Ha urlato «vi ammazzo tutti» e poi ha iniziato a sparare durante una riunione di condominio in un bar a Roma, in via Monte Giberto, nella zona di Fidene. Tre le vittime, tutte donne: Sabina Sperandio, Elisabetta Silenzi e Nicoletta Golisano. Quattro i feriti, tra cui una donna colpita la cranio, che è gravissima al Policlinico Sant’Andrea. Ecco chi è il killer Claudio Campiti, 57enne originario di Ladispoli.
Le tensioni con gli altri membri del consorzio
«Mi stanno tenendo senza pubblica illuminazione, si sa al buio si vede meno e si può sparare in tranquillità», aveva scritto sul suo blog, in cui raccontava del suo rapporto conflittuale con i condomini del Consorzio Valle Verde di Ascrea (provincia di Rieti), struttura sul Lago di Turano dove viveva senza luce e acqua. Gli altri membri del consorzio riferiscono di ripetute denunce e minacce, anche ad alcuni bambini che stavano giocando a pallavolo vicino alla sua proprietà. «C’erano problemi con il condominio, ci sono state diverse denunce alla procura della Repubblica per minacce. Una volta ha messo uno striscione con scritto “Consorzio rauss’”. Non voleva pagare le spese del consorzio», ha raccontato la vicepresidente Luciana Ciorba, presente durante la sparatoria.
La perdita del figlio e lo squilibrio mentale
«Benvenuti all’inferno, qui con il codice penale lo Stato ci va al cesso, denunciare è tempo perso, so’ tutti ladri», aveva scritto Campiti sul suo blog il 2 novembre 2021, aggiungendo un lunghissimo elenco di accuse agli altri consorziati, con tanto di riferimenti a presunte mafie. Sulla pagina Facebook del killer campeggiano una medaglia con un fascio littorio e il motto fascista “Molti nemici molto onore”, così come foto di soldatini con le fattezze di Hitler e Mussolini. Nel 2012 Campiti ha perso un figlio di 15 anni in un incidente sulla neve in Alto Adige e da quel momento ha iniziato a dare segni di squilibrio.
La Glock sottratta a un poligono di Tor di Quinto
Campiti aveva chiesto il porto d’armi ma gli era stato negato. Il no era arrivato grazie alle informazioni fornite dai Carabinieri del luogo dove viveva, in provincia di Rieti, che sapevano delle liti in corso con il consorzio. Secondo quanto emerso, il killer ha sottratto una pistola Glock da un poligono di tiro a Tor Di Quinto, dove si recava per le sessioni di tiro. E con questa arma ha sparato ne bar di Fidene, prima di essere bloccato da alcuni presenti.