Sportivi contro la guerra in Ucraina: da Lesun a Medvedev, così gli atleti rispondono alla Russia

Fabrizio Grasso
14/04/2022

Aleksandr Lesun, oro olimpico a Rio, non competerà più per la Russia. È il suo modo di protestare contro la guerra in Ucraina. Ma non tutti hanno avuto la forza di schierarsi. Dall'atteggiamento soft di Rublev alla Zeta del ginnasta Kuliak: le posizioni degli atleti.

Sportivi contro la guerra in Ucraina: da Lesun a Medvedev, così gli atleti rispondono alla Russia

Aleksandr Lesun, campione olimpico di pentatlon a Rio 2016, non gareggerà più per Mosca. «Ero orgoglioso di farlo sotto la bandiera russa», ha dichiarato il 33enne alla Bbc. «Il Paese, il suo popolo, non la politica, sono da sempre nel mio cuore. Il 22 febbraio però ho lasciato la Federazione, non competerò più sotto lo stendardo russo». In carriera, Lesun ha vinto 14 medaglie mondiali, di cui quattro d’oro, oltre al trionfo olimpico. La sua decisione, tanto forte quanto rischiosa, lo rende uno dei pochi sportivi russi a schierarsi contro la guerra in Ucraina. «In patria la situazione sta diventando grave», ha detto ricordando le sanzioni previste dal Cremlino. Dalle proteste soft dei tennisti Andrey Rublev e Daniil Medvedev al fondista Alexander Bolshunov, sostenitore di Putin, ecco la posizione degli atleti russi.

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Da Rublev a Medvedev, i tennisti che gareggiano senza bandiera

Protestare apertamente in Russia è molto rischioso e può portare a gravi conseguenze. Migliaia di persone sono state arrestate durante le manifestazioni di piazza e una nuova legge del Cremlino vieta a chiunque di descrivere «l’operazione militare speciale» come una guerra o un’invasione. «All’inizio, una protesta no-war poteva costare 15 giorni di prigione», ha proseguito Lesun. «Oggi si può arrivare a 15 anni». Parlare contro le autorità può rendere trasformare agli occhi del governo una persona in un «criminale con rappresaglie anche contro la propria famiglia. Mi dispiace ammettere che gli sportivi in Russia non possono influenzare la situazione», ha detto Lesun.

Aleksandr Lesun ha deciso di non competere più per la Russia. Da Rublev e Medvedev al fondista Bolshunov, gli sportivi con e contro Putin.
Il tennista Daniil Medvedev ha chiesto la promozione della pace (Getty)

Non stupisce dunque se diversi atleti abbiano scelto una via più morbida. Maria Sharapova, ex tennista siberiana numero 1 al mondo, si è limitata a esprimere la speranza di una risoluzione pacifica della crisi. Discorso simile per Daniil Medvedev e Andrey Rublev, rispettivamente numero 2 e 6 del circuito, che hanno parlato di «promozione della pace». Al momento, i due tennisti hanno il permesso di giocare purché senza bandiera, ma il Regno Unito sta pensando di chiedere loro una dichiarazione scritta che attesti la loro completa neutralità. Fra giugno e luglio infatti si terrà la stagione sull’erba, che vedrà i campioni della racchetta calcare i prati del Queen’s e di Wimbledon.

Bolshunov e Kuliak, gli atleti dalla parte di Putin

Alcuni atleti invece hanno deciso di schierarsi dalla parte di Mosca. Si tratta di sportivi formatisi in particolari centri sportivi russi, dove allenatori con metodi autoritari impongono ai propri giocatori di tenersi lontani da voci indipendenti e soprattutto di separare sport e politica. È il caso di Alexander Bolshunov, vincitore a Pechino 2022 di tre medaglie d’oro nello sci di fondo. «Lo sport dovrebbe rappresentare la pace», aveva detto a marzo a seguito del divieto di partecipazione sancito dalla Federazione internazionale di sci nei confronti degli atleti russi. Il 16 marzo ha persino preso parte al raduno di Putin nello stadio Luzhniki di Mosca, pur senza indossare una giacca con la Z sul petto.

Aleksandr Lesun ha deciso di non competere più per la Russia. Da Rublev e Medvedev al fondista Bolshunov, gli sportivi con e contro Putin.
Alexander Bolshunov a Pechino 2022 è fra i sostenitori di Putin (Getty)

Lo snowboarder di origine americana Vic Wild, medaglia di bronzo a Pechino e oro a Sochi 2014, ha ricordato alla Bbc il suo rapporto con la leggenda dell’hockey Viacheslav Fetisov, oggi membro della Duma. L’atleta, che non ha ancora espresso un parere delineato sul conflitto, si è però definito «un lupo che si guarda intorno per capire piuttosto che una pecora che viene condotta nel recinto. Sono solo così stanco che si pensi che bene e male siano contrapposti in due nazioni diverse». Tra i casi di sportivi che appoggiano Putin il più eclatante è quello di Ivan Kuliak, il ginnasta russo che a marzo a Doha, in una tappa di Coppa del Mondo, si è presentato con la Z sul petto alla cerimonia di premiazione.

Aleksandr Lesun ha deciso di non competere più per la Russia. Da Rublev e Medvedev al fondista Bolshunov, gli sportivi con e contro Putin.
Ivan Kuliak sul podio di Doha con la Z sulla maglietta (Twitter)