Stonehenge, al via i lavori per proteggere il sito dall’agricoltura intensiva

Fabrizio Grasso
21/03/2022

Il National Trust ha acquistato due aree vicine al sito britannico, con l'obiettivo di preservarle dall'agricoltura intensiva. Verrà eseguita un'operazione di restyling per riportarle al periodo in cui venivano attraversate dai pellegrini.

Stonehenge, al via i lavori per proteggere il sito dall’agricoltura intensiva

Preservare Stonehenge e l’ambiente circostante. È questo l’obiettivo del National Trust del Regno Unito. L’organizzazione che ha come fine quello di tutelare i beni paesaggistici e storici del Paese, ha infatti acquistato due aree vicine al sito. Una comprende il percorso seguito dai pellegrini e l’altra era anticamente adibita a luogo in cui consumare banchetti. Entrambe, attraverso un’opera di restauro, verranno sottratte all’agricoltura intensiva per creare una zona di comfort per piante e animali.

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In cosa consiste il nuovo restauro delle due aree di Stonehenge

Una delle aree comprende un tratto dell’Avenue, ossia il percorso che si snoda per circa 2,5 chilometri dalle rive del fiume Avon fino al cerchio di pietre di Stonehenge. Si tratta, secondo gli storici, dell’antica strada che migliaia di anni fa aiutava i pellegrini della Gran Bretagna a raggiungere il sito. Il restauro, come riporta il Guardian, consegnerà ai turisti un’idea più definita di come dovesse apparire l’area nel pieno della sua attività.

Per quanto riguarda invece la seconda zona, si tratta della fossa di Coneybury, a circa 1,5 chilometri dal sito in direzione sud-est non lontano da un altro monumento risalente al 2700 a.C. Al suo interno, gli archeologi hanno rinvenuto ossa di animali da allevamento, le quali hanno subito fatto pensare a un luogo in cui i gruppi si riunivano per consumare e condividere il cibo. Oltre al tratto di Avenue e alla fossa di Coneybury, le due aree comprendono un terreno di 140 ettari e sei monumenti di età neolitica. Ancora incerta la data di inizio dei lavori, così come la successiva apertura del sito ai turisti.

L’obiettivo è salvare Stonehenge dall’agricoltura intensiva

Per Nick Snashall, archeologo del National Trust che da anni lavora a Stonehenge, l’acquisizione dei terreni è già un passo importante. Gli ultimi decenni di agricoltura intensiva, tra cui la coltivazione del grano e la relativa aratura della terra, avevano contribuito a danneggiare gravemente il sito. «Anno dopo anno l’agricoltura intensiva cancella la storia degli antichi uomini», ha detto al Guardian. «Questo passo rappresenta una notizia fantastica, perché creeremo anche una nuova casa per la natura e custodiremo le gesta di chi ci ha preceduto». Le campagne britanniche ospitano numerose specie di flora e fauna, tra cui fiori selvatici come lupinelle e primule, farfalle blu Adonis e lepri.

Il National Trust restaurerà due aree vicine a Stonehenge per tutelare flora e fauna locali. L’azione restituirà lo splendore del passato.
Il monumento di Stonehenge risalente all’età neolitica con le campagne adiacenti (Getty)

«I prati calcarei, oltre a proteggere il sito archeologico, consentiranno alla natura di prosperare», ha detto Rebecca Burton, direttrice del National Trust. «In parallelo i visitatori si confronteranno con un paesaggio che era familiare agli antichi frequentatori di Stonehenge». Intanto un recente studio potrebbe aver finalmente decifrato il vero significato del cerchio di pietre più famoso del mondo. Timothy Darvill, archeologo dell’Università di Bournemouth, crede infatti che si tratti di un imponente calendario solare che anticamente contava 30 pietre verticali, una per ogni giorno del mese.