Usa, sarà demolita la portaerei simbolo della lotta al razzismo
La USS Kitty Hawk, gioiello della marina americana, sarà demolita. Attiva dal 1960, è stata utilizzata nelle guerre in Vietnam e Iraq, ma è stata soprattutto luogo di rivolte contro la discriminazione razziale e simbolo delle battaglie per la parità di genere.
Gli Stati Uniti si apprestano a dire addio a un pezzo di storia della marina. La USS Kitty Hawk, portaerei che ha servito il Paese in Vietnam e in Iraq, verrà infatti demolita. Se ne occuperà la texana International Shipbreaking Limited, che ha acquistato la nave per la simbolica cifra di 1 solo dollaro. L’imbarcazione è testimonianza non solo di conflitti, ma anche di battaglie per la parità di genere e contro le discriminazioni razziali all’interno della stessa marina degli Stati Uniti.
USS Kitty Hawk today started her final voyage from Bremerton to a scrapyard in Texas. Built for $264 million in 1961 ($2.5 billion in 2021), the Kitty Hawk was sold to the scrap company for the bargain price of 1 cent. For another penny, the company also got USS John F. Kennedy. pic.twitter.com/4gpEBcY56l
— U.S. Naval Institute (@NavalInstitute) January 15, 2022
Lunga 320 metri e larga quasi 80, la portaerei USS Kitty Hawk fu costruita nel 1961 e all’epoca costò 264 milioni di dollari. Il suo nome è invece un omaggio alla zona della Carolina del Nord dove i fratelli Wright fecero decollare il primo velivolo a motore. Si tratta dell’ultima imbarcazione alimentata a petrolio, reliquia dell’era che ha preceduto la propulsione nucleare. Respinta l’idea che divenisse un museo, probabilmente per i costi elevati.
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La rivolta contro le discriminazioni razziali nella marina degli Stati Uniti
Durante la guerra in Vietnam, stazionò nella Yankee Station del Mar Cinese Meridionale. La portaerei fu infatti base di partenza degli attacchi contro i viet cong fino al 1972. Mentre gli aerei bombardavano il Vietnam, a bordo della USS Kitty Hawk si registrò ebbe luogo una ribellione da parte di alcuni soldati afroamericani. Come riporta il Naval History and Heritage Command, i racconti dell’evento non sono unanimi, tanto che ognuno presenta sfaccettature differenti. Alcuni sostengono che la rivolta sia iniziata dopo che alcuni marinai erano stati indagati per una rissa in un bar solo perché neri. La Cnn ospita anche un’altra versione secondo cui la miccia sarebbe esplosa dopo che a un marinaio di colore era stata rifiutata una doppia razione di cibo a bordo.

Gli scontri a bordo dilagarono presto, tanto che 47 marinai su 55 rimasero feriti a colpi di catene e spranghe di ferro. Il rapporto successivo parlò degli afroamericani come di «uomini dalle capacità mentali inferiori alla media». Da allora le cose cambiarono notevolmente. E ad oggi, più del 17 per cento della forza militare della marina degli Stati Uniti è afroamericano a fronte di poco meno del 10 per cento del 1972.
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L’integrazione delle donne e il servizio in Iraq
«In marina non abbiamo storici, la maggior parte dei militari pensa solo alla prossima operazione», ha detto alla Cnn James Fanell, capitano negli Anni 90 oggi in pensione. Quando prese il comando della nave, la lotta intestina contro la discriminazione razziale era alle spalle mentre si affacciava quella per la parità di genere. «Nel 1987 non avevo donne sotto il mio comando», ha proseguito Fanell. «Dieci anni dopo, 8 undicesimi dell’equipaggio era di sesso femminile». Una grande novità consentita solo grazie alla determinazione delle donne, che oggi rappresentano il 20 per cento della forza totale a disposizione della marina Usa.

Nel 2009 la USS Kitty Hawk andò in pensione
Fondamentale anche durante gli anni della Guerra Fredda e capace di incutere timore ai mezzi russi, la USS Kitty Hawk ha prestato servizio fino al 2009. Negli ultimi decenni ha sostenuto le operazioni militari in Somalia e la guerra in Iraq contro Saddam Hussein. Dal 1998, per un decennio ha solcato i mari del Giappone facendo porto a Yokosuka, sede della settima flotta della US Navy. Oggi però non c’è più posto nella marina ed è stata destinata alla demolizione. La Kitty Hawk Veterans Association ha tentato più volte di trasformarla in un museo, ma ha trovato l’opposizione delle autorità, probabilmente per i costi ingenti.