Il primo ok risale allo scorso maggio. Poi l’accordo raggiunto a novembre tra i Paesi dell’Ue e ora il via libera definitivo dell’Eurocamera: dal 2035 non saranno più immatricolate nuove auto considerate inquinanti, cioè a benzina e diesel. L’ok della Seduta plenaria è arrivato oggi e a votare favorevolmente sono stati 340 europarlamentari. I no, invece, sono stati 279 mentre 21 gli astenuti. Lo stop è inserito all’interno del pacchetto Fit for 55 e prevede degli step intermedi. La riduzione delle emissioni, infatti, è fissata al 55 per cento per il 2023 per quanto riguarda le auto e al 50 per cento, invece, per i furgoni.

Entro il 2025 il sistema di monitoraggio
Adesso il prossimo passo dovrebbe essere il sistema di monitoraggio. La Commissione ha previsto di presentarlo entro il 2025. Con esso punta a valutare e comunicare tutti i dati sulle emissioni di CO2 nell’intero ciclo di vita di auto e furgoni venduti nei Paesi dell’Unione Europea. Entro l’anno seguente, poi, il divario dovrà essere affrontato con metodologie specifiche e misure atte a ridurre le emissioni, da proporre direttamente ai costruttori. Solo i piccoli costruttori, con volumi di produzione annui tra mille e 10 mila auto o tra mille e 22 mila furgoni possono ottenere una deroga fino al 2035.

Contrari FdI, FI e Lega
Tra i contrari ci sono gli europarlamentari di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega. Al contrario, si sono schierati a favore i partiti del centrosinistra, M5S compreso. Pietro Fiocchi, eurodeputato di FdI, spiega: «La decisione del Parlamento europeo di vietare i motori a combustione interna costerà all’Europa centinaia di migliaia di posti di lavoro e lascerà un’industria europea vitale pericolosamente dipendente da batterie, materie prime e terre rare di dubbia provenienza e disponibilità. Per questo abbiamo espresso voto contrario». Fa da contraltare Mario Furore del Movimento 5 Stelle: «Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega hanno provato a respingere lo storico accordo europeo sul taglio delle emissioni inquinanti di automobili e furgoni e sono stati sconfitti. Il voto del Parlamento europeo dimostra che i sovranisti sono minoranza in Europa, mentre il Ppe si è spaccato».