falcone, che durante la campagna elettorale dell’anno scorso si era scagliata contro Dell’Utri e Cuffaro, per poi firmare di recente un accordo con Lagalla per realizzare un nuovo museo dell’antimafia. «È il tempo di andare avanti, di perseverare nella ricerca della verità e al contempo smettere di usare l’antimafia per fare carriera, per fare passerella»: questa la risposta di Maria Falcone, affidata a una lettera pubblicata da Repubblica. «È il tempo di non abbassare la guardia e al contempo costruire ponti tra le diverse componenti sociali, pretendere impegni da chi vuole unirsi allo sforzo del cambiamento, senza criticare a priori, magari rianimati da una certa nostrana acida propensione alla presunzione».

Morvillo diserterà la commemorazione di Palermo
A Palermo, durante la commemorazione ufficiale davanti all’aula bunker, parlerà il presidente della Regione Renato Schifani, attualmente sotto processo a Caltanissetta per i suoi legami con Antonello Montante, l’ex leader di Confindustria condannato a 8 anni per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e accesso abusivo al sistema informatico. Non ci sarà Giuseppe Di Lello, magistrato del pool antimafia di Falcone e Borsellino. E nemmeno Morvillo, che ha scritto: «Palermo abbia la coerenza di non partecipare alle commemorazioni, non lo merita la città, non meritano Falcone e Borsellino che il loro ricordo sia macchiato dalla rituale presenza di personaggi che non tralasciano occasione per propagandare la convivenza politico-sociale con ambienti notoriamente in odore di mafia».