Una persecuzione che dura da mesi, a sfondo razziale. È l’incubo che sta vivendo un giovane lavoratore bengalese, con regolare permesso di soggiorno, residente a Roma. L’originario del Bangladesh, di fede musulmana, nei mesi scorsi era stato perseguitato da ignoti con l’accusa di “impuzzare” gli appartamenti dello stabile a causa della cucina particolarmente speziata. A seguire si è passati alla produzione di volantini contenenti insulti personali e minacce culminate in messaggi in cui si affermava che “l’Italia non sarà mai islamica, le nostre belle donne sono libere”.
L’escalation di violenza
Quello che aveva già assunto i contorni di una pericolosa persecuzione, è diventato ancora più inquietante nei giorni scorsi, tanto da far temere che vi sia la responsabilità di sigle e organizzazioni di propaganda politica xenofoba. Il giovane, infatti, ha ritrovato sullo zerbino del suo appartamento un volantino stampato con il titolo “Italia libera dall’Islam” che propone al lettore, fin dall’incipit “fermiamo l’espansione islamica! Abbattiamo i veli dell’ignoranza”.
Il volantino
Il volantino, impaginato e a colori, riporta una serie di immagini di bambine e donne in costume, dal parrucchiere, di ragazze e ragazzi di diverse nazionalità abbracciati e in attività conviviali, affiancate da foto di donne in abiti tradizionali, velate, con in calce la riproduzione strumentale di un messaggio di supporto di una associazione internazionale a tutela dei diritti umani a difesa di un giovane incarcerato e condannato a impiccagione per il suo amore per la musica. Il testo che lo accompagna denuncia una presunta “strategia di espansione dell’Islam nei Paesi liberi tramite il pionierismo” e incita i lettori a “bannare l’Islam in Italia” in nome di un’ “Italia libera”, “tradizionalista, orgogliosa della propria identità”.
La decisione di rivolgersi alla magistratura
Assistito dall’avvocato Paola Bevere, il giovane ha quindi deciso di sporgere denuncia contro ignoti per individuare i responsabili dell’azione di stalking. “Insieme alla querela per stalking a sfondo razziale abbiamo presentato una denuncia per ‘Delitto di propaganda per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa ex art. 604 bis c.p.’ perché – spiega l’avvocata Bevere – da un’apparente lite tra condomini sfociata in atti persecutori a sfondo razziale, gli inquirenti appurino se sia al lavoro un movimento no islam, probabilmente legato alle prossime elezioni, che utilizza immagini più o meno folcloristiche di donne islamiche in modo da offendere la religione islamica configurando, per quanto ci appare, il reato di istigazione a delinquere con propaganda fondata sull’odio razziale. La locandina desta la preoccupazione che questa azione di intolleranza non sia opera di un singolo condomino, ma dietro ci possa essere un movimento organizzato”, sottolinea. Ora l’azione passa agli inquirenti per l’accertamento dei fatti.