Sparatorie di massa, i numeri della sfida americana per il controllo delle armi

Redazione
21/11/2022

Dopo il caso in Colorado, si riapre il dibattito negli Usa, dove ci sono 390 milioni di pistole e fucili, con un rapporto di 120,5 armi per 100 residenti. Crescono gli omicidi, ma il 54 per cento del totale delle morti sono suicidi. L'opinione pubblica divisa e l'influenza della potentissima lobby Nra: il punto sull'annosa questione.

Sparatorie di massa, i numeri della sfida americana per il controllo delle armi

Con la sparatoria in un locale gay in Colorado il conto si aggiorna. L’America si trova ancora una volta di fronte a stragi provocate da armi da fuoco e di conseguenza torna il momento di interrogarsi. Sui numeri, sulle cause, sugli eventuali rimedi. Questa volta sono morte cinque persone, 18 sono state ferite, quando sabato notte un 22enne poi fermato dalla polizia ha sparato dentro una discoteca Lgbtq+. Il Washington post ha aggiornato i calcoli, e le statistiche sono tremende: nel 2022 ci sono state negli Stati Uniti più di 600 sparatorie di massa, e cioè situazioni in cui quattro o più persone, escluso il killer, vengono ferite o uccise (ma la definizione non è scientifica o riconosciuta unanimemente). Siamo quindi a più di una al giorno e non è passata una sola settimana durante tutto l’anno senza almeno quattro sparatorie. Episodi del genere stanno aumentando negli ultimi anni: nel 2021 erano stati quasi 700, un balzo in avanti rispetto ai 610 del 2020 (quando però c’erano state le restrizioni e i lockdown per il Covid) e ai 417 del 2019. Prima di allora, non era mai stata superata la soglia dei 400 casi all’anno da quando l’archivio sulla violenza armata ha iniziato a monitorare i dati nel 2014. Il 2022 è molto vicino a toccare il punto massimo raggiunto lo scorso anno se si confrontano i numeri nello stesso periodo di tempo. Il bilancio, come sempre, è tragico. Sono state uccise 621 persone, mentre i feriti ammontano a 2.524: questo “il bollettino di guerra” fino al 19 novembre.

Solo nel 2020 più di 45 mila americani sono morti per un colpo di pistola

Da cosa è dovuto tutto questo? Le morti per armi da fuoco sono sempre state un appuntamento fisso nella vita americana, ma negli ultimi anni il possesso di fucili e pistole negli Usa è cresciuto in modo significativo. Ce n’erano 1,5 milioni tra il 1968 e il 2017, un dato superiore al totale dei soldati morti in ogni conflitto statunitense dalla guerra d’indipendenza americana nel 1775 in poi. Solo nel 2020, più di 45 mila americani sono morti per un colpo di pistola, e parliamo sia di omicidio sia di suicidio, più di qualsiasi altro anno mai registrato. La cifra rappresenta un aumento del 25 per cento rispetto a cinque anni prima e un aumento del 43 per cento rispetto al 2010. La questione è anche fortemente politica, perché come al solito contrappone i sostenitori del controllo delle armi a quella parte della popolazione che invece vuole difendere a tutti i costi il diritto costituzionalmente riconosciuto di possedere delle armi. La Bbc ha analizzato una serie di dati e temi caldi per provare a capire meglio l’annosa questione.

Sparatorie di massa, i numeri della sfida americana per il controllo delle armi
Fiori fuori dal locale della sparatoria in Colorado. (Getty)

1. Quante armi ci sono negli Stati Uniti? Siamo a 390 milioni, più dei cittadini

È difficile calcolare il numero di armi in mano a privati ​​in tutto il mondo, ma i dati dello Small Arms Survey, un importante progetto di ricerca con sede in Svizzera, stimano che nel 2018 in America fossero in circolazione 390 milioni di armi a fronte di 330 milioni di persone. Negli Usa il rapporto di 120,5 armi da fuoco per 100 residenti, cresciuto rispetto alle 88 ogni 100 nel 2011, supera di gran lunga quello degli altri Paesi in tutto il mondo. In classifica, seguono Yemen (52,8 ogni 100), Serbia e Montenegro (entrambe 39,1), Uruguay e Canada (34,7), Cipro (34).

Secondo uno studio pubblicato dagli Annals of Internal Medicine a febbraio, 7,5 milioni di adulti statunitensi – poco meno del 3 per cento della popolazione – sono diventati proprietari di armi tra il gennaio del 2019 e l’aprile del 2021. Questo ha esposto 11 milioni di persone alle armi da fuoco nelle loro case, compresi 5 milioni di bambini. Circa la metà dei nuovi proprietari di armi in quel periodo di tempo erano donne, mentre il 40 per cento era nero o ispanico. Uno studio pubblicato dall’American Academy of Pediatrics nel 2021 ha collegato un aumento del possesso di armi durante la pandemia a tassi più elevati di ferite da arma da fuoco nei bambini.

