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Bezos non si fa prendere per la Nasa

Il fondatore di Amazon non si dà per vinto. E ha fatto causa all’agenzia spaziale per l’assegnazione dell’appalto del lander lunare a SpaceX di Elon Musk.

17 Agosto 2021 12:2917 Agosto 2021 12:31 Redazione
Il fondatore di Amazon contesta la scelta della Nasa di affidare solo a Musk lo sviluppo dei piani per riportare gli uomini sulla Luna.

Jeff Bezos non ci sta: vuole che sia la sua Blue Origin a portare i prossimi uomini sulla Luna e così ha fatto causa alla Nasa presso la US Court of Federal Claims. Il motivo del contendere è l’appalto che il Government Accountability Office ha assegnato a SpaceX di Elon Musk per la realizzazione dello Human Landing System (Hls), il lander che dovrebbe riportare l’uomo sulla Luna nel 2024 dopo 50 anni (l’ultimo a mettere piede sul satellite era stato Eugene Cernan nel 1972). Il condizionale però è d’obbligo visto che la missione Artemis III, programmata per novembre 2024, con tutta probabilità dovrà slittare al 2025 visti i ritardi dovuti anche alla pandemia.

Ma andiamo con ordine. La Nasa avrebbe dovuto individuare due progetti in concorrenza tra loro, ma dopo i tagli dei fondi da parte del Congresso, la scelta è ricaduta per motivi di budget su SpaceX (quasi 3 miliardi di dollari) contro i 5,9 di Blue Origin. Immediatamente Blue Origin insieme alla Dynetics, terza società concorrente, aveva contestato senza successo l’assegnazione dell’appalto – la società di Elon Musk aveva ritoccato l’offerta – con un ricorso presentato a fine aprile. «Crediamo che i problemi identificati in questo appalto e i suoi risultati debbano essere affrontati per ripristinare l’equità, creare concorrenza e garantire un ritorno sicuro sulla Luna per l’America», aveva spiegato Blue Origin in una nota. Ora Bezos ci riprova. La sua società accusa la Nasa di aver valutato in modo improprio le differenti proposte. Non solo. Ha definito il sistema di Space X rischioso. In caso il giudice accogliesse la richiesta di Bezos, le tempistiche per il prossimo allunaggio si allungherebbero ancora.

L’offerta di sconto rifiutata

Dopo il successo del volo ai confini dello spazio con la navicella New Shepard, Bezos aveva fatto un altro tentativo offrendo uno sconto di 2 miliardi di dollari sul suo progetto di lander. In una lettera aperta indirizzata alla Nasa, il patron di Amazon aveva assicurato che l’offerta avrebbe «colmato il deficit di finanziamento», lo stesso che aveva costretto l’agenzia a scegliere un solo appaltatore, invece di due in concorrenza tra loro. Insomma non aveva nessuna intenzione di rinunciare a un’impresa che coccola da tempo visto che già nel 2019 Bezos aveva presentato in occasione di un evento a Washington il suo piano per riportare l’uomo sulla Luna, Blue Moon.

La rivalità spaziale tra Bezos e Musk

La guerra tra SpaceX e Blue Origin, di proprietà di due degli uomini più ricchi del mondo, si combatte anche sui social e con dichiarazioni pubbliche al vetriolo. Blue Origin ha definito i piani di SpaceX di utilizzare per il programma Hls il suo veicolo Starship «immensamente complessi e ad alto rischio». La risposta è arrivata direttamente dal Ceo di SpaceX, Elon Musk, che su Twitter ha postato per settimane messaggi rivolti a Bezos e a Blue Origin. L’11 agosto ha addirittura scritto che «se le lobby e gli avvocati potessero portare le persone in orbita, Bezos adesso sarebbe su Plutone». Un modo per “invitare” il rivale ad occuparsi più dei suoi programmi spaziali e meno di cause e ricorsi.

 

If lobbying & lawyers could get u to orbit, Bezos would be on Pluto rn

— Elon Musk (@elonmusk) August 12, 2021

P

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