Starbucks segue McDonald’s. La Russia si prepara a dire addio anche al franchising di caffetteria più celebre al mondo: dopo 15 anni il colosso chiuderà i suoi 130 negozi su tutto il territorio russo. Un’altra risposta alla guerra in Ucraina, stavolta da parte del celebre gigante del caffè americano. La compagnia di Seattle ha debuttato 15 anni fa a Mosca e vanta attualmente 2mila impiegati in tutta la Russia. Lavoratori che sin dall’inizio di marzo non sono in servizio, a causa delle prime chiusure decise da Starbucks, allineatasi a quanto deciso da molte grandi società e multinazionali.
Starbucks lascia la Russia: 130 negozi saranno chiusi per sempre
E così da Seattle è arrivata la decisione definitiva: 130 store di Starbucks in tutta la Russia chiuderanno per sempre. Ad averli è il gruppo Alshaya, che controlla tra l’altro anche circa 2mila impiegati. Lavoratori che però non saranno lasciati soli, perché pare che il colosso sia intenzionato a retribuirli per altri sei mesi e ad aiutarli in un percorso di transizione verso un nuovo lavoro. Dall’azienda non sono stati diramati eventuali dichiarazioni in merito alle perdite o all’impatto economico dell’addio al territorio russo.

Qualche giorno fa il caso di McDonald’s
Aveva fatto scalpore, lo scorso 16 maggio, la notizia del definitivo addio voluto da McDonald’s. Un caso diverso, però, rispetto a quello di Starbucks. Mentre l’azienda di Seattle chiuderà i battenti, la società che ha fatto del fast food il proprio mantra ha ceduto tutto alla Zio Vanya, nuovo marchio di proprietà di Alexander Govor. Anche il numero di negozi è nettamente diverso: 850, infatti, quelli di McDonald’s, contro i 130 di Starbucks. Diverso anche il recente passato russo delle due attività, con il colosso degli hamburger ad essere arrivato 32 anni fa, nel 1990, con il primo store nel centro di Mosca. Oltre alle due multinazionali, anche Exxon mobil, British american tobacco e Renault hanno deciso di lasciare la Russia, tutte con modalità diverse.