2 . Chi sono le vittime? Tanti suicidi: ecco perché si batte sul punto della salute mentale

Secondo i centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc), nel 2020, l’ultimo anno per il quale sono disponibili dati completi, sono morte in totale 45.222 persone a causa di ferite da arma da fuoco. Le sparatorie di massa e gli omicidi di solito attirano molto l’attenzione dei media, ma non bisogna dimenticare che il 54 per cento del totale – circa 24.300 morti – sono stati suicidi. Uno studio del 2016 pubblicato sull’American Journal of Public Health ha sottolineato come esista una forte correlazione tra livelli più elevati di possesso di armi in uno Stato e i tassi di persone che si tolgono la vita. I sostenitori di leggi più severe sulle armi negli Stati Uniti spesso citano questa statistica per cercare di spingere i legislatori a dedicare più risorse alla salute mentale e meno all’allentamento delle restrizioni sulle armi.

Sparatorie di massa, i numeri della sfida americana per il controllo delle armi
Attivisti americano contro l’uso delle armi. (Getty)

3. Come si confrontano le uccisioni rispetto a quelle di altri Paesi? Negli Usa il 79 per cento è eseguito con un’arma da fuoco

Nel 2020, il 43 per cento delle morti – pari a 19.384 persone – sono stati omicidi, secondo i dati del Cdc. La cifra è cresciuta del 34 per cento rispetto al 2019 e l’aumento è stato del 75 per cento in un decennio. Quasi 53 persone vengono uccise ogni giorno da un’arma da fuoco negli Stati Uniti. La stragrande maggioranza degli omicidi, il 79 per cento, è stata eseguita con una pistola o un fucile. Una percentuale mostruosamente più alta rispetto a Canada (37 per cento), Australia (13), Inghilterra (4) e molti altri Paesi.

4. Le sparatorie di massa stanno diventando più letali? La maggior parte non fa più di 30 morti

Le morti causate dalle sparatoria di massa che attirano l’attenzione internazionale, tuttavia, sono più difficili da catalogare. Sebbene gli Usa non abbiano una definizione univoca di «sparatoria di massa», l’Fbi ha monitorato per oltre un decennio incidenti in cui «un individuo è attivamente impegnato nell’uccisione o nel tentativo di uccidere persone in un’area popolata». Tra il 2000 e il 2020 negli Stati Uniti se ne sono verificati 345, che hanno provocato oltre 1.024 morti e 1.828 feriti. L’attacco più letale di questo tipo, a Las Vegas nel 2017, ha ucciso più di 50 persone e provocato 500 feriti. La stragrande maggioranza delle sparatorie di massa però causa meno di 30 morti.

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Armi negli Stati Uniti. (Getty)

5. Chi sostiene il controllo delle armi? I democratici sono favorevoli a più verifiche

Nonostante l’indignazione pubblica diffusa, che di solito alza la voce appena dopo un grosso episodio di violenza armata e poi perde via via forza, nel 2020 il sostegno americano a leggi più severe sulle armi è sceso al livello più basso dal 2014, secondo il sondaggio di Gallup. In pratica solo il 52 per cento degli americani intervistati ha detto di volere restrizioni serie sulle armi, mentre il 35 per cento ha ammesso che le leggi dovrebbero rimanere le stesse. L’11 per cento sostiene addirittura che le norme dovrebbero essere rese meno severe.

Le convinzioni cambiano molto a seconda del partito che si vota: i democratici sono quasi unanimi nel loro sostegno a un controllo sulle armi (il 91 per cento a favore), mentre soltanto il 24 per cento dei repubblicani è d’accordo con la stessa affermazione, insieme con il 45 per cento degli elettori che si dicono indipendenti. Alcuni Stati hanno adottato misure per vietare o regolamentare rigorosamente il possesso di armi d’assalto. Le leggi variano a seconda dello Stato: la California, per esempio, ha vietato il possesso di armi d’assalto con eccezioni limitate. Alcuni punti sono ampiamente condivisi a prescindere dal partito che si vota, come le restrizioni nella vendita di armi a persone con problemi mentali o che risultano nell’elenco dei cittadini sotto specifica sorveglianza.

6. Chi si oppone alle restrizioni? La potentissima lobby delle armi Nra

Nonostante anni di problemi finanziari e conflitti interni, la potentissima National rifle association (Nra) rimane la più influente lobby delle armi negli Stati Uniti, con un budget considerevole capace di influenzare i membri del Congresso. Anche grazie alla sua attività, diversi Stati sono arrivati al punto di eliminare in gran parte le restrizioni rispetto a chi possa portare un’arma. Nel giugno 2021, per esempio, il governatore del Texas Greg Abbott ha firmato una legge sul porto senza permesso che consente ai residenti dello Stato di girare armati di pistole anche se privi di licenza o formazione. Allo stesso modo, il 12 aprile la Georgia è diventata il 25esimo Stato a eliminare la necessità di un permesso per portare apertamente in giro un’arma da fuoco. In pratica secondo la legge chiunque ha il diritto di avere una pistola con sé. Ecco perché poi “l’incidente” è dietro l’angolo.