«La mia foto usata per diffondere fake news sulla guerra»: la storia dell’influencer di Mariupol

Camilla Curcio
17/05/2022

Marianna, la 29enne incinta fotografata dopo il bombardamento all'ospedale di Mariupol, racconta alla Bbc come quello scatto le ha sconvolto la vita.

«La mia foto usata per diffondere fake news sulla guerra»: la storia dell’influencer di Mariupol

Avvolta in una coperta pesante, con in mano le poche cose raccolte nella fretta della fuga e il viso insanguinato. La fotografia di Marianna Vyshermirsky, beauty influencer ucraina incinta mentre scappava dall’ospedale bombardato di Mariupol  scattata dai reporter dell’Ap ha fatto il giro del mondo ed è diventata una delle immagini simbolo della guerra in Ucraina. Eppure a causa di quello scatto si è ritrovata al centro di un’aggressiva campagna di disinformazione architettata dai russi, con diplomatici che accusavano la 29enne di essere un’attrice, pagata per interpretare una parte e diffondere una versione dei fatti non corrispondente alla realtà. Un’ondata di odio che, in poche ore, ha travolto lei e la sua famiglia».

Alle origini dello scatto

Il ritratto è diventato immediatamente virale ed è arrivato ovunque: sui magazine e i quotidiani online, sulle prime pagine dei giornali, fino all’assemblea del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Ed è stata proprio questa condivisione che ha permesso alla macchina della propaganda del Cremlino di appropriarsene con facilità e ridurla a oggetto di gogna mediatica che, oltre a social network e organi di informazione, ha coinvolto addirittura le ambasciate. «Ho ricevuto così tante minacce, mi dicevano che avrebbero fatto di tutto per trovarmi, che mi avrebbero ucciso e che avrebbero fatto a pezzi mia figlia», ha raccontato Marianna Vyshermirsky nella  intervista alla Bbc, dopo aver fatto ritorno nella sua città natale nel Donbass, «dare alla luce una bambina in guerra non è semplice. Ha scelto di nascere in un momento complicato ma meglio così che non arrivare proprio».

Dalla tranquillità della routine a un sottoscala per ripararsi dalle bombe

La vita della 29enne era assolutamente normale. Il marito Yuri lavorava come operaio all’acciaieria Azovstal  e lei si dedicava a promuovere prodotti beauty su Instagram e a condividere con i suoi follower la gioia di diventare mamma. Una routine tranquilla che non avrebbe mai immaginato di poter perdere. Almeno fino al 9 marzo, quando il rumore di una violenta esplosione non ha iniziato a riempire i corridoi e le stanze del reparto maternità dov’era ricoverata da qualche giorno. «Percepivo che tutto attorno a me si stava distruggendo, con schegge e frammenti che volavano ovunque», ha raccontato, «quel suono mi è rimasto nelle orecchie per settimane». Trascinata in fretta assieme agli altri pazienti in un sottoscala non aveva avuto il tempo di recuperare quel che aveva portato con sé da casa. «Dovevo rientrare in stanza e prendere le poche cose che avevo preparato per mia figlia», ha proseguito, «così, mi sono rivolta a un ufficiale della polizia e gli ho chiesto se potesse aiutarmi a farlo». 

Perché l'influencer Marianna Vyshermirsky è stata strumentalizzata dalla propaganda russa
Una foto dell’influencer col marito (Instagram)

Accusata di aver interpretato due ruoli

È stato proprio in quel momento che i reporter hanno scattato la prima foto, per poi inquadrarla nuovamente mentre scendeva concitata le scale per uscire dall’edificio. Con la pubblicazione degli scatti online e il tam tam successivo di social in social a partire da un canale Telegram filoputiniano, gli hater hanno iniziato a insinuare che si fosse prestata a una messa in scena e avesse usato il make up per simulare le ferite.

