Il giorno dopo l’ottimismo scaturito dai dati Istat, che hanno evidenziato una crescita dell’occupazione che non si registrava dal 1977, è l’Ilo a frenare l’entusiasmo italiano. Secondo il Rapporto mondiale sui salari 2022/23 dell’Organizzazione internazionale del lavoro, i salari nel Paese sono più bassi del 12 per cento rispetto al 2008 in termini reali. A generare il ribasso sono, secondo il report, l’impatto dell’inflazione su salari e potere d’acquisto. A questo si aggiunge la pandemia: il Covid ha rallentato la crescita economica di tutti i Paesi del mondo, Italia compresa. E come se non bastasse, la crisi inflazionistica ha subito il contraccolpo della guerra in Ucraina, che ha portato a un’altra crisi, quella energetica.

I salari italiani i peggiori del G20
L’Organizzazione internazionale del lavoro si è concentrata sul potere d’acquisto e sull’impatto in termini reali dei salari. In 14 anni, cioè dal 2008 a oggi, soltanto l’Italia, il Giappone e il Regno Unito all’interno dei Paesi del G20 hanno registrato livelli inferiori. E il crollo italiano è il più evidente, poiché è del 12 per cento, contro il 2 per cento giapponese e il 4 per cento del Regno Unito. Nel periodo 2008-2022 crescono, invece, l’Australia e la Repubblica della Corea, con un forte aumento dei salari reali.
Ilo: «Salari mensili scesi dello 0,9 per cento nel mondo»
Nell’analisi complessiva del documento, però, l’Ilo si focalizza anche su un altro aspetto. Per l’Organizzazione internazionale del lavoro, infatti, i salari mensili sono scesi dello 0,9 per cento a livello globale già nella prima metà dell’anno in corso. Un calo mai registrato prima nel ventunesimo secolo, e che fa riflettere su come bisogna intervenire per arginare l’impatto dell’inflazione. Nei primi sei mesi del 2022, inoltre, la crescita dei salari reali si è fermata e ora è al -2,2 per cento. Per l’Ilo «la crisi del costo della vita si aggiunge alle ingenti perdite salariali subite dai lavoratori e dalle loro famiglie durante la crisi del Covid-19, il cui impatto, in molti Paesi, è stato maggiore sui gruppi a basso reddito».
