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Riso avaro

C’è un fazzoletto di terra ancora verde, incastonato fra Assago e Melegnano, che guarda Milano sperando nella grande, futura espansione. Un progresso che si mangerà trattorie, sale slot, navigli e campi.

18 Luglio 2021 09:4018 Luglio 2021 09:40 Gioacchino Criaco
il sud di milano che aspetta la grande espansione

C’è uno spazio che, fra risaie e slot, si apre a sud di Milano; c’è un Sud che aspetta Milano, un territorio che s’incanala in un angolo acuto che parte dove nascono l’A7 e l’A1, fra Assago e Melegnano. Ancora poche costruzioni, ancora tanta, tanta campagna a far da corona alla S.S. 35 dei Giovi.

La grande estensione compresa fra Milano e Pavia è il luogo meno antropizzato della provincia milanese in cui ancora ci sia possibilità di espansione. Per chi ne sa di economia non è un segreto che nei prossimi anni Milano si allargherà da questa parte, fra zone residenziali e poli industriali smaniosi di ricongiungersi alla logistica di cui è snodo Pavia. Per chi di economia ne possiede è partita, da anni, una corsa all’acquisto degli spazi aperti del Sud: qui i paesi sono pochi, piccoli e le risaie per quanto ridotte la fanno ancora da padrone, insieme alle pannocchie di granturco e ai capannoni per le mucche. Un mondo verde, in questo periodo, gracidante di rane e dell’ansimare di chi corre per tirar via un pugno di grammi prima delle vacanze.

Un sud che guarda con speranza Milano

Un tempo, a comandare sul territorio erano corti enormi, covi di vita contadina riunita intorno alle magioni padronali, ora tristi casali in rovina, condannati a morte che attendono i passi del boia. Sulle statali che costeggiavano i canali, i caselli dell’Anas scoloriscono al sole, sono passati dal rosso vivo al rosa sbiadito. I ristoranti che cuocevano la polenta e le rane e i motel che accoglievano viaggiatori e amori clandestini si trasformano in sale slot per avvelenare la vista e la vita dei disperati che vi si rintano fino all’alba. Sì, c’è un Sud che guarda con speranza Milano, e osserva di sottecchi Pavia, col timore che se la prima si ferma si finisca, solo, nel grembo della seconda, che è un ventre materno ma dentro qualcuno vorrebbe infilarci altro dal bene: ne sanno qualcosa le migliaia di operai che oltre allo stipendio traggono dalla logistica e dai suoi innumerevoli capannoni una serie inesauribile di problemi lavorativi.

l'espansione attesa a sud di Milano
La Lomellina, a sud di Milano (Getty Images).

Una terra d’Avvento in cui il calvinismo si assottiglia

La cronaca riporta l’impostura delle discariche abusive e pure gli abitanti ne sanno qualcosa dall’innalzarsi, negli anni trascorsi, di roghi al cielo, carichi del veleno di migliaia di tonnellate di rifiuti. Ad andarci adesso è davvero verde la piana sotto Milano, ma a venirci fra un po’, a raccolti fatti, si vedrà il verde svanire, non solo per obbedienza alle stagioni: c’è chi la terra la tratta con amore, ci spinge l’aratro fino in fondo per girarla e nutrirla, e c’è chi rinuncia all’amore e cosparge il cuore di chimica. Certi campi dopo i raccolti sembrano i teatri di spettacoli atomici, in cui si potrebbe dire che non ci potrà crescere nulla, ma poi si sa, qualcosa accade, che non è mai solo un miracolo del cielo, e il verde riappare prorompente. Il Sud, il Sud di Milano, complici i cambiamenti climatici che lo avvicinano a latitudini meridionali, si va trasformando in una terra d’Avvento, il calvinismo si assottiglia, il fatalismo diventa solido: aspetta che qualcosa accada, che sia qualcosa di buono, uno sviluppo intelligente e non un’invasione di cemento.

Alla fine anche questo sud capitolerà

E qualcosa accadrà, lo sanno tutti: quelli che sono chiusi nelle sale slot sperano che sia solo un fatto di soldi; quelli che corrono nei campi vorrebbero che arrivasse un’onda intelligente, che spazzasse via la chimica e le discariche, e almeno mantenesse un po’ di verde genuino. C’è un Sud sotto Milano che per secoli è stato l’impero di navigli e canali, che ha resistito più degli altri territori alle industrie e al cemento, che nel mare ligure ancora si versa attraverso la Strada dei Giovi. Lo sa che alla fine si capitolerà, alla metro verde in agguato ad Assago basterà solo un balzo per incollarsi a Pavia, gli acquitrini saranno prosciugati, le zanzare, molto più noiose delle lucciole, spariranno insieme all’acqua che le produce, chiuderanno i localini d’incontro dal sapore paesano, i patiti del moto avranno un parco vero e proprio per smaltire gli eccessi della tavola e forse non sarà tutto e solo sollievo.

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