Sei Stati del Golfo Persico contro Netflix: «Via i contenuti non islamici»

Fabrizio Grasso
07/09/2022

Sei nazioni, tra cui l’Arabia Saudita, hanno chiesto a Netflix di eliminare i contenuti che violano i valori islamici. Sebbene non sia specificato, il riferimento è ai personaggi Lgbtq+.

Sei Stati del Golfo Persico contro Netflix: «Via i contenuti non islamici»

Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrain, Oman, Kuwait e Qatar. Sono le sei nazioni del Golfo Persico che, attraverso il Gulf Cooperation Council (GCC), hanno intimato a Netflix di eliminare i contenuti contrari ai valori dell’Islam. Sebbene la dichiarazione non scenda nel dettaglio, i media statali hanno confermato che si tratta  di contenuti Lgbtq+. La tv di stato saudita ha infatti persino trasmesso il video sfocato di un cartone animato che presenta il bacio tra due donne. È solo l’ultimo dei tanti attacchi alle produzioni di Hollywood in Medio Oriente, che hanno coinvolto anche Disney e Marvel Studios.

Perché i sei Paesi del Golfo Persico hanno attaccato Netflix

La dichiarazione del GCC non ha fornito dettagli sui contenuti, parlando solo di materiale «che contraddice i valori e i principi islamici e sociali». Le autorità hanno chiesto a Netflix di rimuoverli dalla piattaforma al più presto, minacciando provvedimenti seri in caso di inottemperanza, tra cui il bando definitivo. È stato facile però capire come il riferimento sia ai contenuti Lgbtq+. La televisione di stato saudita ha infatti trasmesso un’intervista ad una consulente comportamentale, che ha descritto il colosso dello streaming come «sponsor ufficiale dell’omosessualità». Ha corredato le dichiarazioni con un episodio – opportunamente sfocato – di Jurassic World: Camp Cretaceous che vede la presenza di un bacio fra due donne. «Si tratta di clip dolorose per i nostri figli, nipoti e per la prossima generazione». Netflix non ha ancora commentato.

Sei nazioni, tra cui l’Arabia Saudita, hanno chiesto a Netflix di eliminare i contenuti contrari all'Islam. Il riferimento è ai temi Lgbtq+.
Il bacio saffico di “Jurassic World: Camp Cretaceous” mostrato in tv (Twitter)

Da Disney Pixar a Marvel Studios, gli altri progetti sotto accusa

A Riyad, come riporta anche Associated Press, vige ancora la Sharia. La legge islamica punisce l’omosessualità con la galera, la fustigazione e persino la morte. Per questo nel corso degli anni diverse case di produzione cinematografica sono finite sotto accusa per i contenuti Lgbtq+ in film e serie tv. Ad aprile, le autorità arabe avevano bandito Doctor Strange nel Multiverso della Follia dai cinema per la presenza di un personaggio omosessuale. Stesso discorso, qualche mese dopo, negli Emirati Arabi Uniti per il film di animazione Lightyear. Lo spin off di Toy Story infatti contiene una breve scena con un bacio saffico. Non finisce qui, perché a giugno le autorità di Riyad avevano anche sequestrato giocattoli e vestiario a tinte arcobaleno dai negozi del regno. Gli articoli comprendevano fiocchi, gonne e cappelli destinati ai bambini o comunque al pubblico più giovane.

Sei nazioni, tra cui l’Arabia Saudita, hanno chiesto a Netflix di eliminare i contenuti contrari all'Islam. Il riferimento è ai temi Lgbtq+.
Una scena Lgbt+ nel film Disney Pixar “Lightyear” (Twitter)