Il fascio della prateria

Giovanni Sofia
22/12/2021

Ridimensionato l'attivismo nazionale a causa della stretta di Washington, l'estrema destra Usa è ripartita dalla periferia. Dove i gruppi locali attirano no vax, genitori reazionari e complottisti, grazie alla polizia che spesso chiude un occhio.

Il fascio della prateria

Bandiere americane al vento, passamontagna bianchi a coprire il volto, scudi saldamente stretti in mano. L’aspetto tetro di una falange composta da alcune centinaia di uomini e donne. Da mesi Washington si ritrova a fare conti con i flash mob dei Patriot Front, gruppo suprematista bianco, le cui sfilate davanti al Lincoln Memorial sono purtroppo diventate una abitudine. Fondati quattro anni fa da Thomas Rousseau si definiscono portavoce dei valori tradizionali a Stelle e Strisce, sintetizzati su un simbolo che recita Vita, libertà e vittoria. Parole disposte in cerchio, cornice di un fascio stilizzato su sfondo blu. Derubricati da molti a semplice macchietta in cerca di visibilità, secondo Il Guardian sarebbero uno specchietto per le allodole dietro il quale si cela il nuovo modo d’agire dei gruppi d’estrema destra. L’attività di questi ultimi avrebbe infatti parzialmente abbandonato il palcoscenico nazionale dirottandosi su realtà più piccole, dove per converso, i messaggi attecchiscono su ampie platee.

La trasformazione dell’estrema destra americana dopo gli attacchi al Campidoglio

La trasformazione, in cantiere da tempo, avrebbe subito un’accelerazione all’indomani degli attacchi al Campidoglio dello scorso 6 gennaio. Da allora le forze dell’ordine hanno messo in atto una stretta sulla sicurezza e anche i colossi del tech, accortisi della gravità dei messaggi diffusi in Rete, hanno cominciato a ridurne notevolmente la diffusione. Così, per fronteggiare la rinnovata ostilità, l’estrema destra si è tuffata dal centro verso la periferia, abbandonando progressivamente le organizzazioni statali, dove la sorveglianza è più stringente, per sposarne altre a carattere regionale. Si è assistito al ridimensionamento di gruppi con sezioni nazionali, come i Proud Boys e gli Otah Keepers, in favore di organizzazioni intra-statali, maggiormente capaci, sfruttando i disagi della quotidianità, di attirare nuovi adepti. Un dato confermato dagli studi dei ricercatori dell’università di Chicago, secondo i quali l’89 per cento dei partecipanti ai disordini di Capitol Hill non aveva alcuna affiliazione con gruppi ufficiali. Estremisti solitari, insomma, attratti dal fascino del complotto, dai movimenti no-vax o ferventi oppositori del divieto di insegnamento di principi discriminatori nelle scuole.

Negli Stati Uniti l'estrema destra americana si sta riorganizzando su base regionale, dove le platee sono più ampie e i controlli minori
Un manifestante sventola una bandiera con l’immagine di Trump (Getty).

 

L’assalto degli estremisti alle macchinette delle votazioni in Colorado

La nuova destra, sostengono gli esperti, mantiene la convinzione che la macchina della democrazia sia corrotta, ma cerca palcoscenici diversi per combattere. L’idea che il potere sia da rifondare ha trovato nuova linfa grazie a Donald Trump sostenitore della teoria per cui l’ultima sconfitta subita da Biden sarebbe la conseguenza di brogli elettorali. Le parole del tycoon sono suonate come un ordine per i suoi supporter del Colorado, che sono accusati di aver architettato un assalto alle macchine per il voto allo scopo di diffondere finalmente le prove di una consultazione in realtà decisa a tavolino. Dell’accusa, giusto per tracciare il quadro, dovranno rispondere Tina Peters, funzionaria di contea incaricata di sorvegliare sulla regolarità delle elezioni, un miliziano di Three Percenter, gruppo attivo anche in Canada e definito dal governo una «organizzazione terroristica», e Ron Watkins tra i più acclamati sostenitori del Qanon. Come racconta il segretario di Stato del Colorado Jena Griswold, dopo aver disattivato le telecamere di videosorveglianza, gli estremisti avrebbero cercato di copiare le password e i dischi rigidi delle macchine per il voto. Qualche giorno più tardi le chiavi d’accesso sono state diffuse online da Ron Watkins per dimostrare quanto fosse semplice manometterle. A orchestrare il piano, sostiene sempre Griswold, Tina Peters. Che, mentre lo scorso agosto il procuratore distrettuale perquisiva il suo ufficio, stava partecipando a un evento proprio sui brogli elettorali in Sud Dakota organizzato da Mike Lindell, Ceo di My Pillow, nota azienda di cuscini, ma soprattutto accanito sostenitore di Trump.

Da quel momento e fino alla fine delle indagini, la donna è stata privata della possibilità di supervisionare le elezioni. Un provvedimento che non ne ha ridimensionato la passione politica, al punto che a dicembre è apparsa in una riunione su Zoom, circondata da altri commissari della contea e da un uomo accostato a Three Percenter. Alla call ha partecipato anche Shawn Smith, colonnello dell’aeronautica in pensione, che ha velatamente minacciato i commissari citando proprio i Three percenter «per nulla rassegnati all’accettazione passiva di un governo tirannico». Da allora la sicurezza dei commissari è stata rafforzata.

Negli Stati Uniti l'estrema destra americana si sta riorganizzando su base regionale, dove le platee sono più ampie e i controlli minori
Un manifestante di estrema destra (Getty)

L’estrema destra americana e la strategia «dal basso verso l’alto»

Questa ramificazione locale dell’estrema destra, «distretto per distretto», è stata promossa e rilanciata anche da Steve Bannon, ex stratega di Trump. Un piano accolto, tra gli altri, da People’s Rights, gruppo anti-governativo fondato da Ammon Bundy, attivo in ogni Stato con organi indipendenti l’uno dall’altro e l’obiettivo di dar vita a coalizioni di carattere regionale. Il messaggio è chiaro, ribadito da un esponente della cellula dell’Idaho: «Basta protestare in Campidoglio. Non funzionerà. Li colpisci nei loro uffici distrettuali, nei quartieri locali». Strategia seguita anche dai Proud Boys, impegnati a ripartire dai circoli più piccoli, «dove il disegno di una nuova destra può attecchire facilmente e influenzare le decisioni dei consigli scolastici», spiega Jared Holt, ricercatore sul fenomeno dell’estremismo presso il Digital Forensic Research Lab dell’Atlantic Council. Nel mirino di questi “patrioti” di periferia finiscono, per esempio, libri di testo gendequeer, puntualmente mandati al rogo. L’atomizzazione delle organizzazioni estremiste, d’altronde, rende le organizzazioni meno controllabili e sicuramente meno sanzionabili. Anche perché, ricorda lo stesso ricercatore, spesso nelle piccole città tra esponenti di estrema destra e forze dell’ordine esistono rapporti personali e di amicizia.