Lo Spring Tide raccoglie una serie di azioni che le persone vicine alla Famiglia Reale inglese devono attuare in caso morte della sovrana. Differentemente dall’operazione London Bridge, che spiega come gestire il lutto a livello mediatico e cerimoniale, si tratta di un protocollo estremamente dettagliato che porta alla successione vera e propria e illustra come far fronte ad una serie di scenari verificabili dopo il decesso della regina, dalla gestione di disordini pubblici a quella di potenziali attacchi terroristici.
Spring Tide: cos’è?
La marea di primavera parte dal momento in cui muore la sovrana e si conclude con l’incoronazione del suo successore. Questa prevede che, nei primi dieci minuti dal tragico epilogo, tutte le bandiere dei luoghi pubblici debbano essere a mezz’asta. Se questo non avviene, il popolo potrebbe esplodere. Ed ecco che il piano spiega quali sono le Forze dell’Ordine che devono intervenire e come devono farlo.
Passa poi a chiarire come organizzarsi qualora una grande massa di turisti arrivasse nel Regno Unito per i funerali della Regina, e valuta contestualmente le soluzioni per aumentare i mezzi pubblici ed evitare eventuali minacce di terrorismo.

La procedura non finisce qui. Infatti, il ministero della Difesa si deve organizzare per il saluto con i cannoni. Poi, si devono indire due minuti di silenzio in tutto il Paese per la morte della Regina. Carlo sarà nominato immediatamente Re, ma la cerimonia di incoronazione avrà luogo qualche mese dopo. Il futuro Re potrà scegliere tra due nomi: Carlo III, oppure Giorgio VIII, dato che Giorgio è il suo secondo nome.
Come funziona secondo la tradizione
Per tradizione, i Reali possono infatti cambiare nome adottando il secondo una volta arrivati alla Corona – d’altra parte, chiamarsi Carlo III non porterebbe proprio fortuna dato che Carlo I fu il primo ad essere decapitato. I figli devono poi baciare il suo anello.

Qualche mese dopo, avverrà l’incoronazione ufficiale alla presenza dell’arcivescovo di Canterbury. Cambieranno così lo stemma reale, le banconote, i francobolli e l’inno nazionale che non sarà più God save the Queen ma God save the King.