Ci si reca più frequentemente nei luoghi che si raggiungono più velocemente. Sembra una banalità, ma una ricerca condotta dal Senseable City Lab del Mit di Boston dà a questa ovvietà una base scientifica. Lo studio è stato pubblicato su Nature con l’ambizioso titolo La legge universale sulle visite della mobilità umana. I ricercatori hanno utilizzato i dati di cellulari anonimi, forniti da grandi provider delle telecomunicazioni, per monitorare il movimento delle persone nelle aree metropolitane di Abidjan, in Costa d’Avorio; Boston negli usa; Braga, Lisbona e Porto, in Portogallo; Dakar, in Senegal; Singapore. Complessivamente, sono stati tracciati circa 8 miliardi di dati che indicavano le posizioni e gli spostamenti di oltre 4 milioni di persone, per un periodo di alcuni mesi. «Possiamo fare acquisti ogni giorno in una panetteria a poche centinaia di metri da casa, ma andremo solo una volta al mese nelle boutique di lusso lontana dal nostro quartiere. Questo tipo di evidenza, che è intuitiva, non era mai stata testata empiricamente. Quando l’abbiamo fatto, abbiamo trovato una legge incredibilmente regolare e consolidata in quattro diversi continenti, che abbiamo definito legge sulle visite, la visitation law», spiega l’architetto italiano Carlo Ratti, direttore del Senseable City Lab, che ha guidato il progetto di ricerca. Nello studio, da città a città, reggeva la stessa legge: la frequenza delle visite diminuiva su distanze più lunghe e nelle aree a maggiore densità le persone prediligevano piccoli spostamenti. Le deviazioni maggiori dal modello riguardavano siti con funzioni particolari, come porti e parchi a tema. «La visitation law può avere diverse applicazioni pratiche, dalla progettazione di nuove infrastrutture alla pianificazione urbana», aggiunge Ratti. «Per esempio, potrebbe aiutare a implementare il concetto di “città dei 15 minuti”, che punta a riorganizzare lo spazio fisico intorno ai quartieri pedonali e che è diventato molto popolare durante la pandemia di Covid-19. La nostra legge suggerisce che possiamo effettivamente far rientrare gran parte di tutti gli spostamenti urbani entro questo range temporale, lasciando il resto – forse il 10 per cento – più lontano».
Le città scoprono la legge dei 15 minuti
Una ricerca del Mit definisce scientificamente una verità intuitiva: tutti andiamo più spesso nei luoghi più vicini da raggiungere. Ne deriva però un modello per ripensare le geografie urbane.
