Secondo un recente studio publicato sulla rivista JAMA, negli Stati Uniti sono sempre di più gli adulti che utilizzano la melatonina per dormire meglio. Un dato all’apparenza non allarmante ma che, tuttavia, numeri alla mano, ha destato la preoccupazione degli esperti: molti dei consumatori, infatti, ne usano quantità decisamente esagerate e rischiose per il benessere dell’organismo.
Un trend allarmante da tenere d’occhio
Sebbene l’uso complessivo nella popolazione americana adulta risulti ancora nella norma, il report ha evidenziato come, negli ultimi anni, ci sia stato un incremento da non sottovalutare: nel 2018 gli statunitensi ne hanno assunto più del doppio rispetto al decennio precedente. Situazione che, tra 2020 e 2022, è andata a incancrenirsi con la pandemia e l’impatto negativo sui cicli del sonno. Incentivando la dipendenza dai medicinali e l’insorgere di sintomi allarmanti. «Diversi progetti di ricerca hanno collegato l’assunzione di rimedi allo sviluppo di demenza e mortalità precoce», ha spiegato alla Cnn Rebecca Robbins, specialista e docente di medicina del sonno dell’Harvard Medical School. Nello specifico, la melatonina tenderebbe a provocare mal di testa, vertigini, nausea, crampi allo stomaco, spossatezza, disorientamento, irritabilità, attacchi d’ansia e depressione. Ma non è tutto. Sarebbe la causa anche di tremori, anormalità nei livelli della pressione sanguigna e allergia. Nulla di tutto questo pare possa verificarsi nell’assunzione a breve termine (quella, ad esempio, cui si ricorre in caso di jet lag), mentre su quella a lungo termine la sicurezza rimane ancora un grosso punto interrogativo.

Zero controlli sui prodotti in vendita
Nello studio si legge come, dal 2006 a oggi, un piccolo ma crescente gruppo di adulti ha sviluppato la cattiva abitudine di superare il dosaggio di 5 milligrammi al giorno prescritto dai medici nei trattamenti di breve durata. Scenario che diventa ancora più drammatico se si pensa al fatto che, nelle pillole in vendita, i livelli di melatonina possono essere molto più alti rispetto a quelli segnati sull’etichetta. Al contrario di cibi e farmaci, infatti, gli integratori non sono sottoposti al controllo e alle norme della Food and Drug Administration, dunque le aziende non sono tenute a rispettare degli standard prestabiliti o ad assicurarsi che la quantità reale e quella indicata sulla confezione coincidano. In più, non esistono neppure controlli che dimostrino l’aggiunta di eventuali additivi nelle formule che le aziende vendono online e nei supermercati. Un cocktail decisamente rischioso: alcune ricerche precedenti, infatti, hanno individuato che più del 26 per cento degli integratori a base di melatonina contenevano anche serotonina, ormone potenzialmente insidioso anche a basse posologie. «Il grosso problema è questo: nessuno può avere informazioni certe sulla purezza della melatonina disponibile sul mercato», ha aggiunto Robbins.
Melatonina, tra fake news e falsi miti
Quel che è fondamentale far capire al pubblico è che la melatonina non è un prodotto omeopatico e neppure un vitaminico. Si tratta, infatti, di un ormone secreto dalla ghiandola pineale e rilasciato nel flusso sanguigno per regolare i cicli sonno-veglia. «C’è questa visione sbagliata che, se qualcosa è naturale, non può far male», ha sottolineato Robbins. «Ovviamente, non è affatto così. Soprattutto nei percorsi di cura più lunghi». Altro mito da sfatare: si dice che, se assunta correttamente, quindi almeno due ore prima di andare a letto, induce immediatamente il sonno. In realtà, i benefici non sono poi così esponenziali per tutti. «Chi impiega ore per addormentarsi trarrebbe molto più vantaggio dallo spegnere gli schermi, fare 20/40 minuti di esercizio giornaliero o tagliare la caffeina dal proprio regime alimentare», ha consigliato la dottoressa Cosa Collette Breuner, docente di pediatria all’Università di Washington. «Se esistono strategie più blande, perché la gente preferisce i farmaci?».

Le strategie alternative alla melatonina
Allenare il cervello a ritmi regolari è molto meglio che ripiegare sulle medicine. Per assecondare la secrezione di melatonina, che in genere si attiva al buio, basterebbe evitare la sovraesposizione alla luce artificiale, soprattutto quella di computer e smartphone, subito dopo cena o quando si è già a letto. Preferendo, magari, un libro o utilizzando un e-book in modalità notturna. Poi, accertarsi che la temperatura della stanza si aggiri tra i 15 e i 20 gradi, fare un bagno caldo o una doccia prima di mettersi fra le coperte, ascoltare musica rilassante, dedicarsi alla meditazione. E, sopratutto, tentare di svegliarsi e addormentarsi allo stesso orario, anche nei weekend, in modo da definire una routine.