Coffee shock

Giovanna Predoni
15/06/2021

Conti deludenti per il megastore milanese di Starbucks. Il fatturato, anche causa Covid, è passato dagli 11 milioni del 2019 ai 6 del 2020. Mentre le perdite toccano i 17 milioni. Compensa la torrefazione che fornisce i punti vendita della rete europea.

Coffee shock

L’arrivo era già un evento molto tempo prima che Starbucks, era il settembre 2018, sbarcasse in Italia con un grande megastore a Milano, in Piazza Cordusio. Palazzo storico, appartenuto alle Poste, che proprio alla fine del 2020 è stato venduto a un gruppo di investitori alla bella cifra di 246,7 milioni. Dopo la sua apertura, la catena americana dei coffee shop ha aperto un’altra decina di negozi a Milano, gestiti però non dalla casa madre, ma da una società appartenente al gruppo Percassi (per chi ama il calcio, i padroni dell’Atalanta). Per entrare nel megastore, milanesi e turisti facevano pazientemente la fila, perché tutti volevano vedere il grande e suggestivo impianto interno di torrefazione, una vera esaltazione del caffè e delle sue declinazioni più disparate. Insomma, buono da bere ma anche bello da vedere. Lo Starbucks Reserve Roastery di Milano concretizzava finalmente il sogno di Howard Schultz, lo storico amministratore delegato riconosciuto ormai come il vero fondatore della famoso marchio di Seattle, di sbarcare nel Paese che lo aveva ispirato.

i conti deludenti del megastore starbuck a Milano
Howard Schultz all’inaugurazione del negozio Starbucks a Milano.

Starbucks Italy: dagli 11 milioni di fatturato nel 2019 ai 6 nel 2020

Adesso, a due anni e mezzo di distanza dall’apertura (e con il Covid di mezzo che gli ha inferto un durissimo colpo) è tempo di tirare un po’ le somme. E il risultato, almeno a guardare i numeri, non è certo brillante. Prendendo i dati dai bilanci della Starbucks Italy srl (fonte Cerved), si vede come l’investimento iniziale sia stato sontuoso: 50 milioni di euro, suddivisi in caparra e migliorie allo stabile (26) e 20-25 per i lavori di installazione degli impianti. Davvero una cifra molto importante per un singolo negozio anche se di grandi dimensioni ma dai risultati deludenti. Undici milioni di fatturato nel 2019, ridottisi anche causa pandemia a 6 nel 2020. Con perdite che nel 2019 hanno toccato i 19 milioni, ridottesi poi a 17 nell’anno successivo. A compensarle in parte ci sono i cosiddetti ricavi non caratteristici, quelli generati dalla torrefazione che fornisce gli altri punti vendita della rete europea di Starbucks. La torrefazione di Milano, quella dalla assai scenica configurazione che si può appunto ammirare all’interno del palazzo di piazza Cordusio, ha fatturato 22 milioni nel 2019 e 18 nel 2020. L’impianto tosta circa 3,5 tonnellate di caffè al giorno e funziona 24 ore a ciclo continuo come una vera e propria fabbrica. In questo modo si coprono le perdite della parte ristorazione e servizio caffè ai consumatori.

Il nuovo ad Johnson ha sospeso l’apertura di megastore in tutto il mondo

Sempre guardando ai dati pubblicati dal Cerved, il Roi (ritorno sull’investimento) dello Starbucks Reserve Roastery di Milano nel 2019 era negativo del 34 per cento, del 30 nel 2020. Un bellissimo monumento quindi alla bevanda da sempre una delle eccellenze italiane, ma un’impresa decisamente sofferente e in difficoltà sostenuta da ricavi intercompany. Tant’è che subito dopo l’esperienza del grande mega store di Milano il nuovo amministratore delegato di Starbucks Kevin Johnson ha deciso di sospendere in tutto il mondo l’apertura di questa tipologia di negozi. E successivamente ha venduto anche la rete di punti vendita in Francia e in Spagna alla società messicana Alsea. Una drastica riduzione dei negozi, dunque, per concentrarsi sulla vendita alla grande distribuzione che comporta meno investimenti e alza il rendimento sul capitale investito. Cosa che non ha scalfito la tranquillità di Giampaolo Grossi, general manager del megastore di piazza Cordusio. La sua assiduità sui social network come sereno dispensatore di umori, consigli e massime di vita fa capire che su di lui la pressione dei risultati della gestione non è ancora arrivata.

conti deludenti per megastore Starbucks Italy
Alcuni messaggi social del general manager dello store di Piazza Cordusio Giampaolo Grossi.