Perché l'influencer Marianna Vyshermirsky è stata strumentalizzata dalla propaganda russa
Uno dei tweet della propaganda (BBC)

È stato l’inizio di un inarrestabile susseguirsi di bufale, amplificate da alti funzionari russi e media statali, arrivati ad asserire che non si fosse limitata a un ruolo ma ne avesse recitati addirittura due, compreso quello di un’altra partoriente su una barella. Donna che purtroppo è morta dopo il parto cesareo. Non avendo alcun accesso a Internet, la blogger non è riuscita a vedere le immagini fino a qualche giorno dopo: il suo account Instagram era pieno di illazioni e intimidazioni, molte delle quali chiaramente veicolate da troll. «Leggere quelle parole mi ha addolorato», ha sottolineato, «perché so di aver vissuto quel dramma».

Perché l'influencer Marianna Vyshermirsky è stata strumentalizzata dalla propaganda russa
La partoriente sulla barella, morta pochi giorni dopo (Twitter)

L’accusa ai giornalisti di AP

Nell’intervista alla Bbc tuttavia, il bersaglio della sua rabbia non è stata solo la Russia (e quanti hanno diramato le notizie fasulle sul suo conto) ma l’Ap. «La cosa che più mi ha offeso è stato vedere come i fotoreporter che hanno postato i miei scatti sul web non avessero intervistato altre donne incinta che, in qualche modo, avrebbero potuto confermare che quel bombardamento c’era stato davvero», ha precisato, «è stato proprio questo a spingere molti a pensare che fosse tutta una recita». In realtà, a quanto risulta dalla sua stessa testimonianza, Vyshermirsky è stata una delle ultime pazienti a essere evacuate quando lo staff di Ap è arrivato sul posto. Dove, come confermato dall’agenzia di stampa per smentire qualsiasi coinvolgimento nell’operazione di propaganda, ha iniziato a raccogliere le voci di quasi tutti i presenti.

Perché l'influencer Marianna Vyshermirsky è stata strumentalizzata dalla propaganda russa
Una delle due foto scattate dai reporter di AP (Twitter)

L’intervista con il blogger filorussio

Nei giorni successivi alla tragedia, la 29enne ha dato alla luce la piccola Veronika in un altro ospedale. La coppia ha poi cercato di fuggire e, per settimane, nessuno è riuscito a rintracciarla. Fino a quando, a inizio aprile, Marianna e Yuri sono sono ricomparsi nel Donbass. Lì è stata intervistata da Denis Seleznev, un blogger noto per il suo supporto ai separatisti e buona parte delle sue dichiarazioni sono state tagliate e rimontate per assecondare la narrazione della propaganda.

Perché l'influencer Marianna Vyshermirsky è stata strumentalizzata dalla propaganda russa
Vyshermirsky e la piccola Veronika (Twitter)

La 29enne ha anche negato che l’ospedale in cui era ricoverata fosse una struttura militare controllata dal Battaglione Azov dove i soldati avevano costretto lei e le altre donne in attesa a fare da scudo umano. In realtà, nel palazzo non c’era traccia di soldati, se non nel reparto di oncologia ma non è ancora chiaro se fossero di passaggio o meno.

Una nuova pioggia di accuse

La longa manus della propaganda, però, non si è limitata a questo. Dalla chiacchierata con Seleznev, infatti, sono stati manipolati altri stralci. Tra cui quelli utilizzati per far credere che a distruggere l’ospedale fossero state bombe ucraine. «Il suono di un aereo che vola è inconfondibile e io non l’ho sentito», aveva detto Marianna anche se i giornalisti di Afp hanno dimostrato che a Mariupol c’è stato un attacco aereo come dimostra la foto di un enorme cratere. «Ho visto il video del cratere», ha detto Marianna alla Bbc  «ma non posso dare la colpa a nessuno perché non ho visto da dove provenissero le esplosioni».

Perché l'influencer Marianna Vyshermirsky è stata strumentalizzata dalla propaganda russa
La blogger intervistata da Seleznev (Twitter)

Ora la neomamma prova a ritrovare un po’ di normalità: si prende cura della bambina, è tornata a scrivere sul blog e ad aggiornare i profili social. Quello che, però, ha subito in questi mesi è difficile da dimenticare: «La mia vita è cambiata per sempre», ha concluso, «per ora non faccio piani, abbasso le mie aspettative. Non abbiamo davvero idea di cosa ci riservi il futuro qui».