Squali in via di estinzione nel cibo per cani e gatti a Singapore

Fabrizio Grasso
04/03/2022

Una nuova ricerca ha scoperto Dna di specie a rischio negli alimenti destinati a cani e gatti. Ignari gli acquirenti, dato che le aziende segnalano la presenza generica di pesce e non sono tenute a essere più specifiche.

Squali in via di estinzione nel cibo per cani e gatti a Singapore

A Singapore alcuni scienziati hanno trovato Dna di squali in via di estinzione nel cibo in scatola per cani e gatti. L’analisi, opera dello Yale-NUS College, ha evidenziato come nessun marchio avesse presentato dettagli sugli ingredienti, parlando sommariamente di «pesce dell’oceano». Già minacciati dalla pesca intensiva per le loro pinne, gli squali sono sempre più in pericolo e la lista delle specie a rischio cresce continuamente.

Lo studio ha scoperto Dna di squali in 45 prodotti differenti

La ricerca, disponibile sulla rivista scientifica Frontiers in Marine Science, ha passato al setaccio 45 prodotti di 16 marchi differenti di Singapore. Gli scienziati hanno così sequenziato 144 campioni e hanno scoperto che circa un terzo, 45 casi, presentava tracce di squali. Ad aggravare la situazione, nessun prodotto segnalava la presenza dettagliata degli ingredienti, parlando genericamente di «pesce dell’oceano», «pesce bianco» o anche solo «pesce». Alcuni invece specificavano la presenza di tonno e salmone, ma nessuno di squalo. «La maggior parte degli acquirenti è amante degli animali, quindi pensiamo debbano sapere che senza volerlo contribuiscono alla pesca intensiva», hanno detto al Guardian i ricercatori Ben Wainwright e Ian French.

Una ricerca di Singapore ha scoperto Dna di squali in via di estinzione nel cibo per animali domestici senza segnalazione sulle scatolette.
Un esemplare di squalo tigre delle sabbie, fra le specie a rischio trovate nel cibo (Twitter)

I campioni di Dna hanno poi consentito anche di identificare nel dettaglio le specie coinvolte. Gli esperti hanno identificato gli squali donnola falcetto, i naso aguzzo dei Caraibi e gli squali tigre delle sabbie. Si tratta di tre specie presenti nella lista rossa dell’IUCN, l’Unione Internazionale per la conservazione della natura, che identifica gli animali vulnerabili. Altri campioni hanno presentato Dna di squali blu, squali seta e squali pinna bianca del reef, anch’essi a rischio estinzione da anni. Ad oggi, infatti, delle 1199 specie esistenti sul pianeta, quasi un quarto rischia di sparire.

La carne potrebbe provenire dalle carcasse scartate dopo la rimozione delle pinne

Gli squali sono diminuiti del 70 per cento negli ultimi 50 anni, con 100 milioni di esemplari uccisi ogni anno per via della pesca intensiva e della caccia alle pinne, ingrediente pregiato nella cucina orientale. Gli esperti suggeriscono che la carne nei cibi per cani e gatti potrebbe appartenere proprio a tali esemplari. A differenza delle pinne, il resto del prodotto ha infatti un valore di mercato molto più basso, ma potrebbe essere fonte di proteine a basso costo. «Le persone non vogliono mangiare la carne», ha detto al Guardian Andrew Griffiths, ecologista dell’Università di Exeter. «Inoltre non ci sono regole specifiche che vietano alle catene di non usare ampia varietà di pesce».

Una ricerca di Singapore ha scoperto Dna di squali in via di estinzione nel cibo per animali domestici senza segnalazione sulle scatolette.
Alcuni squali pinna bianca del reef, inseriti nella lista rossa dell’IUCN (Twitter)

Come ha sottolineato l’esperto, gli alimenti per animali domestici non presentano norme sull’etichettatura che vietino alle aziende di fare uso di specie vulnerabili. Non è impossibile trovarne traccia però anche negli alimenti per l’uomo, tanto che nel 2019 Griffiths aveva trovato tracce di squali martello nel fish & chips britannico. «È impossibile per i consumatori sapere cosa stanno acquistando», aveva dichiarato al Guardian. «Da segnalare anche i rischi per la salute, con potenziali allergie non prevedibili per le cattive segnalazioni sui prodotti».